Nei momenti felici di una grande nazione, la gioventù prende gli esempi; nei momenti difficili, li da.

domenica 31 ottobre 2010

PANDORA, La Festa Regionale della GIOVANE ITALIA!





Dal 4 al 7 Novembre, in Via Mecenate, a Milano.

Saranno presenti i coordinatori nazionali MELONI e PASQUALI, i ministri LA RUSSA e GELMINI, il Presidente FORMIGONI, il giornalista di guerra MICALESSIN il presidente del parlamento europeo MAURO, la nostra parlamentare FRASSINETTI e i quadri dirigenti del movimento nazionali e lombardi! Alla sera inoltre concerti e tornei di playstation! Vi aspettiamo!

mercoledì 27 ottobre 2010

VIVA TRIESTE ITALIANA!

La travagliata storia degli Italiani di Istria Fiume e Dalmazia non avrebbe avuto una fine positiva per i nostri connazionali di quelle terre, ma nel buio di quegli anni un evento felice ridiede speranza a molti.

L'Italianissima Trieste, che aveva conosciuto un mese di occupazione comunista jugoslava e aveva visto centinaia di persone essere rapite per poi sparire nel nulla, nelle foibe attorno alla città, o chissà dove, e che aveva subito per quasi 10 anni l'occupazione anglo-americana con l'incubo di un passaggio alla sovranità jugoslava, finalmente tornò alla madrepatria dopo le rivolte degli abitanti.

Nel 1953 vi furono violenti scontri di piazza tra cittadini e studenti italiani e forze militari inglesi, dovuti ai soprusi di questi ultimi nei confronti dell'italianià della città, (goccia che fece traboccare il vaso fu l'ammainare la bandiera italiana dal municipio di Trieste) che terminarono con 6 morti tra i manifestanti, nonchè una carica della polizia fin sull'altare di una chiesa in centro.
Sotto minaccia di nuovi scontri e rivolte degli italiani, esasperati da una situazione di non sovranità della loro città, il passaggio dei poteri dall'amministrazione alleata a quella italiana avvenne il 26 ottobre 1954.

I soldati italiani che entrarono a Trieste furono accolti dalla popolazione in festa, tra abbracci e tricolori sventolanti tra la folla.

la popolazione nella piazza centrale di Trieste aspetta l'arrivo delle navi italiane

l'arrivo delle navi italiane a Trieste

la lapide dedicata ai caduti nella rivolta del 5-6 novembre 1953

martedì 26 ottobre 2010

I GIOVANI DETTANO LA LINEA AL PARTITO!

Da "IL TEMPO" di lunedì 25 ottobre 2010

E adesso i giovani dettano la linea al Pdl Un passo avanti Circolare interna per strutturare il movimento sul territorio. Il partito ancora discute Ichele De Feudls • «Noi pensiamo ai fatti. La nostra politica non passa mica da Porta a Porta ma la viviamo per strada, davanti alle scuole e nelle università».
Marco Perissa, dirigente nazionale di Giovane Italia, rivendica il pragmatismo dei ragazzi del Pdl mentre il partito discute ancora, tra beghe e litigi, come strutturarsi sul territorio. Gli under 30 del centrodestra, invece, hanno già tracciato la rotta movimentista per il proprio autunno caldo. Con una circolare (datata 14 ottobre) i coordinatori nazionali Giorgia. Meloni e Francesco Pasquali hanno indicato le prossime tappe organizzative per dare nuovo slancio al movimento giovanile, sintesi di Azione Giovani (ex An) e Forza Italia Giovani. Ci sono date, tesseramento e cabine di regia da formare in ogni provincia, e soprattutto una visione «pesante» dell`organizzazione: Ogni Comune avrà un coordinatore per poter propagandare sul territorio campagne d`opinione e mobilitazioni.

