tag:blogger.com,1999:blog-80428916382502887482024-02-07T16:41:23.430-08:00GIOVANI DI DESTRA VARESE<p align="center">"Ritti sulla cima del mondo, scagliamo ancora una volta la nostra sfida alle stelle!"</p>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.comBlogger150125tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-45969313349261389882013-08-27T06:49:00.000-07:002013-08-27T06:49:10.570-07:00ARMI CHIMICHE IN SIRIA: LE BUGIE DELL'OCCIDENTE.Secondo la Casa Bianca, il 21 agosto, l’esercito siriano avrebbe lanciato razzi contenti gas nervino sui ribelli asserragliati nella periferia di Damasco. Ciò offre i presupposti per un attacco militare da parte di una coalizione di potenze occidentali. Stati Uniti, Francia e Regno Unito potrebbero agire anche senza mandato Onu e contro il parere di Russia e Cina. Le prove dell’uso di gas nervino da parte di Assad si fondano, fino ad ora, sulle immagini di alcuni filmati pubblicati dai ribelli. Alcuni esperti di armi chimiche, ascoltati all’indomani dei presunti attacchi, dall’agenzia francese Afp, non sembrano affatto convinti dal materiale. <br><br>
<b><i>MANCANO I SINTOMI</i></b>. Interrogata dall’Afp, Paula Vanninen, direttrice di Verifin, istituto Finlandese per la Verifica della Convenzione sulle Armi Chimiche, sottolinea come «le persone» che aiutano i colpiti dal gas nervino, nei video che circolano in rete, «non indossano né abiti protettivi, né respiratori». «In un caso reale sarebbero stati contaminati anche loro e mostrerebbero sintomi», come invece non accade nei filmati.
John Hart, capo del Progetto Sicurezza Chimica e Biologica dell’International Peace Research Insitute di Stoccolma, spiega che nei video «non c’è traccia della “prova rivelatrice”» di una contaminazione di armi chimiche. «Nessuna delle vittime mostra pinpoint pupils», un restringimento del diametro della pupilla, «che indicherebbe un esposizione agli agenti nervini organofosforici». <br><br>
<b><i>NON C’È CONTAMINAZIONE</i></b>. Dan Kaszeta, ex ufficiale dei Chemical Corps dell’esercito americano e consulente privato, anche lui interrogato da Afp, ribadisce come «nessuna delle persone che ha a che fare con le vittime o le fotografa indossa una qualche protezione ad hoc» e «a dispetto di ciò, nessuno di loro sembra aver subito danni».
Ciò escluderebbe si tratti davvero di contaminazione da armi chimiche a uso militare, compresi i gas nervini, dal momento che queste sostanze lasciano per un po’ di ore un certo livello di contaminazione e danneggiano chiunque senza adeguate protezioni venga a contatto con le persone colpite. Kaszeta aggiunge che «non c’è nessuno degli altri segni che ci si aspetterebbe di vedere dopo un attacco chimico, come livelli intermedi di vittime, problemi gravi alla vista, vomito, perdita di controllo dell’intestino». <br><br>
<b><i>NON È SARIN</i></b>. Stephen Johnson, ex consulente del ministro della Difesa britannico per la guerra chimica e ricercatore sugli effetti del contagio di materiale pericoloso all’università di Cranfield, ritiene che «con un tale livello di agente chimico ci si aspetterebbe di vedere un mucchio di contaminazione sulle vittime, e questo colpirebbe coloro che li trattano e non sono protetti come dovrebbero. Tutto questo non lo vediamo».<br>
Su Euronews, Johnson ha poi ribadito come il materiale girato sembra non essere coerente con l’uso di agenti nervini o Sarin: «Alcune persone hanno la schiuma, ma la schiuma sembra troppo bianca, troppo pura, e non torna con i danni interni che ci si potrebbe aspettare, te l’aspetteresti giallognola o con tracce di sangue». Per finire, argomenta sospettoso, «ci sono, in alcuni dei video, esempi che sembrano iper-reali, quasi come se fossero stati messi in scena». <br><br> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzW4cx2FKS70mWfSJzUg5oslPSLRzLZ9I1LtHrQg76w75_rfcLyIj3CXTZg6JJZd_SJ-QGcjURHuGvWY7_mwPg2vmfDzC0DXfeJvothtEs1hOqKOaLW1ZihE66uI4MF9r_9tZfdqqaVKXP/s1600/1235340_10201887661376079_495005942_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhzW4cx2FKS70mWfSJzUg5oslPSLRzLZ9I1LtHrQg76w75_rfcLyIj3CXTZg6JJZd_SJ-QGcjURHuGvWY7_mwPg2vmfDzC0DXfeJvothtEs1hOqKOaLW1ZihE66uI4MF9r_9tZfdqqaVKXP/s400/1235340_10201887661376079_495005942_n.jpg" /></a></div>
<b><i>GLI ALTRI PROBLEMI</i></b>. «Le immagini di Ghouta, la località dove il governo avrebbe usato i gas sono devastanti dal punto di vista emozionale, ma assai ambigue dal punto di vista documentale», scrive oggi sul Giornale, il reporter di guerra Gian Micalessin.
«Ad Halabja nel marzo 1988 i gas di Saddam non fecero distinzione tra vittime e soccorritori e sterminarono chiunque non si fosse allontanato». Ciò non accade a Ghouta, ricorda Micalessin: «Nessuno fugge, non c’è un clima di panico e gli ospedali continuano a funzionare». <br>«Questo fa sorgere due grossi interrogativi», conclude il giornalista: «Perché Assad avrebbe atteso due anni e mezzo prima di usare i gas salvo poi impiegarli sotto gli occhi degli osservatori dell’Onu? E soprattutto perché incominciare da una zona dove il regime non è militarmente in difficoltà e dove non viene sfruttato il vantaggio tattico offerto dall’arma chimica per riconquistare il territorio e nascondere le prove?»
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<i>estratto da "Tempi.it" del 27/08/2013</i>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-56923892390984699352013-05-22T12:27:00.001-07:002013-05-22T12:33:52.491-07:00DOMINIQUE VENNER: IL SACRIFICO NEL NOME DELLA CIVILTA'A 78 anni ci si può togliere la vita per un'Idea? Spesso negli ambienti di destra si dice e si ripete che i giovani sono coloro che veramente possono attuare i cambiamenti, le iniziative militanti, financo le rivoluzioni, e la frase di Berto Ricci che campeggia nel nostro blog (nei momenti felici di una nazione la gioventù prende esempio ,nei momenti difficili lo da)ne è un esempio. Lungi da noi dal pensare il contrario, un signore francese di 78 anni ci ha dimostrato però che anche chi non è più giovane anagraficamente può essere di esempio nei momenti difficili della propria Nazione. Il gesto estremo compiuto da Dominique Venner vuole scuotere sopratutto i giovani dal torpore in cui dormono sonni sereni, spesso a causa di una società che di certo non contribuisce molto a svegliarti e anzi, fa di tutto per anestetizzarti: nasci, consuma, divertiti, muori.
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Grande storico francese con centinaia di pubblicazioni all'attivo e grandi approfondimenti sulla storia francese e sul marxismo, è stato un intellettuale molto attivo politicamente durante la sua vita: volontario durante la guerra franco-algerina, militante politico di movimenti nazionalisti tra i quali recentemente il Front National e ultimamente molto vicino ai comitati francesi in difesa della famiglia naturale, Venner ha deciso ieri di farsi da parte nella lotta ideale per il rispetto della Tradizione europea, della Vita e contro il relativismo culturale del quale l'Unione Europea è la massima esponente. Non si è messo in pantofole in salotto ad aspettare che i giovani raccogliessero il suo testimone, ma ha deciso di farsi da parte da protagonista, e con un gesto ecclatante, sparandosi in bocca all'interno della cattedrale di Notre Dame, simbolo del suo paese, la Francia, dove la questione identitaria è molto sentita dalla popolazione. Un intellettuale atipico diremmo, abituati come siamo in Italia ai nostri cervelloni che lanciano moniti sulle pagine di Repubblica e Corriere contro omofobia, razzismo, berlusconiscmo, fascismo, e difendono i cari ragazzi dei centri sociali, difendono le Femen, difendono i no tav e l'Unione Europea, in un crescendo di relativismo culturale che vorrebbe eliminare qualsiasi nostro punto fermo e ogni traccia della tradizione e della identità del popolo italiano ed europeo.
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Un tempo Yukio Mishima, in Giappone, si dava la morte con l'antico rito del Seppuku, squarciandosi la pancia con una lama da samurai esattamente come voleva la sua tradizione nazionale e spirituale giapponese, insidiata dal consumismo occidentale, per denunciare proprio l'uccisione del tessuto tradizionale del sol levante nel nome della modernità senza valori. Jan Palach ed Alain Escoffier si diedero fuoco in Cecoslovacchia e in Francia per protestare contro il comunismo che soffocava le libertà dei popoli distruggendo le loro tradizioni e le loro istituzioni nel nome del supremo potere rosso. Oggi, nel 2013, dove le nazioni europee (e in Francia questa situazione è ancora più evidente) e il pensiero culturale europeo sono minacciati dal relativismo impostoci dall'Unione Europea e da altri organismi sovranazionali (Onu, BCE ecc), Venner si suicida per far riflettere noi giovani, per farci aprire gli occhi dinanzi ad una società che ci vuole tutti uguali, che vuole che i popoli perdano le loro peculiarità mescolandosi senza criterio, che vuole annientare la comunità locale e nazionale per sostituirle con organizzazioni sovranazionali comandate da persone non elette (come è l'UE), che vuole che il nucleo fondamentale della nostra civiltà, la famiglia, sia sconvolta dal fondamento che la vuole costituita da un uomo e una donna che diano la vita ai loro figli, nel nome dell'uguaglianza tra orientamenti sessuali.
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Qui pubblichiamo la traduzione della lettera che Dominique Venner ha lasciato prima di uccidersi.
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<i>Le ragioni di una morte volontaria
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Io sono sano di corpo e di spirito e ricolmo d’amore per mia moglie e i miei figli.
Amo la vita e non mi aspetto nulla dall’al di là, se non la perpetuazione della mia razza e del mio spirito. Tuttavia, giunto al crepuscolo della mia esistenza, posto di fronte agli immensi rischi che sta correndo la mia patria francese ed europea, io mi sento in dovere di agire, fintanto che ne ho ancora la forza. <br><br>
Ritengo necessario sacrificarmi al fine di interrompere il letargo che ci opprime e offro ciò che resta della mia vita per un atto che intende esprimere una volontà di protesta e di fondazione. Ho scelto un luogo altamente simbolico, la cattedrale di Notre-Dame de Paris, che io rispetto ed ammiro: essa fu edificata dal genio dei miei antenati su di un suolo dove un tempo vennero celebrati culti più antichi, che richiamano alle nostre radici primordiali.
Oggi che tanti uomini sono divenuti schiavi della loro vita, il mio gesto intende incarnare l’espressione di un’etica della volontà. Io mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze assopite. <br><br>
Io insorgo contro la fatalità.
Io insorgo contro le perversioni dell’anima e i desideri individuali ormai incontrollabili che stanno distruggendo i nostri ancoraggi identitari e soprattutto la famiglia, intimo fondamento della nostra civiltà plurimillenaria.
E siccome io difendo l’identità di tutti i popoli, insorgo anche contro quegli atteggiamenti criminali che mirano ad estinguere il nostro popolo.<br><br>
Il pensiero dominante non riesce ad uscire dalle sue ambiguità tossiche: esso appartiene al fondo dell’anima degli europei ed occorre tirarne le conseguenze. Noi siamo privi di una religione identitaria alla quale aggrapparci, ma possediamo, da Omero in poi, una nostra specifica memoria storica, tesoro di tutti quei valori sui quali noi possiamo fondare la nostra rinascita, rompendo con la metafisica dell’illimitato, sorgente nefasta di tutte le derive moderne.<br><br>
Io domando perdono in anticipo a tutti coloro che soffriranno per la mia morte, e soprattutto a mia moglie, ai miei figli e ai miei nipoti, così come ai miei amici e sodali. Ma, una volta superato lo choc provocato dal dolore, io non ho dubbi che gli uni e gli altri comprenderanno il senso del mio gesto e trascenderanno la loro sofferenza in fierezza. Io voglio sostenere coloro che si sforzano di durare. Essi troveranno nei miei scritti recenti la prefigurazione e la spiegazione del mio gesto.
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPWqEPbSv2JR7YB496W-o3Fe4USFNTQ0gCadOoQZohy_BF__FSutqQtydCZQi3kaQRADUhrNhBCeWr3K2QSDruwWvtXxpqI1-21LsCCn6MRQOcs1L7AVCfNyITcVYvCeIsl0iF6CxhPEvA/s1600/Dominique+Venner.jpg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPWqEPbSv2JR7YB496W-o3Fe4USFNTQ0gCadOoQZohy_BF__FSutqQtydCZQi3kaQRADUhrNhBCeWr3K2QSDruwWvtXxpqI1-21LsCCn6MRQOcs1L7AVCfNyITcVYvCeIsl0iF6CxhPEvA/s320/Dominique+Venner.jpg" /></a>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-8825604015735842202013-03-23T08:05:00.004-07:002013-03-23T08:21:35.199-07:00L'ULTIMO SUSSULTO DI SOVRANITA' NAZIONALE ITALIANALo ricordo bene quell’11 settembre 1985. Soprattutto in queste ore che mi fanno pensare all’ennesimo 8 settembre dell’Italia senza onore e dignità.
Ventotto anni fa c’era Bettino Craxi a Palazzo Chigi. Un aereo dirottato da un commando palestinese che aveva attaccato l’”Achille Lauro”, atterrò all’eroporto militare di Sigonella, in Sicilia. Gli americani reclamarono la consegna dei palestinesi ai marines. Il presidente del Consiglio si oppose fermamente, facendo venire meno con il suo diniego, la regola imposta dalla fine della guerra dall’Impero americano: l’ossequio al principoio del primato degli interessi statunitensi in Europa. Craxi ebbe il coraggio e la forza di sfidare il potente alleato imponendo il rispetto della sovranità nazionale italiana. Sull’aereo dirottato e sui palestinesi si applicava l’ordinamento italiano, la giurisdizione era incedibile.
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Gli americani tentarono la prova di forza. Il premier ordinò all’ammiraglio Martini di assumere il comando delle operazioni militari per far rispettare il nostro diritto. Capita l’antifona, i soldati statunitensi si ritirarono, mentre le autorità italiane arrestavano i quattro dirottatori. Non mi dilungo su tutti i successivi passaggi. Ricordo soltanto che Martini, in accordo con Craxi, comunicò al pilota americano che con il suo aereo ostruiva la pista di Ciampino, dove nel frattempo i ditottatori erano stati trasferiti, che aveva cinque minuti di tempo per togliersi di mezzo, dopodiché avrebbe dato ordine al bulldozer di buttarlo fuori. Ne passano solo tre. L’F-14 a stelle e strisce accese i rumori e si perse nel cielo di Roma.