Il testo parla chiaro: «Per ottimizzare i tempi e permettere alle realtà territoriali di affrontare l`autunno con tutti gli strumenti necessari alla crescita ed alla affermazione della Giovane Italia vi chiediamo di assolvere questo compito entro e non oltre il 30 di ottobre. Laddove tale data non venisse rispettata alla nomina dei dirigenti provvederà direttamente la cabina di regia nazionale». Insomma se ci sarà qualche impasse, interverrà direttamente la direzione nazionale.
«Saremo di stimolo al partito», spiega Perissa. "Il modello? Quello di Azione Giovani - puntualizza il dirigente romano con un lungo "cursus honorum" nell`attivismo studentesco -.
Aspiriamo a consolidare una struttura organizzata capillarmente che possa superare le precedenti coop- tazioni e garantire spazi a chi materialmente produce politica e dibattito di idee tra le nuove generazioni».
Francesco Pasquali, riferimento del mondo berlusconiano, rivendica lo stretto rapporto con il partito: «La nostra circolare non vuole essere nessuna accelerazione.
Il riferimento è il Pdl, ma noi viviamo la politica con più incoscienza e leggerezza».
Consigliere regionale del Lazio, classe 1976, è consapevole che l`unificazione di due storie politiche comporterà anche frizioni e confronti duri. «In caso di divergenze - taglia corto Pasquali - come sulla politica estera, o sul Medio Oriente, seguiremo la via, democratica. Al momento abbiamo in cantiere già le prime campagne d`opinione.
Incarneremo un nuovo ambientalismo, votato alla rivoluzione energetica».
Qui il tasto potrebbe diventare dolente. Nel mondo degli ex Azione Giovani sono presenti anche forti sensibilità contro il nucleare.
«Ma non dobbiamo dimenticare che al riguardo il programma del governo parla chiaro», chiosa. Pasquali.

Andrea Volpi, coordinatore nazionale di Azione universitaria, ritiene le ultime circolari di Giovane Italia «la conseguenza di una scommessa che abbiamo fatto: costruire un movimento politico vero, radicato nei luoghi dove i giovani cercano la politica. E le prossime iniziative nazionali toccheranno temi per noi essenziali come il lavoro, gli atenei e le campagne contro i baroni, la famiglia, il diritto alla casa...».
Perissa non crede che l`aver lanciato un tesseramento (il costo sarà simbolico 5 o 6 euro) genererà deformazioni da vecchia partitocrazia: «Sarebbe un errore guardare al passato.
Non bisogna riproporre schemi del vecchio correntismo, ma aprire l`organizzazione a tanti ragazzi che non hanno esperienze pregresse e vogliono impegnarsi per dare un contributo al cambiamento del nostro paese».
:sy -0 Perissa li modello è quello di Azione Giovani.
Vogliamo superare le cooptazioni e garantire spazi a chi davvero produce politica Pasquali Rispetto ai grandi, viviamo con più incoscienza. In caso di divergenze, come sul Medio Oriente, decideremo in modo democratico [.]

sabato 23 ottobre 2010

Il vergognoso rogo della bandiera a Terzigno.

Di Marcello Veneziani, < cacciamo dall'Italia chi brucia il tricolore >

"Ho davanti agli occhi l'immagine di quel napoletano di Terzigno che usa il tricolore per insultare i poliziotti e poi lo brucia davanti alle telecamere della Rai. Mi vergogno per lui, da meridionale e da italiano; anzi mi vergogno di lui, e di coloro che fanno banda con lui. Preferiscono bruciare l'Italia più che i rifiuti? Meritano di vivere nei rifiuti più che in Italia. Hanno scelto di incenerire la loro nazionalità, anziché l'immondizia. Se esiste l'espulsione degli immigrati clandestini, dovrebbe esistere anche l'espulsione degli italiani che offendono il proprio Paese. Sulla loro carta d'identità alla voce nazionalità, togliete italiana e metteteci: immondizia. Meritano di essere rappresentati dall'immondizia.
Finita la risposta emotiva dettata da quelle immagini, lascio da parte la bestialità omeopatica e rifletto. È gente che vive male, immersa nel brutto e nella miseria, dovete capire. È gente che nessuno ha educato e raddrizzato, gente che ha perso la vecchia fede un po' superstiziosa in Dio e nel timor di Dio, nella Madonna e in San Gennaro, nello Stato e nella patria, senza aver guadagnato nel frattempo il senso civico e il rispetto delle norme. Bruciano il tricolore perché l'hanno visto fare, è il linguaggio senza parole della tv; bruciano il tricolore perché danno ancora qualche importanza a quel simbolo, c'è tanta gente che non lo farebbe solo perché non lo prende più in considerazione, per costoro è solo uno straccio retorico del passato. In fondo questo denota che seppur polemicamente i bruciatori di tricolore si sentono ancora italiani, si percepiscono anzi traditi dalla loro madre patria, sono figli delusi e abbandonati... E c'è sempre l'alibi che dell'Italia sono sempre lorsignori, i padroni e i potenti, ad abusarne con il malaffare e il malgoverno; e lorsignori, agli occhi della plebe napoletana, sono globali e transnazionali, sono padani o single, mica sono volgarmente italiani. L'Italia resta la barca dei poveracci che non hanno altre identità da sbandierare. Signor Governo proceda con le compensazioni per i terreni, li risarcisca, so' muort e' fame.