<BR><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnQKLNo3Y0GsThA3pczu3M50HBQP7BAi0aciovAk5iHVf-OzcGnYuEgXuBR6eCw9x4z7iebdD3MG5ceoyqKfihdJk-UBagi8eSD5biH1IjWHrhbCwyIfeke21avBAQnC0jUf-z7rL0uBnw/s1600/images.jpeg" imageanchor="1" ><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnQKLNo3Y0GsThA3pczu3M50HBQP7BAi0aciovAk5iHVf-OzcGnYuEgXuBR6eCw9x4z7iebdD3MG5ceoyqKfihdJk-UBagi8eSD5biH1IjWHrhbCwyIfeke21avBAQnC0jUf-z7rL0uBnw/s320/images.jpeg" /></a>
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Sì, fu l’ultimo atto di uno Stato sovrano. Pienamente ed orgogliosamente sovrano. Non possiamo e non dobbiamo rimuoverlo quell’episodio. Dopo poco gli americani cambiarono atteggiamento e riconobbero, senza peraltro mai ammetterlo uffcialmente, il buon diritto dell’Italia a far valere le sue prerogative.
E adesso? Uno sbadiglio dell’India ci ha esposto alla più barbina delle figure in campo internazionale. I marò tornano, se ne vanno, restano. Si fa la faccia feroce, poi tutto si conclude com’era prevedibile: la riconsegna a coloro che ne reclamano la detenzione. Ma chi ha architettato questo immondo pasticcio politico, diplomatico, civile, giudiziario?
In un altro Paese, Monti ed i suoi ministri, “tecnici” per antonomasia, si sarebbero già dimessi. E poi? Mettiamo il caso che ciò accadesse, chi reggerebbe Palazzo Chigi? Ecco il problema. Il vuoto di potere genera mostruosità come quelle che si sono abbattute sui due fucilieri che da “pacchi postali” vanno e vengono dall’India senza nessuna certezza e con tanta paura addosso.
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Si dice che le autorità di Delhi abbiano promesso che a Massimiliano Latorre e a Salvatore Girone non si applicherà la pena di morte, contemplata per il reato di cui sono imputati. Ci si deve fidare? E perché? Gli indiani non si pongono il problema. Non se lo pongono neppure le cancellerie occidentali. E perfino l’ineffabile lady Ashton, commissario europeo per la sicurezza e la difesa, sembra non crucciarsi più di tanto. Anzi, per niente. Siamo soli. Italiani “brava gente”, governati da pessimi burocrati.
La sovranità è un sogno che non ci possiamo permettere.
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(tratto dal "Secolo d'Italia" 22/3/2013 di Gennaro MalgieriGiovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-70624561724598472442012-12-11T08:22:00.000-08:002012-12-11T08:41:09.946-08:00Il disastro di Monti e le sue responsabilità sancite a livello internazionale Poco più di un anno fa il Financial Times, uno dei più importanti quotidiani finanziari del mondo, si abbandonava ad un grido di dolore che era anche un anatema inappellabile, titolando a tutta pagina: “In nome di Dio, Berlusconi vattene”. Lo stesso giornale poco dopo salutò con entusiasmo ed elogi incondizionati l’avvento di Monti, definito pomposamente come “la spalla dell’Europa”.
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrnF8QK4AjNQR7F6_dbNM4T-axZdEse4BqY3XHOpDb-4EaixRLaB3TXhnXZSgRqnbTy6YfqavFbcqIor6qXj40enyDyVwlZrtfed_zcbSKmflpp80sYusjCSE38EAzf8bxjHPevXQaWofb/s1600/14845-mario-monti.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="213" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrnF8QK4AjNQR7F6_dbNM4T-axZdEse4BqY3XHOpDb-4EaixRLaB3TXhnXZSgRqnbTy6YfqavFbcqIor6qXj40enyDyVwlZrtfed_zcbSKmflpp80sYusjCSE38EAzf8bxjHPevXQaWofb/s320/14845-mario-monti.jpg" /></a></div>
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Hanno avuto ragione: era la spalla sulla quale poi si sarebbe pianto. Il disastro combinato da Monti in poco più di un anno è tale che neanche i più fedeli tra i suoi aficionados sono ormai disposti a prenderne le difese, ma anzi si affrettano a prendere da lui lunghe distanze. All’FT bastarono poche settimane per ricredersi sul conto del premier-professore ritenuto, senza che nessuno sapesse dire perché, un tecnico valido, serio e che “avrebbe rimesso le cose a posto” perché ritenuto “refrattario alle strumentalizzazioni demagogiche e clientelari della politica italiana”. Dopo la sua nomina a premier la stampa internazionale cominciò a guardare alla politica montiana con ingiustificata, ma illimitata fiducia e poca cautela. Scriveva il FT :”Grandi tagli di spesa ed aumento delle tasse sono una cosa. Il vero test sarà però quello della liberalizzazione dell’economia. Qui si confronterà con pratiche restrittive e cartelli in cerca di rendite di posizione. Questa settimana le città italiane sono state paralizzate da tassisti e camionisti. Farmacisti, avvocati, benzinai sono sul piede di guerra, in difesa dei propri privilegi. Non sarà facile”. No, infatti per Monti la cosa più che difficile s’è rivelata impossibile. Già dopo la “unnecessary” riforma delle pensioni, corredata da errori la cui portata non è ancora possibile valutare, ma che col buco degli “esodati” supera la decina di milia
rdi, e la scialba, pavida e rinunciataria riforma delle professioni, il quotidiano della City londinese scrisse con sarcasmo : “Se Monti è questo, chiediamo scusa a Berlusconi”.<BR><BR>
Il Wall Street Journal, altro giornale che vide di buon occhio la nomina di Monti si spinse più in là, ed in un editoriale dal titolo “Surrender, Italian Style”, cioè “Resa all’Italiana” riferendosi alle concessioni fatte alla Fornero da Monti nella presunta riforma del lavoro, arrivò a chiedere scusa ai propri lettori, affermando che circa le qualità del neo-premier italiano s’erano semplicemente sbagliati, avevano preso un abbaglio. Più tardi il FT tornò a chiosare sul percorso che ci si aspettava che Monti percorresse : “La sfida da fronteggiare, quella cristallizzata dalla crisi congenita dell’euro come moneta unica, mentre i padroni della politica e dell’economia polemizzano sui meriti o i demeriti della svalutazione, o dei giochi d’equilibrio fra rettitudine fiscale e politiche espansive della domanda, è se l’Europa può ancora competere in un mondo nel quale non è più in grado di controllare le oscillazioni dei cambi. In questa funzione Monti può svolgere un ruolo essenziale”. Vero, l’ha fatto, ha svolto un ruolo essenziale, ma a favore della Germania e dei nordeuropei in genere, tradendo il suo Paese. Già a fine anno scorso le prime critiche a Monti del FT che sentenziava : “I piani economici di Monti sono avvolti nella nebbia”. Critiche che sono divenute dei veri atti d’accusa quando s’è dimostrato che Monti aveva solo mirato ad introdurre quel rigore preteso dalla Merkel e dalla Ue, rinunciando a quella azione incisiva per il rilancio dell’economia italiana ed europea auspicata da mezzo mondo, dal Giappone agli Usa, dalla Cina al Regno Unito e che tutti si aspettavano. Ed adesso che Monti ha gettato l’Italia in un baratro, ecco che lui scappa inseguito dalle accuse di quelli che erano i suoi più solerti sostenitori. Caustico il FT qualche giorno fa, che neanche si sofferma più su Monti, ma parla vagamente di “governo italiano, formato da burocrati che pensano solo all’Europa”. Bordate sorprendenti e inaspettate quelle del quotidiano londinese che spiega: “quello italiano è un governo litigioso, con una burocrazia radicata e inestirpabile e un primo ministro focalizzato solo sulla scena internazionale.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwWSJURdhRE86K-ttvGOLOec50tukB949ZxKkcf57jjgU06E_rZMhsXrC9xODSyFHGU5pOISNM8pLqbJ67zbjxVS9cjmJypbgwV2gNHQGxBnDRSsiEBkSSsSz5kuV_FjCwZfDkby-SdAV/s1600/esodati3.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="212" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwWSJURdhRE86K-ttvGOLOec50tukB949ZxKkcf57jjgU06E_rZMhsXrC9xODSyFHGU5pOISNM8pLqbJ67zbjxVS9cjmJypbgwV2gNHQGxBnDRSsiEBkSSsSz5kuV_FjCwZfDkby-SdAV/s320/esodati3.jpg" /></a></div> <BR><BR>I problemi interni dell’Italia sembrano crescere e andare oltre la capacità del suo governo tecnocrate di risolverli, anche in vista dell’aggravarsi della crisi del debito nell’Eurozona”. Guy Dinmore, in un durissimo fondo, cita lo scontro nell’esecutivo tra il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e i suoi colleghi sulle riforme necessarie per la crescita e lo sviluppo. Quindi il FT attribuisce ad una fonte governativa che vuole restare anonima: “Oggi siamo alla resa dei conti, al tutti contro tutti. C’è motivo di credere che si stia entrando nella fase tre della vita dell’esecutivo, quella delle recriminazioni, dopo un’iniziale luna di miele e il successivo ritorno alla vita vera”. Poi l’affondo finale del quotidiano inglese che è una pietra tombale sul governo di Monti: ”L’Italia è nelle mani di burocrati che stanno combattendo non a favore, ma contro il cambiamento, nonché in quelle di un primo ministro che non si decide a fare i passi decisivi. I mercati – aggiunge Dinmore riferendosi alle riforme promesse, ma tutte mancate, dal taglio delle province alla fiscalità, dalla burocrazia alla giustizia – si renderanno conto a un certo punto che l’Italia non ha fatto molto e che la capacità del governo di spingere importanti, ma impopolari, riforme strutturali in Parlamento, s’è azzerata”. Parole che pesano come piombo e che danno il giusto rilievo ai reali fattori che considerano gli investitori quando si muovono sui mercati.<BR><BR>
Ancora più esplicito il dissenso del Corsera, un giornale sinora montiano al di sopra di ogni sospetto, che parla apertamente e duramente di “governo che ha preso la direzione sbagliata”. In un editoriale firmato dalla coppia Alesina-Giavazzi, il quale ultimo ricordiamo era stato sul punto di essere cooptato dal governo Monti, il Corsera sembra bocciare Monti senza alcuna possibilità d’appello “il cui sforzo riformatore è stato un vero fallimento. Molti osservatori (internazionali, ndr) sono rimasti perplessi e si chiedono in che direzione si muoverà il governo Monti. A noi pare che si vada nella direzione sbagliata”. Bene. Ora a noi sembra incredibile che a grandi esperti della finanza dell’economia e della politica ci sia voluto un anno, immani sacrifici da parte della gente, il dissesto totale del Paese, della sua società, della sua economia per rendersi conto di una cosa che noi nel nostro piccolo avevamo denunciato da subito e più volte ribadito.<BR><BR>
Era infatti evidente, al di là dell’imbroglio e del ricatto dello spread, che guarda caso nessuno di quelli che adesso accusano Monti tira più in ballo, che il nodo della questione non fosse tanto il disavanzo pubblico, quanto il rilancio e la crescita dell’economia per farvi fronte. I debiti si ripagano creando ricchezza dalla quale trarre le risorse per il welfare, per ridurre l’indebitamento, per sostenere la crescita della società. Monti ha invece seguito un disegno perverso: siccome per molto tempo abbiamo vissuto al di là delle nostre reali possibilità, ed è vero, adesso dobbiamo chiudere i rubinetti e rinunciare a tutto quello che avevamo, dalla sanità all’occupazione, dalla scuola ai trasporti, il che è assolutamente assurdo. Un disegno politicamente folle che privilegia una recessione irreversibile ed irrimediabile, anziché creare quella svolta che era nelle attese di tutti dentro e fuori i confini nazionali. Il vero dramma dell’Italia non è quello di avere un debito di 2mila miliardi, ma che questo debito sia stato fatto per alimentare sprechi, clientele, corruzione, spese ed opere inutili. Se i soldi fossero stati spesi per ammodernare lo stato, migliorare la formazione delle nuove leve, informatizzare il Paese, eliminare la burocrazia, ridurre le tasse e sostenere i consumi, mettere in piedi un sistema giudiziale equo, rapido ed efficiente, per migliorare il sistema pensionistico, e le grandi infrastrutture di base quei 2mila miliardi costituirebbero oggi solo una curiosità contabile. Il dramma è che siamo sommersi di debiti nel momento in cui disponiamo di un sistema produttivo esausto, spesso obsoleto e con una efficienza non all’altezza dei tempi e della competizione globale, per cui non abbiamo più le risorse per dare vita alla crescita ed a tutte le riforme ad essa necessarie. Era in questa direzione che si sarebbe dovuto muovere un governo di competenti tecnici. Ed è qui che Monti ha clamorosamente fallito come adesso pare si siano scatenati tutti a contestargli. A cominciare dal Corsera che sottolinea come “il provvedimento più importante che il governo si appresta a varare riguarda le infrastrutture, ma non è questa la priorità dell’Italia, cui servono infrastrutture di altro tipo: una giustizia veloce, certezza del diritto, regolamenti snelli, un’amministrazione pubblica che faccia il suo dovere e non imponga costi enormi a cittadini e imprese, un’università che produca buon capitale umano e buona ricerca, ed una lotta efficace alla criminalità organizzata”. Infine l’ultima bordata: “Ciò che il governo oggi sta discutendo ci pare, purtroppo, molto più simile alla vecchia politica che alla ventata innovatrice che respirammo (in effetti che speravano di poter respirare, ndr) per qualche settimana lo scorso novembre”. Tornando quindi alla domanda sul dove vada Monti la risposta è semplice: Monti non andrà da nessuna parte, ma piuttosto, con la stessa vigliaccheria con la quale ha finto di governare l’Italia, mentre invece assecondava gli interessi suoi personali e quelli dei nemici del Paese, scapperà. Scapperà dalle voragini create nella finanza per decine di miliardi di euro, nella previdenza con un numero ancora non definibile di “esodati”, scapperà da una cambiale da 45 miliardi scadenza 2013 che lui ha firmato alla Merkel, scapperà dal mare di precari e disoccupati che ha creato, scapperà da sistemi fatiscenti nella scuola e nella sanità che invece di risanare ha affossato con tagli scellerati, scapperà da un sistema produttivo che il mondo ci invidiava, ma che lui ha messo in ginocchio, scapperà da un debito irresponsabilmente dilatato a dismisura, scapperà da riforme che non è stato capace neanche di abbozzare, scapperà dalla depauperazione del patrimonio nazionale con l’attacco ai risparmi ed il deprezzamento immobiliare. Scapperà dalla sua presunzione, dalla sua spocchiosa prosopopea ora che tutti hanno avuto la misura del suo rigorismo bilderberghiano salva-banche. E adesso che se ne va, saremmo tutti disposti a firmare se, chi sarà chiamato a sostituirlo, in un anno facesse crescere la produzione industriale del 12 %, l’occupazione del 40%, il Pil del 3 %, se l’indebitamento fosse ridotto del 6 %, se i precari diminuissero del 25 %, se le tasse diminuissero del 30%. Se tutto questo succedesse staremmo esattamente come stavamo un anno fa, né più, né meno. Per fare questo, occorre che il nuovo governo si impegni a smontare pezzo per pezzo, come sostiene il Financial Times, il puzzle messo insieme dal prof ex bocconiano.