Sì, sono ragioni anche queste, ma non mi convincono del tutto. Possono funzionare da attenuanti, ma non assolvono. Spiegano ma non giustificano. Questa gente accetta di vivere nel letame, in mezzo alla delinquenza, a rischio di furti, malattie e sparatorie in piazza, ma poi diventa salutista con la discarica. E poi, vedendo quelle immagini di scontri mi sono ricordato del film Benvenuti al sud che spopola nelle sale cinematografiche: c'è una scena divertente in cui un intero paese di corregionali di Terzigno imbastisce una sceneggiata caricaturale del sud, fatta di violenza, scippi e guapparia, per prendere in giro una signora padana prigioniera dei luoghi comuni antiterronici. Ci siamo divertiti al cinema pensando alla finzione grottesca e alla simpatia terrona; ma ora vedendo quelle scene dei telegiornali, mi pare che la realtà abbia confermato e superato la caricatura. A volte, il sud sa essere perfino peggio di come viene presentato nei film comici o nelle rappresentazioni padane. O meglio, più che il sud, alcune sue parti.

E allora torno a dire che mi vergogno di loro. Hanno bruciato la stessa bandiera che ha avvolto pochi giorni fa quattro ragazzi uccisi in Afganistan. Per quella bandiera, migliaia di italiani hanno dato la vita lungo un paio di secoli, e milioni d'italiani, emigrati o rimasti in patria, l'hanno onorata con sobrietà, facendo il loro dovere e lavorando onestamente. Prendersela poi con i poliziotti che si guadagnano il pane e difendono la legge è una carognata; sono figli del popolo anche loro, ricordava Pasolini ai contestatori figli di papà.

Quanto c'è in quel gesto incendiario di disprezzo accumulato verso l'Italia in questi ultimi anni? Parlo di un disprezzo a strati: il più vicino e più vistoso è lo strato dei lazzaroni meridionali che coltivano la polemica antitaliana e antirisorgimentale, mescolando motivazioni sacrosante ad alibi lagnosi o malavitosi. Lo strato seguente di disprezzo antitaliano è il cattivo esempio di alcuni settori nordisti e leghisti, quel rifiuto dell'Italia nel nome della Padania che diventa modello rovesciato anche per il sud.
Ma c'è anche uno strato più antico che si vuol dimenticare: è il disprezzo antitaliano coltivato da chi confondeva italianità con fascismo, amor patrio con nazionalismo, identità nazionale con militarismo, dico quella sinistra internazionalista, operaista e snob che detestava le patrie, ieri nel nome del comunismo, preferendo le bandiere rosse alle tricolori; e che oggi le detesta in modo soft nel nome della globalizzazione.
Tutti questi strati di disprezzo antitaliano alla fine vengono avvolti nel velo di disgusto di quanti considerano l'amor d'Italia e il tricolore un segno di provincialismo e di necrofilia. In questa piramide, le plebi napoletane contro l'Italia sono nel seminterrato, ad altezza di cassonetto; e forse per questo meritano più degli altri una mezza attenuante.
Comunque viva l'Italia, al rogo l'immondizia."

giovedì 21 ottobre 2010

IL CORAGGIO DI UNA VENTENNE


Esempi di giovani che ogni giorno si impegnano per cambiare la realtà in cui vivono ce ne sono a bizzeffe in Italia e in Europa, ma troppo spesso i media sono impegnati solo a parlare di ciò che va male e di ciò che andrebbe cambiato, senza mai menzionare quello che funziona e le cose che stanno cambiando.

Colpisce la storia di Marisol Valles, appena 20 anni, studentessa universitaria di criminologia, che nella cittadina messicana di Guadalupe è diventata capo della polizia della zona.
Marisol non è una militare, ma una civile, che assumendosi personalmente il rischio di morire ha deciso di rispondere all'appello delle autorità per l'incarico di capo della polizia, ed è stata l'unica a presentarsi come candidata; il perchè è presto detto.

Guadalupe ha diecimila abitanti, ed è al centro del commercio di droga dei potenti narcos messicani, gente pronta a tutto e armata fino ai denti, che contende intere zone al governo messicano per poter continuare a trafficare droga in tutta tranquillità. Solo nell'ultima settimana a Guadalupe sono state uccise 8 persone, annualmente parliamo di qualcosa come 2000 omicidi, persino il sindaco è stato ucciso poco tempo fa: il suo cadavere è stato trovato decapitato. Stessa sorte è toccata al precedente capo della polizia, decapitato a casa sua dopo una furibonda sparatoria. Per questo nessuno a Guadalupe ha voluto accettare l'incarico e Marisol, dal basso dei suoi 20 anni, si è detta "qualcuno dovrà pur farlo" e si è presentata lei.