E’ questo, più di ogni altro commento, a dare la misura del disastro provocato da Monti.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<BR><BR>Qui trovate l'articolo tradotto dal Financial Times <a href> http://www.investireoggi.it/economia/financial-times-la-politica-fa-scoppiare-la-bolla-monti/ </a href>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-48065033258834683022012-10-10T08:52:00.003-07:002012-10-23T10:43:52.731-07:00Le PUSSY RIOT: la degenerazione di un secolo
“Non si possono minare le fondamenta morali della Russia né si può distruggere il Paese: altrimenti cosa ci resterebbe?” Vladimir Putin sul caso delle Pussy Riot<BR>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw6nZNus8KP8Lm4OV8CtUOgZQVh8W01PwK6SVAwXTy0EVjl19HM59Z0UyuGpfJplPlpXW7J9HFpUhcwkhVJE3IQFWGUOtuFuAbb3b1ZOCe8AweQlqcI5AwwMSYoIPY-Fuf_bTx_SyjJATH/s1600/putin21.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="226" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw6nZNus8KP8Lm4OV8CtUOgZQVh8W01PwK6SVAwXTy0EVjl19HM59Z0UyuGpfJplPlpXW7J9HFpUhcwkhVJE3IQFWGUOtuFuAbb3b1ZOCe8AweQlqcI5AwwMSYoIPY-Fuf_bTx_SyjJATH/s320/putin21.jpg" /></a></div>
Lunedì, il giornale francese “Le Monde” dedicava testardamente un ennesimo articolo alle “gesta eroiche” delle Pussy Riot (“Rivolta della Fica”). L’ennesimo articolo insipido in difesa della “preghiera anti Putin” fatta all’interno della cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca; un ennesimo articolo in difesa di quelle tre povere ragazze divorate “dall’orco” Vladimir Putin; un ennesimo articolo in difesa di un certo tipo di “libertà di espressione”.<BR>
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Fino allo sfinimento, le grandi testate giornalistiche continueranno a criticare una decisione percepita come “assurda” nel mondo occidentale: decisione che, se analizzata un attimo e a sangue freddo, non sembra poi così esagerata. Cerchiamo quindi di capire e di smontare il mito delle “Rivolta della Fica”. La condanna emessa dal tribunale di Mosca è chiara: due anni di carcere e di lavori, con l’accusa di vandalismo fomentato da odio religioso. Di vandalismo ce n’è stato, e di odio religioso pure: l’accusa in sé regge.
La condanna poteva arrivare fino a sette anni, e anche se tutte le previsioni davano almeno tre anni di carcere, alla fine le tre ragazze hanno preso solo due anni. L’atto in sé, era scandaloso: una preghiera politica contenente blasfemi (“Putin è la merda del Signore” dixit oppure “Madre di Dio diventa femminista” dixit) cantata in chiesa avrebbe fatto scattare l’arresto in qualsiasi paese del mondo. Su questo non c’è nessun dubbio. L’odio contro la religione è chiarissimo. Non è un caso che un altro gruppo di sedicenti attiviste femministe, FEMEN, che ha come caratteristica principale quella di mostrare il proprio corpo nudo (?!?) durante qualsiasi azione, dopo la condanna delle loro sorelle ha tagliato una croce di legno posta in memoria delle vittime dello stalinismo <a href> ="http://www.youtube.com/watch?v=RifhGKaDEt)</a>.<BR><BR>
L’ipocrisia maggiore consiste a dire che nei nostri paesi, non sarebbe scattata la condanna: prendiamo come esempio gli Stati Uniti (i più critici verso il verdetto sulle Pussy Riot). Pensate veramente che, se un gruppo di ragazzi si fosse addentrato in una chiesa del sud – est americano, anzi meglio ancora in una sinagoga nel centro di Manhattan, requisendo l’altare, gridando come dei forsennati, disturbando i credenti, insultando con l’atto e con le parole personaggi politici (come Obama o Netanyahu), sarebbe ancora in vita per raccontarlo? Non possiamo esserne tanto sicuri. Proprio in quel periodo, girava la notizia di un poveraccio atterrato da tre colpi di pistola a Time Square, sotto gli occhi di tutti, perché aveva rubato una sciocchezza nel supermercato vicino. Idem con il movimento Occupy che ha sofferto calci e botte per essersi appropriato di spazi pubblici “senza permesso”, e che conta alcuni attivisti “comodamente” installati in carceri americane… Come si permettono gli Stati Uniti di criticare le faccende altrui quando la situazione a casa loro non è limpida? Come si permette Hillary Clinton, di criticare il giudizio di un tribunale russo?<BR>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD_LyMMNLTQv74V3WE07DaSZ14q7vTZpss8o_DCw8JkbtZbrkI-f45cYqo3cXn0WjntKaU3MSDQoxgIw_lXN0dIiUisrU7JtmrzvJ1ub0JRiGX8M6sVsg2R7QLYNnRrdZbsgC_9c7EAgQz/s1600/pussy-riots-42-32914004.jpg" imageanchor="1" style="clear:right; float:right; margin-left:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="320" width="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD_LyMMNLTQv74V3WE07DaSZ14q7vTZpss8o_DCw8JkbtZbrkI-f45cYqo3cXn0WjntKaU3MSDQoxgIw_lXN0dIiUisrU7JtmrzvJ1ub0JRiGX8M6sVsg2R7QLYNnRrdZbsgC_9c7EAgQz/s320/pussy-riots-42-32914004.jpg" /></a></div>
Ricordiamoci che lo stesso giorno in cui è comparso il verdetto del tribunale di Mosca, la Gran Bretagna (sotto ordini americani) chiedeva l’arresto coatto di Julian Assange e minacciava democraticamente l’ambasciata dell’Ecuador di una possibile introduzione manu militari per catturare il fondatore di Wikileaks, contravvenendo senza scrupolo alcuno alla regole dell’extraterritorialità delle ambasciate straniere. Eppure, il mondo pensava alle Pussy Riot… quanta ipocrisia. Vi è un altro fatto interessante: le “Rivolta della Fica”, considerate come “artiste sui generis”, di artistico hanno poco o nulla. Nel passato recente, il gruppo organizzò altre azioni trash a dir poco rivoltanti. Il gruppo sedicente anarchico “Voina”, di cui le tre ragazze condannate fanno tutte parte, organizzò orge sessuali in luoghi pubblici famoso il caso del museo delle scienze, e altre azioni deplorevoli (celebre anche il “pollo nella vagina”,<a href> http://www.youtube.com/watch?v=vGk5L1bjoTw"</a>). Non è la prima volta che queste ragazze compiono azioni contro Putin, ergo Putin le lasciò andare più volte (anche nel caso dell’orgia pubblica) senza troppi problemi.<BR>
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Qui è diverso, la libertà di manifestare di alcune sbandate ha calpestato la libertà di culto di altri, e si sa: la libertà degli uni finisce quando la libertà degli altri comincia. Comunque sia, delle pazze scatenate di questo calibro sarebbero isolate nelle nostre società, eppure quando si tratta di attaccare i nemici di sempre (in questo caso la Russia di Putin) che guarda caso hanno ricominciato a giocare un ruolo attivo nello scacchiere internazionale (ad esempio nella partita siriana), delle degenerate diventano il simbolo della libertà del mondo. La verità è di ben’altro tipo: le Pussy Riot sono un semplice strumento per criticare, aggredire, e intimidire la Russia di Putin. Quando, infatti, si cerca più a fondo, si trovano dettagli interessanti che non appaiono sulle grandi testate mainstream. In un’altra apparizione, le “Rivolta della Fica” brandirono una bandiera dell’OTPOR, organizzazione finanziata dalla Freedom House (fondata da James Woolsey, ex – direttore della CIA) e dalla Open Society Institute (fondata da George Soros…). Ed ecco che l’inciucio è svelato: l’OTPOR (che controlla anche il collettivo nudista FEMEN), è una di quelle organizzazioni che hanno partecipato al colpo di stato contro Chavez, alla caduta della Serbia di Milosevic, e a tante altre azioni politiche etero dirette. Insomma, un’organizzazione di regime.<BR>
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fonte: di Roberto Saverio Caponera
http://www.lintellettualedissidente.it/le-pussy-riot-la-degenerazione-di-un-secolo/Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-65848905128794549212012-09-04T12:31:00.001-07:002012-09-04T12:34:17.445-07:00Nozze gay si? Perchè incesto e pedofilia no?Le coppie omosessuali chiedono con sempre maggiore pressione che lo Stato riconosca le loro relazioni romantiche tra persone adulte e consenzienti. Il matrimonio ovviamente non è un diritto né per gli eterosessuali né per gli omosessuali, tuttavia la richiesta di queste persone è legittima (ognuno può liberamente chiedere che un suo desiderio venga riconosciuto), alcuni governi hanno accettato altri no. Fortunatamente anche l’icona gay del momento, Giuseppe Cruciani, ha riconosciuto durante la puntata del 6/7/12 del suo programma radiofonico che «i Paesi in cui non sono legalizzate le nozze gay sono assolutamente normali».
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_UBPqBLjJR_Kljyg7A9dXpQ-ayhMA-BAoduKlNtI_H7I_-vuzaDCXz0kugOP-q878SHlSuGd7KpBKcLpb9G5T5_jwAnS7x3FgQ2mRzr6K0inWALWJLkRGtQmiZStoUrzWPr1KhFxdMPcX/s1600/matrimoni-gay-italia_001.jpg" imageanchor="1" style="clear:right; float:right; margin-left:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="214" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_UBPqBLjJR_Kljyg7A9dXpQ-ayhMA-BAoduKlNtI_H7I_-vuzaDCXz0kugOP-q878SHlSuGd7KpBKcLpb9G5T5_jwAnS7x3FgQ2mRzr6K0inWALWJLkRGtQmiZStoUrzWPr1KhFxdMPcX/s320/matrimoni-gay-italia_001.jpg" /></a></div>
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Se queste sono le richieste da parte del mondo LGBT, sul sito “LifeSiteNews“ si sono domandati se la «mentalità omosessuale deve spingerci ad accettare anche la pedofilia e l’incesto?». Se infatti basta avere una relazione romantica, basata sul consenso reciproco, per essere riconosciuti come coppia da parte dello Stato, con che diritto si dice “si” a due omosessuali e “no” ad un padre e ad un figlio (maggiorenne o minorenne) che intendono veder riconosciuta la loro relazione romantica-sessuale, godendo dei conseguenti privilegi? Riconoscere la relazione omosessuale e non quella tra padre/madre e figlio/figlia non è forse discriminazione?
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«L’argomento omosessuale», viene scritto, «si basa sul fatto che due persone che si amano l’un l’altro dovrebbero essere in grado di esprimere il loro amore e la società dovrebbe felicemente riconoscere la loro relazione d’amore. Io chiamo questo “mentalità omosessuale“, diventata una mentalità predominante, che ha dimostrato di non tollerare il dissenso». Il problema, viene spiegato, è che «con questa mentalità si può giustificare praticamente qualsiasi cosa in nome dei sentimenti di amore». Perché la relazione d’amore tra due uomini dovrebbe essere privilegiata rispetto alla relazione d’amore tra un padre e un figlio, maggiorenne e consenziente? Se la contrarietà verso il primo tipo di rapporto è omofobia, la contrarietà verso il secondo quale fobia identifica.<BR><BR>
Abbiamo già parlato della questione dell’incesto, ma anche la pederastia rientra in questo argomento. Ovviamente si obietterà che la pederastia è contro il volere del bambino, non c’è consenso. Tuttavia i promotori dell’abbassamento dell’età del consenso per i rapporti tra adulti e minori basano la loro tesi sul fatto che ai bambini dovrebbe essere concesso di liberare la loro sessualità. Attraverso la liberazione sessuale, il bambino fortifica la «genialità spontanea» e si «priva di complessi di colpa» creati brutalmente dalla concezione cristiana e “borghese” della famiglia come scriveva W. Reiche nel celebre “La rivoluzione sessuale”. L’icona gay Mario Mieli affermava in “Elementi di critica omosessuale” (1977) che il bambino «è l’essere sessuale più libero, fino a quando il suo desiderio non viene irregimentato dalla Norma eterosessuale, che inibisce le potenzialità infinite dell’Eros [...]. Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, si, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega».
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXcbdLh4pgsmCXOiBsWOumm9l_ffnE_VfZBc8FrOzVe0KfITjk8HmJPux3S2pxtvLJxGVALZX5nkBgMtHklD59DJ2AQeDDX5NhA1MbtVRCXjF10J7lnJxuSqRVzcwgsdKQDJRRZ-e7XrGC/s1600/violenza_sessuale.jpg" imageanchor="1" style="clear:left; float:left;margin-right:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="240" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXcbdLh4pgsmCXOiBsWOumm9l_ffnE_VfZBc8FrOzVe0KfITjk8HmJPux3S2pxtvLJxGVALZX5nkBgMtHklD59DJ2AQeDDX5NhA1MbtVRCXjF10J7lnJxuSqRVzcwgsdKQDJRRZ-e7XrGC/s320/violenza_sessuale.jpg" /></a></div>
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L’ideologa femminista Shulamith Firestone, nel suo “La dialettica dei sessi” (1970), spiegava che «dobbiamo includere anche l’oppressione dei bambini in ogni programma della rivoluzione femminista… il nostro passo deve essere l’eliminazione della stessa condizione di femminilità ed infanzia», arrivando a far sì che «tutti i rapporti intimi», anche quelli tra genitori e figli, adulti e piccini, includano «anche la fisicità» in senso lato. L’omosessuale Aldo Busi ha affermato: «Può esistere una pedofilia blanda, quella praticata dai bambini sugli adulti. I bambini sono in certi casi corruttori degli adulti. Oggi cercano il capro espiatorio nel cosiddetto pedofilo, come ieri negli zingari, negli omosessuali, negli ebrei, nei palestinesi, nelle donne, ma anche i bambini hanno la loro brava sessualità e che gli adulti non devono più reprimerla». In nome di questa “liberazione sessuale dei bambini”, nel 1977 alcuni paladini laicisti e omosessuali hanno creato un famoso manifesto dove esigevano la depenalizzazione dei rapporti con minori. Firmatari erano: Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang, Louis Aragon, Roland Barthes ecc. Il filosofo laicista Michel Foucault e l’attivista dei diritti omosessuali Guy Hocquenghem hanno spiegato che gli adulti dovrebbero fare sesso con bambini consenzienti, dove per «bambini consenzienti intendiamo che in ogni caso non c’è stata violenza o manipolazione finalizzata a obbligarli ad avere un rapporto affettivo o erotico».
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Insomma, impedire ai bambini “consenzienti” di avere un’espressione sessuale sarebbe un crimine, un’oppressione, tanto che diversi esperti di psicologia stanno oggi tentando di sostenere che la pedofilia è un “orientamento sessuale” paragonabile ad omosessualità o eterosessualità. Sempre più conferenze accademiche mirano ad eliminare lo “stigma” sociale della società rispetto agli uomini più anziani che agiscono sessualmente verso i bambini più piccoli. Essere attratti da minori, dicono, è un orientamento sessuale, una “variante naturale della sessualità umana” (come sostengono alcuni parlamentari in Canada), un’inclinazione come le altre.<BR><BR>
Allora detto questo, la domanda è: è sufficiente amare qualcuno ed essere amati per venire riconosciuti dallo Stato? Se si, perché non riconoscere l’incesto, la pedofilia (non è violenza dicono, ma beneficio verso la liberazione sessuale dei bambini) o la poligamia (il cui consenso generale è cresciuto proprio in seguito all’approvazione delle nozze gay, come si sottolinea qui) e invece riconoscere le coppie omosessuali? «La società», si conclude domandando su “LifeSiteNews”, «finora ha condannato all’unanimità le relazioni che coinvolgono uomini adulti che fanno sesso con i bambini, chiamandole “disgustose” e “moralmente ripugnanti”. La società, fino a non poco tempo fa, ha condannato anche le relazioni omosessuali allo stesso modo. Una società che riconosce oggi le relazioni omosessuali, ci spinge ad accettare anche la pedofilia e l’incesto?».<BR>
La motivazione per offrire un riconoscimento statale ad una relazione sessuale deve essere differente dunque dal mero sottolineare una relazione romantica tra persone consenzienti. C’è bisogno che tale relazione abbia alcune caratteristiche che la rendono unica e vitale per la società, come solo possono essere le relazioni tra l’uomo e la donna, basate sull’incontro equilibrato e naturale tra gli appartenenti dei due diversi sessi, relazioni originalmente aperte alla vita e adatte alla giusta e bilanciata accoglienza di un nuovo essere umano.
<i>da <http://www.uccronline.it></i>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-24202369545294172782012-06-27T05:09:00.000-07:002012-10-23T10:44:37.945-07:00INTERVISTA A BUTTAFUOCO: "GLI ITALIANI TORNINO AD ESSERE DEI NAVIGATORI PER USCIRE DALLA CRISI"La ricetta di Buttafuoco per superare la crisi attuale risiede nell'Eurasia. "I commercianti devono recuperare quello spirito imprenditoriale e tornare ad essere un popolo di santi, eroi, ma soprattutto navigatori"
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<b>La crisi che stiamo vivendo è soltanto economica o c'è dell'altro?</b>
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"Sicuramente in questa crisi c'è un fondamento spirituale, anzi nell'assenza di spiritualità si manifesta questa crisi.
Il fatto stesso che abbiamo forgiato generazioni abituate all'idea del posto di lavoro, anzi abituate più allo stipendio che al lavoro avendo noi abbandonato quella che è stata la tradizione dell'umanesimo del lavoro questo ci ha portato a essere soltanto carne da macello a disposizione dei progetti di globalizzazione nella migliore delle ipotesi o, nella peggiore, a essere soltanto un granaio di consenso a disposizione del primo che arrivava nei nostri paraggi e dettava legge".
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<b>Rispetto alle crisi passate, sembra esserci un maggiore scoramento, quasi come se la speranza di uscire dal tunnel sia una chimera. E' d'accordo?</b>
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"Nel passato c'era un radicamento terraneo, forte che faceva sì che comunque la dimensione fosse quella della profondità, del vivere in profondità, con grande partecipazione perché c'era anche un aspetto corale forte di simbiosi. Adesso siamo solo delle monadi solitarie impazzite, tanto è vero che non abbiamo più davanti a noi una prospettiva. Ti faccio un esempio pratico?"
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<b>Prego</b>
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"Se tu metti a confronto una fotografia scattata a Scampia, allo Zen di Palermo o al Librino di Catania con una scattata in uno slum di Mombay la differenza è totale. Perché sono tutti e 4 quartieri della cosidetta emarginazione della povertà con la differenza che in quello di Mombay tu vedi brulicare la vita, vedi gente che non sta con le mani in mano, che si muove, che si agita, che fabbrica, che si adopera e che cerca di realizzare qualcosa pur nella povertà dei mezzi. Nelle tre foto scattate nelle nostre tre zone vedrai qualcuno appoggiato al muro, qualcun altro ad attardarsi in un bar, un altro ancora impegnato a cercare un cliente per lo spaccio della droga. Dopodiché il deserto totale".
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<b>Lei è anche uno studioso di religioni. C'è qualche colpa da additare al cristianesimo?</b>
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"Il cristianesimo ha smarrito totalmente quella che è l'unica vera spinta propulsiva della religioni che per dirla nel linguaggio di Nietsche è la volontà di potenza. Se tu metti a confronto una foto di una chiesa costruita nel 2012 e una moschea vedrai che la moschea è comunque bella, rifulge di potenza mentre la chiesa avrà questo effetto di grande casamento mesto, triste, disegnato secondo le esigenze e le necessità di quegli scatoloni da periferia. Queso perché nella moschea c'è la volontà di potenza, l'adesione a un progetto di bellezza. Nel cristianesimo è venuto meno. Tanto è vero che si è confusa l'identità religiosa con una specia di società di assistenza sociale, diventando solo un accomodante ufficio di ascolto sociale".
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzQY-9V1EAixEACUaIoJxnfsZt1mYtC31VXarTxhSNgB0ZUwla12FgwuwWEqhyphenhyphenFO6knnKfKUzO4o5QC9PlxRhAiyHEh_PZBKxlkpO66YebegWjOOU7XIX2W6r9GJZMXN8cgPSrFTbiSyp4/s1600/buttafuoco--400x300.jpg" imageanchor="1" style="clear:right; float:right; margin-left:1em; margin-bottom:1em"><img border="0" height="240" width="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzQY-9V1EAixEACUaIoJxnfsZt1mYtC31VXarTxhSNgB0ZUwla12FgwuwWEqhyphenhyphenFO6knnKfKUzO4o5QC9PlxRhAiyHEh_PZBKxlkpO66YebegWjOOU7XIX2W6r9GJZMXN8cgPSrFTbiSyp4/s320/buttafuoco--400x300.jpg" /></a></div>
<b>Secondo lei, siamo al capolinea o c'è spazio per una rinascita?</b>
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"La rinascita, la rigenerazione ci sarà e ha anche un destino ben preciso che è l'Eurasia. La cosa che mi fa ridere in tutto questo parlare di crisi è che noi stiamo a guardare che cosa farà la Germania, la Francia, l'Inghilterra non parliamo poi di cosa può essere la deriva statunitense, ma non ci rendiamo conto invece che vicino a noi c'è una grande potenza regionale come la Turchia che è molto più potente economicamente, commercialmente, culturalmente e anche dal punto di vista della freschezza delle generazioni rispetto a Francia, Inghilterra, Italia". <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b>La rigenerazione risiede nella Turchia, quindi?</b>
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"La patria nostra è quella che ha saputo dare un indirizzo alla via della Seta con il percorso verso la Cina, verso le Indie, verso quella grande traiettoria dove c'era quella capacità dell'italiano di ritrovare se stesso viaggiando nel mondo.
Non è un incaponirsi da erudito perché non lo sono, ma è una indicazione che devono raccogliere innanzitutto i mercati, i commercianti, quelli che devono recuperare giorno dopo giorno questo spirito imprenditoriale e riuscire a fare quello che nella storia è stato sempre segnato da chi ha saputo essere popolo di santi, eroi, ma soprattutto navigatori".
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<b>Che idea si è fatto del fenomeno dei suicidi dal punto di vista sociale e giornalistico?</b>
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"Sui suicidi la penso come il Duce. Bisogna applicare la censura, non bisognerebbe parlarne perché c'è sempre quella dimensione di contagio che poi prende l'opinione pubblica. E' pericolosissimo parlare di suicidi, applicare la morbosità come condimento dell'informazione".
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<b>Un percorso di letture per uscire dalla crisi?</b>
"Una guida del touring club che porti attraverso il percorso della via della Seta. Solo questo, viaggiare, andarsene via".
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Da "Il Giornale" 27/6/2012
Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-24495201997581055452012-05-04T06:41:00.000-07:002012-10-23T10:45:42.927-07:00La stupida ipocrisia del governo dei suicidi.Non è l’Abc l’alfabeto che ha segnato il nuovo inizio della politica italiana nell’era Monti. Non è nemmeno un nuovo inizio, quello segnato dall’arrivo del 2012, ma solo una fine annunciata. Una fine lunga e dolorosa. Forse l’ottimismo a cui faceva spesso appello Berlusconi era irresponsabile – come sostenevano cento e cento soloni – ma almeno la gente non si suicidava. I lavoratori non si davano fuoco come dei bonzi tibetani, i commercianti non si impiccavano, i disperati non si asserragliavano con degli ostaggi nelle sedi di Equitalia. Che politica è quella che sposta di giorno in giorno l’indice della responsabilità su una categoria o una parte dei cittadini? I parlamentari, i farmacisti, i commercianti, gli statali, i sindacati... nessuno è responsabile per l’oggi, tutti responsabili per ciò che accadeva prima che il Messia arrivasse a dirci, con disprezzo e arroganza, che tutto questo ce lo siamo meritato, che siamo gli artefici del nostro destino, che abbiamo scelto sempre i governanti sbagliati e che siamo tutti ignoranti, inetti, meschini e servi. Tutti – eccetto lui – abbiamo parassitato la società, passando troppi anni all’università, prendendo il doppio stipendio, approfittando delle tutele sindacali, restando a casa coi genitori e non pagando il biglietto dell’autobus. Tutto vero, ma lui dov’era? A lavorare in una miniera di carbone in Belgio? I suoi figli hanno avuto difficoltà a piazzarsi nei board delle più influenti finanziarie del mondo? Hanno dovuto fare gli studenti lavoratori per pagarsi gli studi universitari? Non hanno avuto trattamenti di favore dai colleghi professori del paparino? E lui, che non si è mai esposto al giudizio della gente ma è sempre stato cooptato dall’alto, nel lavoro come nella politica, è l’esempio da additare ai nostri figli?