In una città dove la gente ha paura di uscire di casa e dove le autorità vivono senza una reale protezione e rischiano tutti i giorni la vita, la sfida ai narcos è affidata a una giovane studentessa dagli occhi neri e dai capelli lunghi, che si è già messa al lavoro e che vorrebbe indirizzare il lavoro della polizia lungo due vie: lotta ai narcos e impegno civile, con presidio di scuole e di centri di impegno sociale per i giovani guadalupensi, perchè nessuno più di lei sa che i ragazzi del luogo non hanno speranza di vita e di lavoro in un paese del genere.

Quello di Marisol è un fantastico esempio di gioventù responsabile e con dei valori forti. Sperando che possa portare avanti il suo nuovo lavoro le auguriamo buona fortuna, e ci auguriamo che i risultati arrivino presto. Ovviamente i narcos le hanno già lanciato contro minacce di morte: ciò è un segnale positivo, poichè significa che quei mafiosi d'oltreoceano hanno già paura di lei.

mercoledì 20 ottobre 2010

RICORDO DELLA STRAGE DI GORLA



Era il 20 Ottobre del 1944 quando i bombardieri angloamericani sganciavano il loro carico di democrazia "esplosiva" sopra le teste dei cittadini Milanesi. I piccoli accorgimenti per la sicurezza durante i bombardamenti, come mettersi sotto tavoli o banchi, non bastò a salvare la vita degli alunni e dei docenti della scuola elementare "Crispi". Morirono in circa 200 solo in quella scuola, in tutta la città le vittime furono il triplo.

A ricordo di quella strage ordita dai liberatori, che bombardavano indiscriminatamente la popolazione civile per terrorizzarla, è stato eretto un monumeto laddove sorgeva la scuola, nel quartiere milanese di Gorla.

Per la meoria corta dei liberatori, pubblichiamo il testo di Paisà, canzone di Enrico Ruggeri, che bene descrive il clima di quel periodo in Italia.

Si balla nei cortili
si balla nei caffé
si compra verso sera a borsa nera
l'olio e il vino

In fondo alla statale
sta scappando il federale
e il figlio dice già
che è sempre stato partigiano

E l'ordine è una scritta sopra al muro
coperta da un avviso
tradotto in italiano
e l'ordine è mettersi al sicuro quando
è scuro
c'è l'ordine di non parlare più
Birra sigarette cioccolato paisà
e la città ci aspetta con ardore
i nostri piccoli sono agli sgoccioli
qui non c'è più il cibo, nè l'onore
la libertà che bella cosa
ma dentro casa non si mangia più
E portano la musica
e il ritmo va in levare
che non vuol dire togliere
sarà ricominciare a

vivere e poi bere
la bevanda fredda e scura
che pizzica nel naso
e fa passare la paura

e l'ordine ha cambiato la divisa
già bacia la tua mano il popolo italiano
e l'ordine è di collaborare alla difesa
c'è l'ordine di non morire più
Birra sigarette cioccolato paisà
e la città nasconde il suo dolore
i nostri piccoli sono agli sgoccioli
qui non c'è più il cibo, nè l'onore
la libertà che bella cosa
ma dentro casa non si mangia più
Birra sigarette cioccolato paisà
e la città nasconde il suo dolore
i nostri piccoli sono agli sgoccioli
qui non c'è più il cibo, nè l'onore
la libertà che bella cosa
ma dentro casa non si mangia più
Birra sigarette cioccolato paisà
e la città nasconde il suo dolore
i nostri piccoli sono agli sgoccioli
qui non c'è più il cibo, nè l'onore
la libertà che bella cosa
ma dentro casa non si mangia più

lunedì 18 ottobre 2010

Gli scioperi degli studenti senza idee..

Il pericolo più grande per la gioventù di oggi è rappresentato dal vuoto, un vuoto di idee, di valori, di conoscenza, di senso di responsabilità.
Sono giorni che a Varese, come in altre città in tutta Italia, pochi studenti con la scusa della riforma Gelmini mettono in atto proteste e scioperi farsa, che servono solamente a perdere giornate di scuola senza ottenere nulla.

La legge Gelmini che attualmente è in discussione in Parlamento non riguarda la scuola superiore, ma l'università, ma forse questo i capetti che in tutte le scuole inneggiano allo sciopero non lo sanno, oppure fanno finta di non saperlo; si sa, in tempo di elezioni studentesche ogni scusa è buona per farsi notare...