di Marcello de Angelis, tratto dal "Secolo d'Italia" 03/05/2012Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-30911102847483563252012-03-19T07:58:00.004-07:002012-03-19T08:06:06.281-07:00Le sezioni, dove ognuno costruiva il suo sognoC’erano una volta le sezioni di partito. C’erano una volta i partiti, verrebbe da aggiungere. Quelli, tuttavia, ci sono ancora. Leggeri, come si usa dire. Liquidi, che è cosa diversa da trasparenti. Le sezioni, invece, no. Il circolo ne è il succedaneo, ma il sapore resta diverso e sfidiamo chiunque a sostenere che la margarina possa davvero sostituire il burro. Stesso discorso per il club, luogo neutro a metà tra l’ufficio di rappresentanza e quello di collocamento. I comitati elettorali, poi, sono tristemente estemporanei. Nascono, crescono e muoiono nell’arco di poche settimane: bruchi che non diventano farfalle. Alimentano suggestioni spudoratamente mirate al consenso e si spengono come fuochi fatui lasciando tracce di nastro adesivo sulle vetrine e santini eccedenti da smaltire. I militanti in crisi di vocazione vengono rimpiazzati, all’occorrenza, dalle hostess. I contenuti soppiantati dalla (bella) presenza.<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtw7fFgXJPt1-49zIUmTZsKLwROGvPLsLAdmfK3qiUAjM8BVgIn5l9R80jY8i_wv5xkBZgLCn8gfMdhKzJ8ptOwfSEWuhzKwxNKsaELCPYETs7xRJxjE2hyoPoQUKY8IPmdXrInEipqN3T/s1600/pci.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 223px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtw7fFgXJPt1-49zIUmTZsKLwROGvPLsLAdmfK3qiUAjM8BVgIn5l9R80jY8i_wv5xkBZgLCn8gfMdhKzJ8ptOwfSEWuhzKwxNKsaELCPYETs7xRJxjE2hyoPoQUKY8IPmdXrInEipqN3T/s320/pci.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5721624488895090546" /></a><br /><br />Sembra passato un secolo e sono appena pochi lustri. Una stagione, quella della partecipazione politica, rimossa dall’immaginario collettivo, quasi sconosciuta dalle giovani generazioni. Quando la scelta elettorale presupponeva anche una relativa affiliazione sindacale, sportiva e ricreativa. Dopo il “rompete le righe” di Tangentopoli, simboli e partiti con cui gli italiani avevano una lunga “familiare” consuetudine, sono stati archiviati. «Eppure dietro il simbolo sbarrato sullo Scudo Crociato, la Falce e il Martello, il Garofano Rosso, la Fiamma Tricolore, l’Edera Verde, il Sole Nascente, la Bandiera Tricolore con la scritta Pli, la Rosa nel Pugno, c’erano delle narrazioni, delle visioni del mondo, degli intenti pedagogici, delle agenzie di formazione e informazione». <br />Così scrive Andrea Pannocchia nel volume Quelli che… la sezione. La militanza politica in Toscana nella Prima Repubblica (Eclettica Edizioni, pp. 345 euro 16). Intendiamoci: quella di Pannocchia, dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione presso l’Università di Firenze, non è un’operazione vintage. Schiva, con l’obiettività dello studioso, la tentazione di farsi laudator temporis acti, «adulatore di un passato che spesso si tende a considerare una sorta di Eden perduto».<br />La questione che pone è: si è buttato via, assieme all’acqua, anche il bambino? La mission del libro è cercare di ricostruire, attraverso la voce dei protagonisti, come si viveva la politica ai tempi della Prima Repubblica. Un viaggio a ritroso nel tempo, ma finalizzato a capire qualcosa di più sull’attualità e soprattutto sulle prospettive del nostro sistema partitico. Chi erano e che vita conducevano i militanti? Come si diventava dirigenti di partito e amministratori pubblici? Com’era stata vissuta la scomparsa dei rispettivi partiti e se e come vi era stata una ricollocazione nel nuovo sistema? Pannocchia, aiutato da Fabio Calugi per la componente storiografica, ha lasciato che a rispondere fossero dieci politici locali, uno per ognuno dei dieci partiti e delle dieci province toscane presenti nel 1987, anno campione della ricerca. Anno in cui tutti erano contro tutti, senza alleanze precostituite e con il Pci a farla da padrone. Regione “rossa” per eccellenza, la Toscana, in cui in nove province su dieci il partito di gran lunga più forte era quello comunista, che arrivava dietro alla Dc solo in provincia di Lucca.<br />«Terra irriducibile ai cambiamenti esterni come il villaggio gallico di Asterix di fronte agli assalti dei romani», ma non per questo priva di vivacità. Il saggio di Pannocchia ne offre uno spaccato inedito: «I radicali ospitati, quasi come marziani, nelle Case del Popolo di Prato, i minatori missini di Ribolla che combattono battaglie di sopravvivenza politico-sindacale mentre i cislini della Lebole di Arezzo si mobilitano per non soccombere all’egemonia della Cgil, i repubblicani sfrontati che vanno ad attaccare manifesti a Turano, la frazione più rossa di Massa, i militanti di Dp di Empoli che vogliono convincere i clienti della Coop a boicottare i prodotti israeliani, i fascisti grossetani sostenitori di Junio Valerio Borghese o che rimpiangono le imprese orbetellane di Italo Balbo; i socialisti di Pontedera che arrivano prima dei comunisti al domenica mattina alla Piaggio a distribuire L’Avanti!».<br />Più che davanti a un saggio sembra di venire proiettati in un romanzo corale in cui non tutti gli “eroi” hanno un nome. Ci sono quelli che l’autore chiama «gli angeli del ciclostile», quelli che non sono mai stati eletti ma che non per questo hanno vissuto meno intensamente quegli anni. Forse non erano “tecnici”, ma ingegnosità e generosità ne avevano in abbondanza. Personaggi eccezionali nella loro normalità e talvolta picareschi nel vissuto politico quotidiano. Idealisti e cinici, manovratori di eserciti e avventurieri solitari. Esistenze divise tra momenti privati e <a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIELZFRfkfZHNiKDeHcyusv2XpejRQo6SQiP3Ei0IOZoWPT7bOXsxKsRRKRZuq8aHSAlU6kGFwDqoa-GbbePQq2k111JAwTAbEoBB22Ku-TAsLdTZWQRtx4Cl0h-CKLl2Rj_-pkN1AwFuG/s1600/sezione-garba-msi.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 290px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIELZFRfkfZHNiKDeHcyusv2XpejRQo6SQiP3Ei0IOZoWPT7bOXsxKsRRKRZuq8aHSAlU6kGFwDqoa-GbbePQq2k111JAwTAbEoBB22Ku-TAsLdTZWQRtx4Cl0h-CKLl2Rj_-pkN1AwFuG/s320/sezione-garba-msi.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5721624571527196242" /></a><br />istituzionali, passioni di parte e responsabilità di amministratori del territorio. Ognuno con una storia da raccontare, le cui parole, parole di militanti che in molti casi sono stati e sono importanti dirigenti e pubblici amministratori, aiutano il lettore a capire cosa significasse «aprire una sezione, condividere idealità, organizzare riunioni, formare decisioni e quanto una sezione potesse diventare anche uno spazio fisico e simbolico da difendere». <br />Perché chi decideva di fare politica, in particolar modo nel Msi, sapeva di mettere a repentaglio la propria vita. Senza, peraltro, avere alcuna prospettiva di “carriera”. La testimonianza di Andrea Agresti, classe 1953, consigliere regionale del PdL con un passato da militante della Giovane Italia e poi del Fronte della Gioventù – «segretario per carenza di militanti», si schernisce – è esemplare. Dopo oltre vent’anni di consiglio comunale, ovviamente all’opposizione, nel 1997 divenne vice sindaco di Grosseto, carica che ha mantenuto per due mandati. «Avrebbe mai pensato, da militante missino, di diventare un giorno vice sindaco della sua città?», gli domanda l’autore. « No, anzi non pensavo nemmeno di invecchiare», è la significativa risposta. <br />Il tempo, però, passa. La legge elettorale è cambiata, il venir meno delle preferenze sembrerebbe rendere l’organizzazione superflua, la selezione della classe dirigente non passa più per le sezioni ma avviene per mera cooptazione. Ed è un male, perché i giovani, grazie al confronto con i “vecchi”, i militanti più esperti, diventavano di norma uomini culturalmente più solidi e amministratori preparati. Certo, ci sono le nuove opportunità offerte dalle moderne tecnologie di comunicazione e altre forme di autorganizzazione dal basso. C’è Facebook. C’è Twitter. Con le epoche storiche cambiano modalità ideali e pratiche del fare politica. Se uno in un partito si trova in minoranza, piuttosto che misurarsi con gli altri, ne fa subito un altro. Con buona pace di chi l’ha votato.<br />Pannocchia non si iscrive nel novero degli apocalittici. La sfida con la modernità non si affronta alimentando velleitari ritorni al passato. Il che non toglie – conclude l’autore – «che non si costruisce niente senza un partito vero, un’organizzazione, una struttura fatta di militanza, di confronto fra la base e i vertici, uno scontro anche interno se necessario duro, una serie di regole democratiche per la selezione delle classi dirigenti. Senza dei valori, delle coordinate culturali, di un minimo comune denominatore. Senza precisi canali di partecipazione e processi di formazione incentrati su una lunga gavetta. E molto spesso senza un luogo in cui ritrovarsi e discutere». Le sezioni, per l’appunto. Dove sia ancora possibile costruire progetti, elaborare visioni, organizzare adeguate forme di militanza politica. Anche in tempo di antipolitica dilagante? Sì, perché costruire è meglio che demolire.<br /><br />di Roberto Alfatti Appetiti dal Secolo d'ItaliaGiovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-71624362073400492632012-02-25T05:54:00.002-08:002012-02-25T05:57:38.010-08:00SALVIAMO I NOSTRI MARO'!<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc6IAIu9Txipc8BS_6_e51KdDMQ-lnzreh_dh1O5-vgsZmNWBxqeDFTIIDuUvPajR99yyqSEADsV7e0pVwjf0QJEzSaGSSTmZDkBJnFFmcIG0uJx2h0r5ax7IuKtoi1AyM_sbLGl6f61Sx/s1600/418223_366662766686270_366662573352956_1378961_225550577_n.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 472px; height: 550px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc6IAIu9Txipc8BS_6_e51KdDMQ-lnzreh_dh1O5-vgsZmNWBxqeDFTIIDuUvPajR99yyqSEADsV7e0pVwjf0QJEzSaGSSTmZDkBJnFFmcIG0uJx2h0r5ax7IuKtoi1AyM_sbLGl6f61Sx/s400/418223_366662766686270_366662573352956_1378961_225550577_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5713071277960145874" /></a><br /><br /><br />I nostri soldati del glorioso reggimento San Marco sono vittime della cattiva diplomazia italiana, totalmente incompetente nonchè specchio dell'incapacità di fare e creare politica da parte del governo Monti, un governo non eletto, di stampo burocratico e amico delle banche, quindi assolutamente incapace di gestire situazioni di crisi come questa. <br /><br />RIPORTIAMO I NOSTRI MARO' A CASA!Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-90008803556918253032012-01-07T05:38:00.001-08:002012-10-23T10:46:02.398-07:00ACCA LARENZIA, 34 anni dopo i gendarmi della memoria si fanno risentire.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-butZ17I0KOuLG4jdJggfdsaNf1jrP5g2IJ5J-S4Afyr1UrfwbF3J1NnkjZDqLPlzQ_lf06KCyBdO3u7ysjLDprSjk_jjTw4ojjbSk4hByuaaN0v4nFTTL45anYlvfMqYMhz6QgaazAs2/s1600/468_24_medium.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-butZ17I0KOuLG4jdJggfdsaNf1jrP5g2IJ5J-S4Afyr1UrfwbF3J1NnkjZDqLPlzQ_lf06KCyBdO3u7ysjLDprSjk_jjTw4ojjbSk4hByuaaN0v4nFTTL45anYlvfMqYMhz6QgaazAs2/s320/468_24_medium.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5694889480049059826" /></a><br /><br />Esisterà mai in questo benedetto ma anche sfortunato paese un giorno in cui la memoria sarà condivisa da tutte le parti politiche? Esisterà mai un giorno in cui la violenza politica di quei maledetti anni di piombo sarà condannata NEI FATTI dagli eterni "antifascisti"? Dopo 34 anni da quella orrenda sparatoria dove morirono 3 giovani militanti del Fronte della Gioventù, ancora oggi polemiche sterili e fini a sè stesse vengono riaccese dall'Associazione dei partigiani, che vuole vietare l'annuale commemorazione a Roma organizzata dai gruppi di Destra riuniti nel comune ricordo dei loro camerati caduti. Ma in nome di quali alti principi si può negare la commemorazione di 3 ragazzi di 18 20 e 19 anni che sono stati uccisi solo perchè rei di militare in un movimento di Destra? Sono queste la libertà e la democrazia tanto osannanate dai partigiani? <br /><br />In realtà, ogni anno, questi signori, uniti al loro codazzo di benpensanti democratici e radical chic, dimostrano solo di essere dei biechi gendarmi della memoria, che si arrogano il diritto di decidere quali sono i morti che possono essere ricordati e ricoperti di retorica, e quali invece debbano essere dimenticati e ricoperti dalla vergogna e dal disprezzo per aver militato dalla parte "sbagliata". <br /><br />Sperando che arrivi il giorni in cui questi gendarmi saranno finalmente zittiti dagli italiani (oltrechè dalla Storia), noi oggi rivolgiamo un pensiero a Franco, Francesco e Stefano, caduti in anni difficili e tristi, e lanciamo al cielo, per loro, il nostro triplice PRESENTE!<br /><br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj36CXB8hKTs5E6EQvOZMCfdHZJJTtuCCZPsm96McvKPRz69F9MnxWwo577FjxtRp44GrlbY8uvnnO6qdVtfKDvQuZHXXSbgiOOwdgEMNgfBxQ2dQb8mRY18GS5aQZ91saPtdyLase5xONT/s1600/ft_011.gif"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 155px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj36CXB8hKTs5E6EQvOZMCfdHZJJTtuCCZPsm96McvKPRz69F9MnxWwo577FjxtRp44GrlbY8uvnnO6qdVtfKDvQuZHXXSbgiOOwdgEMNgfBxQ2dQb8mRY18GS5aQZ91saPtdyLase5xONT/s320/ft_011.gif" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5694888458488144930" /></a>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-42833686937821641602011-12-25T16:12:00.000-08:002011-12-25T17:09:41.371-08:002011, anno di successi per la comunità varesina. Grazie a tutti voi!E' tempo di bilanci. Anno 2011, anno ricco di esperienze, di successi e di tanta tanta militanza attiva quotidiana. Questo 2011 possiamo dire che sia stato l'anno della nostra conferma a livello di gruppo, ossia -seppur con diversità di vedute sotto certi punti di vista- essere sempre coesi nel volere dare qualcosa di più alla nostra comunità attraverso risposte concrete e azioni degne di noi.<br /><br />Nonostante governi tecnici e scandali vari legati alla politica nazionale, nonostante la generale sfiducia verso i partiti e verso la politica che si può facilmente percepire andando nelle piazze, la Giovane Italia Varese c'è, e va avanti a testa alta, si ingrandisce, si radica, si conferma primo movimento giovanile militante di Destra in tutta la provincia. <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPojJ9jLfLD-Cm9eAmBR_X_CmolNyR9-aWyP1KziIMO-NhA2yxfwuJb5cgOoHk_qIcR9QfQQgWAKhtW0XDvbQjxlWEj6mSEjf1ymVt_Q5todKdoIOPYeesrxKxDucpIHgIRrDiKvTZMVnu/s1600/Foto0172.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPojJ9jLfLD-Cm9eAmBR_X_CmolNyR9-aWyP1KziIMO-NhA2yxfwuJb5cgOoHk_qIcR9QfQQgWAKhtW0XDvbQjxlWEj6mSEjf1ymVt_Q5todKdoIOPYeesrxKxDucpIHgIRrDiKvTZMVnu/s320/Foto0172.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690235870156055954" /></a><br /><br />Decine di banchetti, da Gennaio a Dicembre, con unico mese di sosta il mese di Agosto, hanno caratterizzato la nostra militanza, così come gli innumerevoli volantinaggi fuori dalle scuole di Varese, Luino, Busto Arsizio e Tradate, perchè la base di ogni attività militante è il volantino, ed è questo che abbiamo tentato di insegnare ai nuovi militanti che sono entrati nelle nostre sezioni a Varese come a Gallarate come a Busto. <br /><br />Striscioni su temi che a noi stanno particolarmente a cuore, come Sergio Ramelli, le Foibe, ma anche su tematiche di politica locale e nazionale, non da ultimo gli striscioni appesi contro il governo delle banche presieduto da Monti, contro il quale abbiamo anche fatto un piccolo flash mob in centro che ha riscosso molta curiosità tra i varesini. <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKiq01zMXQ_ftpS6WXDR0IyrOZLy14iiZFv2QVx2f4ywzTXQSVql6gjb9Q_SGtLRug6nOB9v9g-Zh0hyphenhyphendPmsLfi7N6eGTaaMCZ_NpndCH-INCyGasY7EXnQf3Rp-iodVX_YBc7mEIIBz8F/s1600/393358_2685659099494_1196886927_33272137_888944593_n.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKiq01zMXQ_ftpS6WXDR0IyrOZLy14iiZFv2QVx2f4ywzTXQSVql6gjb9Q_SGtLRug6nOB9v9g-Zh0hyphenhyphendPmsLfi7N6eGTaaMCZ_NpndCH-INCyGasY7EXnQf3Rp-iodVX_YBc7mEIIBz8F/s320/393358_2685659099494_1196886927_33272137_888944593_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690236992759843922" /></a> Come non citare anche lo splendido rapporto di cameratismo che è nato con la realtà bustocca dell'Ardito Borgo, con cui i nostri ragazzi hanno organizzato conferenze e <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHXuG-1Q5gGVjNFoDuzhXAuHcLO0Z3Hfdwmx0QUdgg8DFtz39eIX8zMJ3wnJ1BtHnYdVeNDpFobyiR5NCz2sSAilX9IpI_VZsyxTAdET22QbM9saFNwjDqqM4yaVpY-jfSjmXLtKrWnzv/s1600/183044_1855679800569_1498053625_32107988_5620_n.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 180px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBHXuG-1Q5gGVjNFoDuzhXAuHcLO0Z3Hfdwmx0QUdgg8DFtz39eIX8zMJ3wnJ1BtHnYdVeNDpFobyiR5NCz2sSAilX9IpI_VZsyxTAdET22QbM9saFNwjDqqM4yaVpY-jfSjmXLtKrWnzv/s320/183044_1855679800569_1498053625_32107988_5620_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690236418619009650" /></a><br />manifestazioni, e, ovviamente, cantato a squarciagola durante i numerosi concerti di musica alternativa che si sono tenuti nella nostra provincia: DDT, Garrota, Skoll, Fabio Costantinescu, ma anche gli Antica Tradizione in Comunità Giovanile, la collaborazione con la quale dura da anni ed è continuata anche quest'anno. <br /><br />La primavera è stata caratterizzata da un impegno costante di tutti noi per le elezioni comunali, che hanno visto trionfare il nostro "Cose" <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiy4x4uNpgl26haO3dxxWcjfVwvPUqqg-F9e4mol8ktPgzuOwjgVM1qXGZfJACDi2QXFJ18EURs9cYWVbCA-6KHlX37Ihuy9BeNWYWkCWIfr2Fddr9rpcr_rWkldeUwwLGPePXjw5LtJbb/s1600/390220_113996585383081_100003182218018_80619_1169975631_n.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 213px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiy4x4uNpgl26haO3dxxWcjfVwvPUqqg-F9e4mol8ktPgzuOwjgVM1qXGZfJACDi2QXFJ18EURs9cYWVbCA-6KHlX37Ihuy9BeNWYWkCWIfr2Fddr9rpcr_rWkldeUwwLGPePXjw5LtJbb/s320/390220_113996585383081_100003182218018_80619_1169975631_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690234966825645122" /></a>per il consiglio comunale a Varese insieme alla rielezione del "Checco" al consiglio comunale di Busto. Un successo che ha dimostrato a tutti quanti, ai nostri detrattori in primis, ma poi anche a noi stessi, che non c'è ostacolo che tenga se la politica genuina e disinteressata si fa strada, e i nostri concittadini hanno voluto premiare il nostro impegno, regalandoci uno splendido successo elettorale, riconosciuto subito dopo con la nomina del nostro presidente provinciale, Stefano Clerici, ad Assessore all'ambiente a Varese.<br /><br />I mesi estivi sono stati poi ricchi di attività militanti e di svago per tutti noi, come giusta ricompensa per quanto da noi faticosamente ottenuto alle elezioni..!<br />La celebrazione del solstizio d'estate al forte di Orino con annesse bevute e canzoni attorno al fuoco per tutta la notte, il viaggo identitario in Irlanda alla scoperta di quella meravigliosa terra che tanto ha da insegnarci,<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig0dhyphenhyphenaGr0_c-eJEipMpW-GIIKHOkBLeLVGIEWrgGADQH4Q6nPqU_Xru_dsAfZVK7v9XnzjXS4TRGf2hAqiIwUU9wo6me3LYfUjzAVsQk_cyNE1Z9QeYlNbN6hW4EYAnE3PvK6mz7fsvA6/s1600/DSCN1285.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEig0dhyphenhyphenaGr0_c-eJEipMpW-GIIKHOkBLeLVGIEWrgGADQH4Q6nPqU_Xru_dsAfZVK7v9XnzjXS4TRGf2hAqiIwUU9wo6me3LYfUjzAVsQk_cyNE1Z9QeYlNbN6hW4EYAnE3PvK6mz7fsvA6/s320/DSCN1285.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690235206518800226" /></a> <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ38LsXqM9MaRbp0jTv8Amn4iBC_FK8iobPNx6FzHncSEdeAd1ksDYP_Bx5NEjDByl0_HV9POcJ8EVRhS__9eQwIHzIm5GrLwxfp0NiBCdS01UUoTVIDku7BiJw7sHXzXXoCtv8uTibiCc/s1600/DSCN1486.JPG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ38LsXqM9MaRbp0jTv8Amn4iBC_FK8iobPNx6FzHncSEdeAd1ksDYP_Bx5NEjDByl0_HV9POcJ8EVRhS__9eQwIHzIm5GrLwxfp0NiBCdS01UUoTVIDku7BiJw7sHXzXXoCtv8uTibiCc/s320/DSCN1486.JPG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5690234106512633938" /></a>il campo Plus Ultra della destra sociale a Percile, la festa nazionale della Giovane Italia - Atreju a Roma, Aslan - la festa della Destra lombarda a Monza.. un estate ricca e che ha ulteriormente cementificato i legami esistenti all'interno della nostra comunità!<br />Da ultimo la gita del 9 Ottobre al Vittoriale degli Italiani in onore di Gabriele d'Annunzio ha dato il via alla ripresa delle attività prettamente politiche, che si sono incentrate sul tesseramento, sul reclutamento nelle scuole e sul grande problema della speculazione finanziaria internazionale nei confronti dell'Italia, organizzando anche una conferenza sul signoraggio bancario presso il museo del Tessile a Busto.<br />Sempre a Busto grazie ai nostri ragazzi la nuova sede del PDL di via Confalonieri è diventata un luogo di ritrovo per tutti gli iscritti e simpatizzanti del partito e del movimento giovanile, mentre la riapertura della storica sede del MSi prima e di An poi in Via Piave a Varese è prevista per Gennaio/Febbraio del 2012.<br /><br />Non da ultimo, è giusto citare anche le conferenze dedicate al 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia organizzate a Busto, l'intitolazione dei giardinetti del Liceo Classico di Varese al grande filosofo Giovanni Gentile (con annessa polemica studentesca sulla figura del Gentile teorico del Fascismo), la nascita di Avanguardia Studentesca come movimento presente nelle scuole della provincie,, l'adesione alla rete dei Patrioti - la lobby degli italiani e il corteo a Bolzano per protestare contro la parziale rimozione del monumento alla vittoria italiana nella Grande Guerra.<br /><br />Il 2011 insomma è finito sotto i miglior auspici per la nostra comunità, che ha saputo raccogliere tanto consenso, tanti successi e anche tante nuove adesioni di ragazzi grazie all'impegno costante di tutti i nostri camerati che hanno sacrificato tempo libero, sforzi e soldi per potersi guadagnare i propri spazi all'interno di un partito che spesso non ci ascolta ma anche sui giornali e nelle piazze, dove la gente si avvicina ai nostri banchetti e quasi si stupisce che esistano ancora giovani in grado di impegnarsi per dei valori in cui nessuno sembra più credere.<br /><br />Augurando a tutti Buon Natale e un felice anno nuovo, siamo pronti a ripartire per un 2012 nel quale vogliamo essere protagonisti. La strada sarà in salita, forse più o forse meno degli anni passati chissà, ma a noi, in fondo, le salite più sono ripide e più ci affascinano.. <br /><br />In Alto i Cuori!<br /><br />Leslie Mulas<br />Luca FoleganiGiovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-71045448135447549042011-12-22T18:09:00.000-08:002011-12-23T07:13:54.484-08:00STRISCIONI NEL QUARTIERE DI MONTI CONTRO LA TECNOCRAZIA!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqhXWPWXN6LfiuuteNze7y6uGWNRwlgberFUMYOIKtPtbHiXyYHzivQqz8AIuG8hKl6vFbCVMF9vHdJT4VGysaU0_iAMPyMlJ0B7p9ZqM6SRpWDz5Ytp2CuKaO2b2fuM3h6bwnfzwjOFdD/s1600/231211-0227%2528002%2529.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:right;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 192px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqhXWPWXN6LfiuuteNze7y6uGWNRwlgberFUMYOIKtPtbHiXyYHzivQqz8AIuG8hKl6vFbCVMF9vHdJT4VGysaU0_iAMPyMlJ0B7p9ZqM6SRpWDz5Ytp2CuKaO2b2fuM3h6bwnfzwjOFdD/s320/231211-0227%2528002%2529.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5689341616177997138" /></a><br />Militanti della Giovane Italia Varese hanno appeso questa notte nel quartiere di Sant'Ambrogio tre striscioni contro la manovra cosiddetta "salva italia" e il governo tecnico. La scelta del quartiere non è casuale, visto che il premier Monti ha vissuto in passato in una villa della zona, ed è proprio qui che simbolicamente sono stati appesi li striscioni lungo la via principale del quartiere. <br />"Giù le mani dai risparmi italiani", "Il governo tecnico nuoce gravemente alla salute" e "Sopra la banca l'Italia campa, sotto la banca l'Italia crepa!" sono le frasi scelte per far sentire la nostra voce contro questo governo che ci prende in giro quotidianamente con la scusa dell'equità e del rigore per mettere nuove tasse e impoverire gli italiani, toccando il loro punto forte: il risparmio delle famiglie. <br /><br />Questo governo tecnico, esattamente come avevamo gridato fin da subito, si è rivelato tutto fuorchè un governo di salvezza dalla crisi. Lo spread è ancora a livelli alti, sopra i 450punti (anche se dopo le dimissioni di Berlusconi nessuno più ne parla, chissà perchè...) e questa manovra causerà alle famiglie una stangata di centinaia di € all'anno, ma a nessuno dei nostri grandi commentatori sembra importare, visto che ogni voce contraria a questa manovra "impoverisci-Italia" è bollata come irresponsabile e contraria al bene nazionale. L'unica cosa irresponsabile in questo momento è continuare a sostenere questo governo di tecnocrati e di banchieri, incapace di qualsiasi decisione di buon senso e buono solo a fare danni. <br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfEgDQtXNJb6GmRVfTBjjNXYk_d589TPKVm0Znid-MpOrE9U7eSLkejD-sSmjP2xRmS7k-lpE1Isgxfgb-Ahjz7UpLdBzc-oPSCn-iuJGSS5TLg13E9HDxF-D8iS0QyXkfVn1-UOwq37Ce/s1600/Foto0187.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfEgDQtXNJb6GmRVfTBjjNXYk_d589TPKVm0Znid-MpOrE9U7eSLkejD-sSmjP2xRmS7k-lpE1Isgxfgb-Ahjz7UpLdBzc-oPSCn-iuJGSS5TLg13E9HDxF-D8iS0QyXkfVn1-UOwq37Ce/s320/Foto0187.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5689341791573502162" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggPLm2mHo4-IAohifcrdcsTHfwKLfqT1kCHHjTrnmfFd2jbQVoKrOkezK4GM2EyOzGVJtFyvUWcgIr8nH2yVaevGCPCy6qLA6ooGhiy7uipCx9aF9wyXP9jg98gxNavHe8PMKDTi0RV3cD/s1600/231211-0228.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 192px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggPLm2mHo4-IAohifcrdcsTHfwKLfqT1kCHHjTrnmfFd2jbQVoKrOkezK4GM2EyOzGVJtFyvUWcgIr8nH2yVaevGCPCy6qLA6ooGhiy7uipCx9aF9wyXP9jg98gxNavHe8PMKDTi0RV3cD/s320/231211-0228.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5689341674002105234" /></a><br /><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3KkhX3OjnCqORfvYl5KPSGZ1j6jufiy57u2cHwXF8Cn-cnAIMAOMoTRKBV2zgSCZXpwaFS6Dmy1D75_YyTThTFvFFfO9S4DayI0lxgIEaX0rxLjZPqpYDzk4Cdaf1d1vzXcqRgxAn-eZs/s1600/231211-0213.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:left;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 192px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3KkhX3OjnCqORfvYl5KPSGZ1j6jufiy57u2cHwXF8Cn-cnAIMAOMoTRKBV2zgSCZXpwaFS6Dmy1D75_YyTThTFvFFfO9S4DayI0lxgIEaX0rxLjZPqpYDzk4Cdaf1d1vzXcqRgxAn-eZs/s320/231211-0213.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5689341499814812162" /></a>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-29482306615464572202011-12-16T10:24:00.000-08:002011-12-16T10:44:43.819-08:00COMUNICATO CONTRO LA CRISI: NO ALLA MANOVRA MONTI!Senza nemmeno sorprenderci più di tanto, prendiamo atto del disastro che la manovra cosiddetta “salva Italia” varata dal governo Monti provocherà per l’economia e le famiglie italiane. Confidiamo nel fatto che tutti coloro i quali, anche all’interno del nostro partito, speravano nelle “competenze” del governo di tecnocrati per risollevare il paese si siano ravveduti e abbiano cambiato idea riguardo a Monti. Tasse, tasse, tasse e ancora tasse; nessun provvedimento per la crescita, nessun provvedimento mirato allo sviluppo e tanti, troppi favoritismi alle banche, principali sponsor di questo governo di finanzieri. Come si può pensare di risollevare l’economia aumentando il prezzo della benzina, obbligando pensionati e operai a aprire conti in banca per ritirare stipendi e pensioni per colpa della nuova tracciabilità sopra i 500€, inserendo il grande fratello sui conti correnti, aumentando l’iva al 23%, facendo pagare una super ICI sulla prima casa? <br /><br />Era proprio necessario un governo di tecnici per imporre nuove tasse? La tanto sbandierata equità dei provvedimenti è in realtà una enorme fesseria, perché se è vero che benzina e IVA sono pagate da tutti, è altrettanto vero che il più colpito da questi aumenti sarà il ceto medio-basso che ha già pesantemente vissuto gli effetti di questa crisi sul suo portafoglio negli anni precedenti. <br />Fin da subito noi della Giovane Italia Varese ci eravamo schierati coerentemente contro ogni governo tecnico e chiedendo le elezioni come unico rimedio alla crisi di governo, e adesso i fatti ci danno ragione. Nessuna crescita e nessuno sviluppo può arrivare solo tassando il ceto medio. Dove sono i tagli all’elefantiaco apparato pubblico promessi, vedi stipendi dei dirigenti pubblici, enti inutili, ecc? Dove sono i provvedimenti per la crescita economica e per il sostegno dei consumi? Tra le lacrime di coccodrillo del ministro Fornero e la pagliacciata della prima alla Scala “all’insegna della sobrietà”, speriamo che in parlamento il PDL non si renda complice di questa manovra iniqua e si impegni per migliorarla quanto più possibile per poi staccare la spina a questo governo ed andare a elezioni subito. Non possiamo lasciare le storiche battaglie della destra per la sovranità popolare in mano alla sola Lega Nord; non possiamo continuare ad appoggiare un esecutivo che impoverirà gli italiani per bene senza colpire coloro che hanno causato la crisi, cioè banchieri e speculatori finanziari. Basta ipocrisie soprattutto all’interno del Poplo della Libertà, basta intimidazioni e minacce da parte di Unione Europea e Presidente della Repubblica che stanno togliendo al popolo italiano quel poco di sovranità nazionale che gli era rimasto! Il movimento giovanile non accetta e non accetterà mai il sostegno del proprio partito a questo decreto “distruggi-Italia” così com’è. PDL, se ci sei batti un colpo!