A Varese gli studenti di alcune scuole sono andati a protestare davanti alla sede della provincia per urlare quali sono i problemi cui le loro scuole vanno incontro: problemi di trasporti, edifici fatiscenti (persino amianto abbandonato in alcuni casi), redistribuzione di ore di lezione in maniera per loro sbagliata. Ora, che le scuole di Varese abbiano problemi è fuori discussione, ma siamo sicuri che queste bigiate mascherate da proteste servano a qualcosa??

Alla maggior parte degli studenti non interessa essere coinvolti in azioni che nulla hanno a che vedere con la risoluzione dei problemi scolastici, nè interessa essere manovrati da quattro ragazzotti di sinistra che per trovare qualcosa da fare nelle loro giornate piatte e vuote decidono di protestare contro qualsiasi cosa!

Gli studenti seri sono per il MERITO, si sbattono per ottenere risultati e non tollerano che chi non studia ottenga comunque buoni voti grazie a simpatie politiche dei professori.
Gli studenti per bene non vogliono scioperi inutili male organizzati e infruttuosi, ma vogliono risposte serie e idee realistiche per cui lottare.

NOI NON SIAMO PER GLI SCIOPERI, NE' PER LA MANCANZA DI RESPONSABILITA' E IMPEGNO! Giovane Italia sostiene la Gelmini nella sua riforma universitaria, così come la ha sostenuta l'anno scorso per la riforma delle scuole superiori.
Giovane Italia è passione e identità contro il nulla che avanza di ragazzini che perdono il loro tempo buttati sotto i portici tutto il giorno a fumare e bere!

Si al merito per gli studenti più bravi!
Si a valori come responsabilità, impegno, protagonismo giovanile!

domenica 17 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

L'ITALIA S'E' DESTA!



La Giovane Italia Varese, tra oggi e sabato, distribuirà un volantino con il testo integrale dell'inno di Mameli all'ingresso di numerose scuole della Provincia, nelle città di Varese, Busto Arsizio, Gallarate, Tradate, Luino.
Il volantinaggio da inizio a una serie di piccole iniziative legate al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, per sensibilizzare i ragazzi della provincia ai valori dell'unità nazionale e per far conoscere la storia della nostra Nazione, troppo poco studiata a scuola.

Questo il testo del volantino
"L'inno di Mameli, il cui nome originale è "il canto degli Italiani" fu scritto ne l847 dal patriota Goffredo Mameli, con lo scopo di dare un'identità a tutti i patrioti che allora combattevano per uno scopo comune: l'Italia unita e libera dal dominio straniero. Diffusosi clandestinamente tra i patrioti, venne imparato a memoria dagli Italiani che parteciparono ai moti del 1848, dai Mille di Garibaldi durante la loro spedizione e dai bersaglieri che entrarono a Roma nel 1870, riunendo la città eterna alla madrepatria. Il 12 ottobre del 1946 il canto fu riconosciuto come inno nazionale della Repubblica Italiana. A 64 anni da quella data, riteniamo che la conoscenza del testo integrale nonchè delle imprese di quei giovani patrioti italiani che caddero per l'Italia unita vada diffusa tra gli studenti, che sono vittime di un sistema scolastico che non fa conoscere a sufficienza la nostra storia e dimentica i nomi e le gesta dei nostri eroi."

Recentemente poi si sta parlando dell'Unità d'Italia solo in maniera negativa, e tendenze regionaliste e separatiste si stanno affacciando in tutta la nostra penisola. Ebbene queste tendenze sono nocive per l'Italia intera e per gli stessi anti-italiani, che nella loro ignoranza si attaccano a presunte nazioni mai esistite ( ogni riferimento alla padania è VOLUTO) senza avere un minimo di conoscenza storica e culturale.

L'Italia è una, ed è indivisibile. La nostra storia comune è costellata di innumerevoli sacrifici di ragazzi nostri coetanei (mameli morì a soli 22 anni) che si impegnarono per riunire finalmente sotto un'unica bandiera la nostra amata Italia, per troppo tempo rimasta divisa.


Qui trovate il testo integrale dell'inno di Mameli


Qui la spiegazione delle strofe dell'inno


Qui la versione intera cantata!

sabato 9 ottobre 2010

Meglio morire in piedi che vivere una vita strisciando! ONORE AI CADUTI!


E così altri nostri 4 militari lasciano la vita in quella terra bella ma desolata che è l'afghanistan, uccisi in un modo vigliacco da gente vigliacca, e d'altronde solo così possono sperare di uccidere i nostri uomini, poichè in un combattimento regolare avrebbero sicuramente la peggio.