<br /><br />Federazione Provinciale Giovane Italia VareseGiovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-25669188694710992192011-11-12T11:20:00.000-08:002011-11-12T11:52:31.319-08:00"mascherata" a Varese: ITALIA OSTAGGIO DELLE BANCHE.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAYxOs-TX3p5kW-o7dDosSKpswf4gGva3FPM7hrqHFnNxS6llGA0d_KSwho1Z2wwY0oDkdQNWsyPNBqYg6I7sqaTRoS1P1moAp4GDn36wdBtK33HW6mS2OO29Lw5xGnhTpGP2SsFMqFk-B/s1600/393358_2685659099494_1196886927_33272137_888944593_n.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAYxOs-TX3p5kW-o7dDosSKpswf4gGva3FPM7hrqHFnNxS6llGA0d_KSwho1Z2wwY0oDkdQNWsyPNBqYg6I7sqaTRoS1P1moAp4GDn36wdBtK33HW6mS2OO29Lw5xGnhTpGP2SsFMqFk-B/s400/393358_2685659099494_1196886927_33272137_888944593_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5674191739185422482" /></a><br /><br />Oggi in centro a Varese, una dozzina di militanti della Giovane Italia hanno volantinato per dire il loro NO forte e deciso a qualsiasi governo tecnico di banchieri che non sia eletto dal popolo.<br /><br />La via maestra da percorrere rimane quella delle elezioni, perchè è inconcepibile che l'Italia si ritrovi ad avere un governo di parlamentari non eletti e guidato da persone non votate.<br /><br />Ovviamente è anche impensabile il difendere la scelta di Mario Monti alla guida di questo fantomatico governo tecnico. Monti è dirigente dal 2005 della Goldman Sachs, la principale banca d'affari americana, oltre che membro del direttivo della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Commissione_Trilaterale">Commissione Trilaterale</a> e del <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Bilderberg">Club Bilderberg</a>; questi ultimi sono due consessi di finanziaeri e politici occidentali che si riuniscono a porte chiuse con cadenza annuale. <br /><br />Come è possibile che si dia in mano a un esimio esponente dei poteri forti e della finanza internazionale, le sorti del nostro paese?<br /><br />Come è possibile che si dia in mano a un banchiere il governo di un paese colpito da una crisi che è stata cuasata proprio dalle banche?????????<br /><br />La Goldman Sachs, ovvero il datore di lavoro di Mario Monti, ha volutamente speculato sui nostri titoli di stato facendo si che la situazione diventasse insostenibile per il governo italiano e facendo sì che si creassero le condizioni per mettere a capo del Governo proprio un suo uomo.<br /><br />Durante il volantinaggio, 3 nostri ragazzi, con le maschere di Mario Monti (Goldman Sachs), Christine Lagarde (Fondo Monetario Internazionale) e Mario Draghi (Banca Centrale Europea, anche lui ex Goldman Sachs) hanno legato una militante vestita da Italia, con indosso una maschera anonima bianca a simboleggiare la perdita d'identità della nostra Nazione. <br />L'Italia è ostaggio di banche e poteri forti, che hanno commissariato la nostra politica e che prendono le decisioni fondamentali per il nostro Stato senza alcuna legittimazione popolare.<br /><br />QUALSIASI sia la posizione del PDL a riguardo di un governo Monti, i giovani del PDL urlano il loro NO e chiedono elezioni subito. Paesi che stanno peggi odi noi, come la Spagna, hanno imboccato questa via senza passare per alcun governo tecnico. Quello che serve all'Italia è credibilità e stabilità, non un governo tecnocratico di banchieri che svenderebbe tutto lo svendibile a grandi banche e industrie straniere, come già accadde <a href="http://www.spiritocritico.it/informazione/italia-politica-mafia-banca-italia-massoneria-privatizzazioni-britannia-1992/#more-2281">nel 1992</a> quando l'Italia fu sotto attacco speculativo, in una situazione identica a quanto accaduto in questo ultimo mese.<br /><br />NO AL GOVERNO DELLE BANCHE.<br /><br />LA POLITICA RECUPERI IL PRIMATO SULL'ECONOMIA.<br /><br />ELEZIONI SUBITO, LA PAROLA AL POPOLO SOVRANO.Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-85138740735938991512011-10-23T14:17:00.000-07:002011-10-23T14:29:07.241-07:00Lega, CL e massoneria, i nuovi equilibri politici varesini(dal Corriere della sera 06-10-2011)<br />La città che detesta Roma ma vive sempre più di politica<br /><br />In 46 anni di Prima Repubblica, Varese ha espresso un solo ministro, «mister terremoto» Giuseppe Zamberletti, primo responsabile in Italia della Protezione civile. Nei 17 di Seconda Repubblica, la città ha invece dato alla Nazione 3 ministri, due direttori di rete Rai, un presidente di Alitalia, uno dell’Inps, consiglieri di amministrazione di Enel, Finmeccanica, ancora della Rai più altri enti minori. «Grazie alla Lega Varese è diventata quello che era Avellino ai tempi di De Mita»: il copyright della battuta viene attribuito al deputato del pd Daniele Marantelli ma in ogni caso fotografa in poche parole la mutazione avvenuta nella mappa del potere cittadino nel giro di pochissimi anni: l’asse—al contrario di quanto avvenuto quasi ovunque —, si è spostato dalle imprese alla politica e Varese si è abituata a dipendere assai di più dall’economia di relazioni, quella fatta nei palazzi, che non dalle idee vincenti. Bizzarro, nella città dove è nato lo slogan «Roma ladrona».<br /><br />Per un’alchimia del destino (ma è poi tutto così casuale?) mentre Varese diventava uno dei punti focali della politica nazionale, le maggiori imprese della zona sfuggivano dimano ai capitani d’industria locali, per decenni i veri padroni della città: oggi la Whirlpool (l’ex Ignis di Giovanni Borghi) è americana, la B-Ticino francese, l’Aermacchi è nella galassia di Finmeccanica, banche locali non ne esistono più. Verrebbe da dire che il potere di Varese non abita a Varese e questo è in larga misura figlio della parabola della Lega Nord: qui il partito di Bossi è nato ma non ha mai raggiunto il record dei consensi in Italia (26% mentre a Bergamo, Brescia o Treviso sfonda il muro del 30) però qui ha prodotto gran parte della sua classe dirigente. È una Lega, quella varesina, molto più di governo che di lotta, avendo come uomini di peso Roberto Maroni o manager come Antonio Marano (Rai), Giuseppe Bonomi (Alitalia e Sea) o lo stesso sindaco Attilio Fontana, un professionista che non ha mai firmato ordinanze tacciabile di xenofobia. E’ insomma l’indotto generato dall’aver raggiunto posizioni chiave grazie alla politica a condizionare la vita della città.<br /><br />Ma identificare il potere di Varese con la Lega sarebbe riduttivo; numeri alla mano, al Carroccio di governo si contrappone l’altra vera presenza strutturata della città, Comunione e Liberazione. Cl alle ultime regionali è riuscita a far confluire 14.556 preferenze sul suo candidato Raffaele Cattaneo, e anche alle comunali, fin dagli anni 70 i candidati più votati (nella Dc, in Forza Italia, nel Pdl) sono sempre ciellini. Un peso confermato da un fatto: la chiesa intitolata a Massimiliano Kolbe, quartier generale del movimento, periferia della città, ha assunto negli ultimi anni una centralità che contrasta con la basilica di san Vittore o il santuario del Sacro Monte, tradizionali cuori religiosi di Varese. «Che ci sia stato un trasferimento di potere dall’economia alla politica è fuori discussione — commenta Riccardo Broggini, già "pezzo da 90" della Dc, oggi assorbito dalla sua professione di commercialista—anche se di questo la città non sembra trarne grande beneficio: forse perché i protagonisti di questa stagione sembrano più attenti a compiacere i loro referenti superiori».<br /><br />Ma la mappa del potere di Varese non sarebbe completa senza parlare di un terzo elemento, oltre a Lega e Cl, una sorta di «convitato di pietra» di cui spesso si sussurra: la massoneria. È proprio Broggini a far cadere il velo: «Quando fui candidato sindaco, e persi, durante la campagna elettorale notai una certa resistenza nei miei confronti da parte di alcuni ambienti della città, facenti riferimento alla massoneria. Quali? Ad esempio quelli legati all’università dell’Insubria». L’università è una realtà autonoma a Varese dal 1998, guidata da allora dal rettore Renzo Dionigi; periodicamente l’ambiente accademico si scontra con quello di Cl per la nomina dei primari all’ospedale cittadino, considerato un centro di eccellenza e le diatribe finiscono regolarmente raccontate sui media locali. Ma davvero il Grande Oriente è in grado di condizionare la vita di Varese? Giuseppe Armocida, storico della città e docente proprio all’Insubria (ma anche assessore esterno in una giunta monocolore leghista), getta acqua sul fuoco: «Se si conoscessero gli elenchi degli iscritti alla massoneria varesina si scoprirebbe che il loro peso è relativo. L’università come centro di potere massonico? Mah, se così fosse l’ateneo cittadino avrebbe attratto molto più risorse e non avrebbe la sede malandata in cui oggi deve operare».Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-69683491430330710172011-10-21T10:03:00.000-07:002011-10-21T10:17:51.629-07:00Onore e armi in pugno. Come sanno morire i nostri nemici, nessuno (di pietrangelo buttafuoco)<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGP3A8Nce9eLfDxYPzVh6Sewq7GjZ2fD5NfpFq0ZSlpdpvMV81j-OsVUEryViM-3TisPwTBDgR4G7JQPaHQurgCrl7SW91gu5_EsefuyaTDI85cYXvdUv-UexekTrA2U5tBTvTrl0s9UEU/s1600/Sarkozy_Gheddafi.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 248px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGP3A8Nce9eLfDxYPzVh6Sewq7GjZ2fD5NfpFq0ZSlpdpvMV81j-OsVUEryViM-3TisPwTBDgR4G7JQPaHQurgCrl7SW91gu5_EsefuyaTDI85cYXvdUv-UexekTrA2U5tBTvTrl0s9UEU/s320/Sarkozy_Gheddafi.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5665992979253423602" /></a><br />Come sanno morire i nostri nemici, nessuno. Come ha saputo morire il rais, armi in pugno, lo sapevano fare solo i nostri. Come sanno morire i nostri nemici, nessuno. Come ha saputo morire il rais, armi in pugno, lo sapevano fare solo i nostri. Come a Bir el Gobi quando con onore, dignità e coraggio sorridevano alla morte. Fosse pure per fecondare l’Africa.<br /><br />Sarà tutto tempo perso, dunque, sporcarne gli ultimi istanti, gravarne di dettagli i resoconti e anche quel disumano reportage sul volto fatto strame – tra sangue e calcinacci – non potrà spegnere il crepitare della mitraglia. Perché come ha saputo morire Muammar Gheddafi – così ridicolo, così pacchiano e così a noi ostile – come ha saputo farsi trovare, straziato come un Ettore, solo il più remoto degli eroi dimenticato nell’Ade l’ha saputo fare. <br />Come i nostri eroi. Come nel nostro Ade. Proprio come seppe morire Saddam Hussein che se ne restò sprezzante sul patibolo. Come neppure la più algida delle principesse di Francia davanti alla ghigliottina. Incravattato di dura corda al collo, l’uomo di Tikrit, degnò qualche ghigno al boia, si prese il tempo di deglutire il gelo della forca per poi gridare la sua preghiera: “Allah ‘u Akbar”. E fu dunque fatto morto. E, subito dopo, impudicamente fotografato. <br />Come nel peggiore degli Ade. Per quel morire che non conosciamo più perché gli stessi che fino a ieri stavano a fianco del rais, dunque Sarkozy, Cameron, lo stesso Berlusconi, tutto potranno avere dalla vita fuorché un ferro con cui fare fuoco. La nostra unica arma è, purtroppo, il doppio gioco. I nemici di oggi sono i nostri amici di ieri – amico fu Gheddafi, ancor più amico fu Saddam Hussein – e quando li portiamo alla sbarra, facendone degli imputati, dobbiamo scrivere la loro sentenza di morte con l’inchiostro della menzogna perché è impossibile reggere il ghigno dei nemici. Perché – si sa – i nemici che sanno come morire, poi la sanno sempre troppo lunga su tutto il resto del Grande gioco. Ed è un lusso impossibile quello di stare ad ascoltarli in un’udienza. <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hmoWaMGqUcoPV83Lers3EtaTYlLQVcv2lszyTZFs8wKNojpqsaN4AXcv9ffx9I34LS9rpdbUTVGVzJN3LsB1CY3GkVsbxLLjwweEWgEvMLyGjvlZnsiD-cySpI-hzJ3QGL5WemNPw6PX/s1600/42702-128.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 160px; height: 140px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2hmoWaMGqUcoPV83Lers3EtaTYlLQVcv2lszyTZFs8wKNojpqsaN4AXcv9ffx9I34LS9rpdbUTVGVzJN3LsB1CY3GkVsbxLLjwweEWgEvMLyGjvlZnsiD-cySpI-hzJ3QGL5WemNPw6PX/s320/42702-128.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5665993104170144130" /></a><br /><br />Come sanno morire i nostri nemici, nessuno. L’unica cruda verità della vita è la guerra e solo i nostri nemici sanno creparci dentro. E’ veramente padre e signore di tutte le cose, il conflitto, ma l’impostura è così forte in noi da essere riusciti a muovere guerra alla Libia dandola per procura, lavandocene le mani, mandando avanti gli altri perché a forza di non sapere morire con le armi in pugno, se c’è da sparare, preferiamo dare in appalto la sparatoria. Giusto come un espurgo pozzi neri da affidare a ditta specializzata.<br /><br />Come sanno morire i nostri nemici, nessuno. Quando gli eserciti dello zar ebbero ragione del loro più irriducibile nemico, Shamil il Santo – l’imam dei Ceceni, il custode della prima Repubblica islamica nella storia – nel vederselo venire avanti, finalmente sconfitto, non lo legarono a nessun ceppo, a nessuna catena, piuttosto gli fecero gli onori militari per accompagnarlo in un lungo viaggio fino al Palazzo reale dove lo zar, restituendo a Shamil il proprio pugnale, lo accolse quale eroe e lo destinò all’esilio, a Medina, affinché tutta quella guerra, spaventevole, diventasse preghiera e romitaggio.<br /><br />Come c’erano una volta i nemici, non ce ne saranno più. Ed è per la vergogna di non sapere morire come loro che scacazziamo sui loro cadaveri. Ne facciamo feticcio e se fosse cosa sincera la memoria di ciò che fu, invece che produrre comunicati stampa di trionfo, se solo fossimo in grado di metterci sugli attenti, invece che mettere la morte in mostra, dovremmo concedere loro l’onore delle armi, offrire loro un sudario.