Il caporal maggiore Gian Marco Manca, 32 anni, di Alghero, il caporal maggiore Marco Pedone, di 23 anni,di Patù (Lecce), il caporal maggiore Francesco Vannozzi, 26 anni, di Pisa e il caporal maggiore Sebastiano Ville, 27 anni, di Francofonte, in provincia di Siracusa, sono le vittime dell'attentato che ha distrutto questa mattina uno dei nostri mezzi Lince impegnato in una scorta ad un convoglio civile di 70 camion. Il mezzo è saltato in aria su un ordigno piazzato sotto la strada e subito dopo i talebani hanno tentato un assalto a colpi di arma da fuoco al convoglio, ma sono stati respinti dagli altri nostri soldati della scorta. Un quinto soldato è ferito, ma non è in pericolo di vita.

L'intensificazione degli attacchi nei nostri confronti è dovuta agli ottimi risultati che si stanno ottenendo nella lotta ai talebani, che perdono terreno e si sentono minacciati. I soldati italiani sono in prima linea e svolgono con un attaccamento al dovere esemplare il loro compito, ma senza dimenticare una cosa fondamentale: la vicinanza e l'aiuto alle popolazioni civili. Laddove i talebano arrivano solo con regole che impongono mozzature di mani, di orecchie, di lingua, e indottrinamento ideologico e religioso ferreo, noi arriviamo costruendo nei villaggi pozzi e scuole, addestrando la polizia locale e portando cure mediche.

Onore a voi cari caduti del 7 reggimento alpini Belluno, inquadrati nella brigata JULIA, quella che si distinse nella seconda guerra mondiale per il valore con cui lottò sul fronte russo, in condizioni nettamente inferiori rispetto al nemico. Evidentemente buon "NOME" non mente! Come ha scritto sulla sua pagina di facebook tempo fa uno dei soldati oggi caduti, MEGLIO MORIRE IN PIEDI CHE VIVERE UNA VITA STRISCIANDO!

ONORE AI CADUTI!

lunedì 4 ottobre 2010

5 OTTOBRE, NANNI DE ANGELIS PRESENTE!

MA QUALE MULTICULTURALISMO?

Ed ecco che dopo il caso di Hina e Saana si aggiunge un terzo caso nel quadro della violenza familiare legata ai matrimoni combinati.
A Novi, vicino Modena, un pachistano ha ucciso la moglie a mattonate e ha ferito la figlia Nosheen, di 20 anni; la loro colpa? Opporsi alla decisione dell'uomo di aver scelto il fidanzato per la giovane ragazza. Ancora una volta il mito dell'integrazione propugnata dai benpensanti nostrani viene a cadere sotto i colpi violenti di uomini extracomunitari che di integrazione non vogliono proprio sentir parlare, e forse non sanno nemmeno cosa voglia dire (visto che molte famiglie di immigrati non conoscono nemmeno la nostra lingua)

Integrare non vuol dire annullare la cultura dell'immigrato, sia chiaro, ma non possiamo permettere che una violazione della libertà di un figlio possa passare come semplice "rispetto della cultura altrui", anche perchè dalla violazione di libertà all'omicidio il passo è breve, e il caso di Hina, uccisa dal padre col benestare della madre e sepolta in giardino, ne è la riprova.

Non possiamo più tollerare che esistano famiglie dove il padre-padrone decide come dovrà essere la vita della figlia infischiandosene della sua volontà, oppure che impone alla moglie di non uscire di casa per non farsi vedere da nessuno, pena un pestaggio. Per noi, che crediamo nella famiglia e nella libertà del singolo, questa forma di "cultura" è assolutamente da rigettare. Eppure sarebbe stato fin troppo facile impedire che queste cose avvenissero nel nostro paese, inserendo norme serie contro l'immigrazione clandestina, o, in periodi di forti ondate migratorie, mettere un tetto alle richieste di ingresso nel nostro paese. Ed invece ora assistiamo alle sceneggiate dei nostri politici che ci dicono "ormai sono qui, non possiamo cacciarli tutti no?!" quando sono stati loro stessi i primi a non muovere un dito per impedire che la situazione degenerasse in questo modo.

Le misure prese dal Governo contro la criminalità e l'immigrazione clandestina sono buone, ma non sufficienti. Se è vero che gli sbarchi sulle coste sono stati bloccati, è anche vero che la maggior parte degli immigrati non arrivava con i barconi, ma arriva tutt'ora attraversando le frontiere slovene, nasconendosi nei container e nei camion che vengono sbarcati nei nostri porti e soprattutto attraverso i visti temporanei non rinnovati. D'altronde non mi sembra che i cinesi o i sudamericani che colonizzano le nostre città siano arrivati sbarcando a Lampedusa......
La soluzione sarebbe il foglio di via stabilito dalla legge Bossi-Fini? Ma per favore! Servono norme più dure ed efficaci, e pazienza se si rischia l'impopolarità agendo alla Sarkozy -bisogna poi vedere se dette norme sarebbero veramente impopolari- , meglio un po' di impopolarità per il nostro bene che rischiare di veder crescere episodi di razzismo di italiani contro immigrati, o di immigrati contro altri immigrati. Il multiculturalismo è un modello che non funziona e mai funzionerà; oltre che essere contronatura, porta solo una conseguenza: il razzismo globale.

NASCE GIOVANI PER LA LEGALITA', CONTRO TUTTE LE MAFIE!

E' stato presentato ai microfoni di Radio Gioventu' il primo Registro Nazionale dei Giovani per la legalita' e lotta alle Mafie, la nuova iniziativa promossa dal Forum Nazionale dei Giovani insieme con il ministro della Gioventu'. Si tratta di un registro che consentira' a tutte quelle piccole e grandi organizzazioni giovanili che operano nel campo della legalita' di mettersi in rete tra loro e, al contempo, attivare una collaborazione con le istituzioni.

''L'iscrizione al Registro Nazionale - spiega il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni - e' gratuita e veloce: gia' da domani sara' infatti possibile iscriversi semplicemente seguendo la procedura on-line sul sito www.giovaniperlalegalita.it. Pochi semplici passaggi consentiranno di entrare in rete con le altre associazioni che vedono i giovani italiani impegnati in migliaia di manifestazioni ed iniziative ogni anno. L'iscrizione al Registro consentira' di accedere a una serie di opportunita' che si ha gia' in programma di offrire nei prossimi mesi alle associazioni che raccoglieranno l'invito. Le organizzazioni che si iscriveranno, pur non vedendosi limitate nella loro autonomia e mantenendo le loro specificita', potranno utilizzare questo nuovo strumento per lavorare insieme e costituire cosi' un fronte comune contro ogni forma di illegalita'''.

''Oltre ad avere tra i propri scopi statutari la promozione della legalita' - continua il ministro - le organizzazioni giovanili che vorranno iscriversi dovranno avere un'anzianita' di almeno un anno e non avere scopo di lucro. Sul sito www.giovaniperlalegalita.it tutti i requisiti necessari per iscriversi. Il sito internet servira' anche alle organizzazioni giovanili iscritte come cassa di risonanza per promuovere e pubblicizzare le attivita' che di volta in volta verranno organizzate. Ogni associazione potra' anche riempire di contenuti il sito che ospitera' una pagina dedicata ad ogni singola organizzazione iscritta. Cosi' facendo, il sito favorira' anche la crescita delle organizzazioni stesse, che potranno essere contattate dai tanti giovani che pur volendo attivarsi non sanno a chi rivolgersi''.

''La nascita di un Registro Nazionale che possa vedere iscritte tutte quelle piccole e grandi realta' giovanili che si occupano di promozione della legalita' e di contrasto alle organizzazioni criminali ci sembra un'ottima iniziativa che finalmente riconosce l'impegno e la grinta profusa dalle giovani generazioni in questo campo'', affermano in una nota gli Studenti Anticamorra, che vedono nel Registro Nazionale presentato dal Forum Nazionale dei Giovani e dal Ministro della Gioventu' un ''importante strumento di collaborazione per tutte quelle organizzazioni che potranno cosi' contare su un dialogo costante con le istituzioni nazionali''.

Il sito web di questa nuova iniziativa dove iscriversi è www.giovaniperlalegalità.it

CONCERTO DI SKOLL Venerdì 8 Ottobre!

Venerdì 8 ottobre dalle ore 21.30, all'interno della festa provinciale del Popolo della Libertà, verranno ricordati Massimo e Giovanni con un concerto di Federico Goglio - SKOLL.

Il concerto è dedicato a Massimo Gervasini e Giovanni Blini, due ragazzi militanti del Fronte Della Gioventù morti in un incidente d'auto di ritorno da un campo del Fronte in Sicilia nel 1990. A quel campo partecipò anche il giudice Borsellino, da sempre vicino ai nostri ideali.

Alle 19.30 ci sarà un buffet comunitario per mangiare insieme, seguirà poi il concerto live.

Qui trovate la descrizione dell'evento per tutte le indicazioni.

http://www.facebook.com/event.php?eid=159182214109442&ref=mf

Uomini di Destra

In ricordo di Giorgio Almirante

venerdì 1 ottobre 2010

Solidarietà a Belpietro. E se la vittima fosse Santoro?


La solidarietà a Belpietro per l’attentato notturno è non solo un atto dovuto, ma necessario. Indipendentemente da come la si pensi. Stupisce che il Corriere della Sera, fino a questa mattina, non ne dia notizia.

Pure Filippo Rossi sul suo spazio su Facebook non ne parla, seppure alcuni gli chiedano espressamente di esprimersi al riguardo. Continuando come niente fosse: “quindici anni di berlusconismo hanno anestetizzato i cervelli di troppa gente”. Non solo, ma i messaggi presenti dei finiani sono di questo tenore: “Michele Danza: arrestato l’attentatore: la pistola era del figlio che a carnevale si e’ vestito da cow-boy….si tratta di un certo Tartaglia” – “Giusi Verde Filippo Rossi Giovanni Accardo – attentato a belpietro…puzza di sceneggiata, non sarebbe la prima volta (tartaglia docet)”

Posizioni decisamente gravi, soprattutto considerando il fatto che l’attentato difficilmente potrà essere considerato opera di un folle. I toni di Di Pietro alla Camera certamente influiscono sul livello dello scontro che dalle opinioni sembra passare ad atti che ricordano periodi bui della Repubblica. Il tentativo di minimizzare o addirittura ridicolizzare un episodio di tale gravità è frutto di un odio politico, che non è più in grado di comprendere quando il limite è stato valicato. Limite non solo di buon senso, ma della convivenza civile e della sicurezza personale che dovrebbe essere sacra. Questi sono quelli che si stracciano le vesti per la mancanza di libertà d’informazione e assenza di democrazia. Se l’attentato fosse stato fatto a Santoro le reazioni sarebbero state le stesse?

da "freedom 24" di Paolo Visnoviz

FESTA PROVINCIALE PDL

Da giovedì 7 a domenica 10 ottobre il Popolo della Libertà invita tutti i cittadini alla prima Festa Provinciale della Libertà, che si svolgerà alla Colonia Elioterapica di Busto Arsizio in via Ferrini, 14. Una vera parata di autorità e personaggi di spicco della scena politica a tutti i livelli, da Strasburgo alla provincia, quella proposta dalla festa e sottolineata, nell'invito esteso a tutti, da Giovane Italia, il movimento giovanile del partito di Berlusconi.

Tutte le sere, a partire dalle ore 18.00, ci sarà spazio per idee, politica e svago.
Il programma prevede incontri pubblici con personalità di primo piano del PdL nazionale e locale. Venerdì, alle ore 18.30 circa, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa incontrerà i cittadini ed i militanti per commentare le linee politiche del governo, la stato di fatto delle missioni e il programma del PdL. Interverranno alla festa anche il presidente di regione Lombardia Roberto Formigoni, il Sen. Antonio Tomassini (a dibattito sabato con l'On. Ignazio Marino (PD) sulla Sanità), il Ministro Maria Stella Gelmini, l'On. Paola Frassinetti, il Sindaco di Milano Letizia Moratti, i parlamentari Europei Lara Comi e Carlo Fidanza, il i coordinatori del partito in provincia Marco Airaghi e Rienzo Azzi ed altri rappresentanti del partito.

Come in ogni Festa, non mancheranno i momenti di svago e di divertimento. I partecipanti saranno intrattenuti da concerti di giovani gruppi musicali e potranno iscriversi, già da ora, ai tornei di carte (Scala40 per iscrizioni contattare Francesca: 339/5340686), “calcetto della Libertà” (per info e iscrizioni contattare Gianluca: 349/6866843). E dopo aver saziato lo spirito e la mente, sarà possibile gustare birra e panini, accompagnati da una cucina pronta a soddisfare la vostra fame.

Ampio spazio sarà dedicato anche ai temi locali, con interventi degli amministratori di Varese Busto e provincia che commenteranno i risultati conseguiti, i progetti in corso e le loro esperienze nelle amministrazioni del territorio.

Maggiori informazioni e dettagli potranno essere chiesti agli amici del PDL e della Giovane Italia che sabato 2 e domenica 3 ottobre organizzeranno un gazebo in p.za San Giovanni (in caso di maltempo sotto i portici) ed un volantinaggio a Gallarate.

Rinnoviamo l'invito a tutti alla 1° Festa provinciale della Libertà da giovedì 7 a domenica 10 ottobre.