<br /><br />Sempre hanno saputo morire i nemici. E tutti quei corpi, fatti poltiglia dalla macelleria della rappresaglia, nel film della nostra epoca diventano tutti uguali: Benito Mussolini, Che Guevara, Gesù Cristo, Salvatore Giuliano. E con loro, anche i nemici morti ma fatti assenti, tutti uguali: da Osama bin Laden a Rudolph Hess. Fatti fantasmi per dare enfasi al feticcio, come quel Gheddafi armato e disperato che nel suo combattere e urlare, simile a un selvaggio benedetto dal coraggio e dalla rabbiosa generosità, mette a nudo la nostra menzogna.<br /><br />A ogni pozza di sangue corrisponde l’onta della nostra vergogna e un Pupo che parla a Radio Uno e annunzia “una notizia meravigliosa” e si rallegra di Muammar Gheddafi, morto assassinato, è solo uno che si trova a passare e molla un calcio al morto. Pupo è come quello che sabato scorso, dalle parti di San Giovanni, vede la Madonnina sfasciata appoggiata a un muro e non sapendo che fare le dà un’altra pestata, non si sa mai. Così come il black bloc, anche Pupo, è una comparsa chiamata a raccolta nella montante marea del nostro essere solo canaglie. La signora Lorenza Lei, direttore generale della Rai, dovrebbe cacciarlo lontano dai microfoni della radio di stato uno così ma siccome il nostro vero brodo è la medietà maligna, figurarsi quanto può impressionare l’offesa al morto. Pupo, infatti, è l’eroe perfetto per il peggiore degli Inferi, l’Ade cui destinare quelli che non sanno darsi uno stile nel morire.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxeuDM_FnZi6Z3rZZ6AOBBEU6z0rb5HqDkznt29IB-hoOPjLmTRdNLIulKYqWqr1plz8VaXlbK_3dsYrasXhC7G8BlazTN0IWl_biZEMb6H10bGAlHv5U6LouVdNNcpkuBvwZf6QzZJnP9/s1600/images.jpeg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 299px; height: 168px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxeuDM_FnZi6Z3rZZ6AOBBEU6z0rb5HqDkznt29IB-hoOPjLmTRdNLIulKYqWqr1plz8VaXlbK_3dsYrasXhC7G8BlazTN0IWl_biZEMb6H10bGAlHv5U6LouVdNNcpkuBvwZf6QzZJnP9/s400/images.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5665993036420117698" /></a>Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-49222201670167061242011-10-18T10:52:00.000-07:002011-10-18T10:55:46.870-07:00Fate parlare gli indignati e capirete la vera ragione per cui sono precari. (di Pietrangelo Buttafuoco)<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUeGqUV3IbB6f83Lj3ndswq0mefvkliU70OqJrESJut5jlrhr57TxajbsQZGqB1TRH3u2T39lyD5-GMnXm75lpGwiPRg0w-TL2E0q6rNa-88gl3yQZeCl-NJLyWX3cM_o4AdNVLH095ti/s1600/scontri_37_672-458_resize.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 314px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkUeGqUV3IbB6f83Lj3ndswq0mefvkliU70OqJrESJut5jlrhr57TxajbsQZGqB1TRH3u2T39lyD5-GMnXm75lpGwiPRg0w-TL2E0q6rNa-88gl3yQZeCl-NJLyWX3cM_o4AdNVLH095ti/s320/scontri_37_672-458_resize.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5664892318131513490" /></a><br />Troppo comodo trasformare in fascisti i “compagni che sbagliano”, gli incappucciati che si prendono i cortei per fare la festa agli indignados. Troppo facile, poi, risolverla con lo sfascismo. In questa vicenda di borghesi stradaioli non c’entra nulla, infatti, il santo manganello. Non c’è il Novecento, non c’è la “Rissa in Galleria” e neanche “Città che sale”. Tutt’al più c’è quell’Ecce Homo di Marco Pannella scaracchiato da una manica di benpensanti giacobini.<br /><br />In attesa che ci scappi il morto è bene che si sappia che in queste stupide lagne giovanilistiche – cui può benissimo fare il paio la dichiarazione di Mario Draghi, ben lieto di scivolare dentro la demagogia – non c’è una sola scazzottatura, non un solo frammento dell’Avanguardia storica e sempre restando in attesa che ci scappi il morto si può stare sicuri di un fatto: neppure la ribellione delle masse può cominciare da piazza San Giovanni perché se solo ci fosse stata una goccia di olio di ricino si sarebbero sentite le note di “Rusticanella”, la marcia della marcia su Roma.<br /><br />Troppo comodo, poi, pensare che possano fare epoca. Sarà globale, infatti, la mobilitazione – ci sarà tutta una canea a muoversi – ma tutti questi indignados sono così a corto di concetti, di parole e di raziocinio che è proprio un’esagerazione andargli addosso con gli idranti della forza pubblica. E’ sufficiente farli parlare. Di tutti questi indignados, infatti, quelli interpellati a caldo, dopo gli incidenti di sabato – ma anche a freddo, a bocce ferme – non ce n’è uno che sappia fare la “O” col bicchiere. Il povero David Parenzo, in collegamento dalla piazza ancora rovente per “In Onda” su La7, dai leader raccolti intorno al suo microfono non riusciva a cavargli un costrutto che fosse uno, due parole messe in croce, tre neuroni in grado di sostenere una spiegazione del loro essere indignati. Stessa fatica per Bianca Berlinguer, sempre in collegamento con i giovani indignati al Tg3 “Linea notte”, che non riusciva a farsi dare una frase di senso compiuto da questi avanguardisti, incapaci perfino di dare una risposta a Mario Draghi.<br /><br />Certo, troppo comodo fare gli stronzi, come stiamo facendo, con dei ragazzi precari che non hanno potuto coltivare la consecutio temporum a causa dei tagli imposti alla scuola pubblica dalla Mariastella Gelmini. Troppo comodo, forse, fare dei paragoni storici perché, insomma, se non hanno la caratura degli Adriano Sofri e dei Tino Vittorio, se non si sono esercitati nella traduzione dall’italiano in latino dei “Pensieri” di Mao nelle aule di Ettore Paratore, se non hanno alle spalle “Gioia e Rivoluzione” degli Area ma sono soltanto pecorelle della farneticazione global, amplificata tanto da Internet quanto dagli incappucciati, indignados assai impazienti, ecco: non solo fa impressione vedere quanto siano ignoranti, ma non sono neppure antagonisti. Altrimenti la guerra alla finanza internazionale la farebbero con i libri di Massimo Fini se non proprio con i “Cantos” di Ezra Pound o con “Cavalcare la Tigre” di Julius Evola. E vederli, come si vedono, con quel puzzolentissimo libretto di Stéphane Hessel, “Indignatevi”, li condanna definitivamente alla pochezza del gregge, tutto un belare in sottovuoto marketing. E sono ignoranti a un livello tale che se lo meritano di essere precari, altrimenti sarebbero come i loro coetanei d’India, di Cina e di Corea che spadroneggiano nella tecnica e nelle invenzioni e non certo in Scienze delle comunicazione.<br /><br />E non producono estetica, infatti, questi indignados – come possono fare i loro coetanei nelle banlieue di Parigi con tanto di film come “L’odio” di Mathieu Kassovitz, con Vincent Cassel – e non avranno mai l’avventura di fare la rivolta, come accade in Egitto dove però, signori miei, nei pressi del Canale arrivano le motovedette della Repubblica islamica dell’Iran, altro che i contestatori della Val di Susa.<br /><br />Non sono antagonisti, infine, perché è troppo comodo fare la rivoluzione con la corda dimenticata nei magazzini del signor Lenin. E se non si riesce a farsela vendere, la corda, dagli stessi capitalisti destinati a farsi impiccare ma tanto più ad arricchirsi, non si può restare a farsi aspergere con queste polluzioni dei giovanotti borghesi in attesa che la rivoluzione trovi una propria lingua perché il linguaggio, intanto, ha retrocesso tutti i bennati d’occidente nel balbettio mondialista e i peccati contro lo spirito del male, si sa, non si perdonano in questo mondo.<br /><br />diPietrangelo Buttafuoco, da "il Foglio"Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-31038596641567506182011-10-16T04:36:00.000-07:002011-10-17T12:18:02.131-07:00I nostri 'indignados' complici morali degli scontri.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3eAIgq55ur9zt18AAq6cllwUqM6QV9_PBhmG_YzY77UNrbFa0Ui711yg-eG7vzZRpigrsiCH6961WACeGXlmPCzs5EgLKu0vwwfDWoMgmI946lmD7No7RQim3wSKc9VTUDZC4F3mi2LbW/s1600/fiamme_08_672-458_resize.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 300px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3eAIgq55ur9zt18AAq6cllwUqM6QV9_PBhmG_YzY77UNrbFa0Ui711yg-eG7vzZRpigrsiCH6961WACeGXlmPCzs5EgLKu0vwwfDWoMgmI946lmD7No7RQim3wSKc9VTUDZC4F3mi2LbW/s400/fiamme_08_672-458_resize.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5664060878174341362" /></a><br /><br />All'indomani della giornata in cui Roma è stata devastata dai soliti noti, è d'obbligo fare delle riflessioni su quanto accaduto, delle riflessioni oneste e che facciano i dovuti distinguo.<br />Anche noi, da Destra, siamo contro la finanza speculativa, il sistema bancario degenerato e i poteri forti della finanza mondiale. Il vero problema in questo momento non sono i governi, ma sono i vari Moody's, Fitch, Standard & Poor's, i fondi finanziari speculativi, l'Unione Europea incapace di reagire unitariamente, ecc..<br />I governi tagliano la spesa, spesso non centrano però i dovuti sprechi (e in questo faccio autocritica al governo italiano), e non riescono ad imporre la supremazia della politica nei confronti dell'economia, anche se, ultimamente in Italia sembra che qualcosa si stia muovendo, come dimostrano le recenti declassazioni del nostro debito cui sono seguiti rialzi della Borsa di Milano e dei titoli delle nostre aziende.<br /><br />Ma la grande manifestazione del 15 Ottobre che si è svolta a Roma, al di là del capitolo incidenti e scontri con la Polizia, avrebbe centrato l'obiettivo della protesta degli "indignados" del resto del mondo? La risposta è semplice, no. <br /><br />Mentre in tutto il mondo si protestava contro la finanza speculativa e il turbocapitalismo che affama le Nazioni e i Popoli, in Italia gli slogan erano sempre quelli, vecchi, consumati, contro il governo e contro Berlusconi. Lo dimostrano le bandiere del movimento Antifascista, le bandiere No Tav, i movimentisti terremotati dell'Aquila, i Cobas, i collettivi studenteschi, e le numerosissime bandiere con la falce e martello, bandiere della Palestina (!!!!!!), ecc... Ma cosa centrano tutte queste sigle con la crisi finanziaria?? Come diversi commentatori hanno avuto modo di intuire, come Pansa o De Angelis sui loro rispettivi giornali, questi sedicenti "indignados" hanno sbagliato a mirare. Dietro gli striscioni contro la crisi si celano sempre le stesse faccie, ovvero quelle di coloro che scendono in piazza con cadenza quasi mensile contro la Gelmini, contro la Legge "Bavaglio", contro Berlusconi in generale, senza aver capito che se Berlusconi cade al governo ci andranno proprio coloro che dovrebberop realmente contestare, ovvero i succubi dei poteri forti. Non ci scordiamo che il caro vecchio Prodi, uomo di sinistra, aveva lavorato per la Goldman Sachs, una delle principali banche americane responsabili di questa crisi. Pensate forse che i suoi eredi radical chic sinostrorsi non sarebbero anche loro schiavi dei vari Draghi, Passera, ecc? Infatti, a supportare quanto dico ci sono le dichiarazioni di questo giorni dei vari Draghi, Della Valle, Montezemolo, tutti critici sull'operato del governo Berlusconi, i quali "capiscono questi ragazzi che protestano perchè hanno ragione". Con che coraggio Mario Draghi, uomo fortissimo della superfinanza italiana e mondiale dice queste cose?!?!?!? Se gli indignati fossero veramente tali, sarebbero andati a contestarlo sotto la sua abitazione. Ma evidentemente qualcosa non quadra.<br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv4vjAJwOGXxLvpewXK_9D42rhhgQuVCnxI_MP8N6s2HyslOT0OkJmKFhac-vy6qIW8deRcIB1HMWo_mqW7fX8hZV0_-lNUiLREEbDfTnx7gSx_QS3HPKptygy577gEf7Vwxl132yB8gO3/s1600/cort_15_672-458_resize.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 214px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv4vjAJwOGXxLvpewXK_9D42rhhgQuVCnxI_MP8N6s2HyslOT0OkJmKFhac-vy6qIW8deRcIB1HMWo_mqW7fX8hZV0_-lNUiLREEbDfTnx7gSx_QS3HPKptygy577gEf7Vwxl132yB8gO3/s320/cort_15_672-458_resize.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5664063175122124530" /></a><br />A riprova di quanto penso ci sono, giusto per venire ai fatti romani, gli atteggiamenti dei manifestanti "pacifici" nei confronti dei black block. Se è vero che qualcuno di loro ha messo alle strette i delinquenti vestiti con caschi e felpe nere urlandogli contro e forse persino consegnadoli alla polizia, questi sono stati casi isolati. Basta aver assistito alla diretta su Corriere.it della manifestazioni per capire che molti, troppi manifestanti pacifici giustificavano e coprivano i teppisti. Una scena in particolare mi ha colpito: mentre polizia e carabinieri si organizzavano e si dirigevano verso Piazza San Giovanni, sui marciapiedi vi erano gli ultimi manifestanti che si erano attardati lungo la strada del corteo, i quali urlavano "merde", "servi dello stato", "vergogna" all'indirizzo delle forze dell'ordine. Per non parlare delle innumerevoli interviste in cui alcuni manifestanti dicevano che "è colpa degli automobilisti, non dovevano lasciare la macchina lì", oppure "in mezzo a tutta questa gente è comprensibile che ci siano persone che reagiscono così". Questa complicità morale di tanti 'indignados' dovrebbe far riflettere sulla reale entità di questi cortei che troppo spesso finiscono per mettere a ferro e fuoco le città, come succede spesso a Milano o come era già successo a Roma al corteo degli studenti il dicembre scorso. <a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaw9ouqe_g4HWWIyGsH9cIoLkXr3eS1IlQ2bXZu2FKDK-2eHbPRTXTfieQ9Jwhr6xUYJ-y8kUKnSDRSCPIgdKKsCr4RpmYVuE634md4IKVle2_CPnDoOWQ16zWGZlyiEHNUC7pavqu3XP-/s1600/scontri_36_672-458_resize.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 215px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaw9ouqe_g4HWWIyGsH9cIoLkXr3eS1IlQ2bXZu2FKDK-2eHbPRTXTfieQ9Jwhr6xUYJ-y8kUKnSDRSCPIgdKKsCr4RpmYVuE634md4IKVle2_CPnDoOWQ16zWGZlyiEHNUC7pavqu3XP-/s320/scontri_36_672-458_resize.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5664060941674346066" /></a><br /><br />Forse il nostro governo dovrebbe avere meno timore e usare più pugno di ferro, fregandosene delle critiche. Negli Usa così come in Inghilterra sono state arrestate molte persone perchè avevano provato a sfilare in zone off-limits. In Italia invece, per paura di critiche e sommosse, si consente agli anarchici di bruciare le camionette dei carabinieri. I nostri poliziotti sono mandati allo sbaraglio contro questi delinquenti organizzati, e basta vedere i video di ieri per notare benissimo come la mancanza di una strategia per contenere i black block abbia portato alla distruzione della camionetta dei carabinieri e ad altri rischi per il personale a terra. Che fine faranno infine i pochi fermati e arrestati, appena 22 in tutto? La magistratura li rimetterà fuori subito, come ha già fatto?<br /><br />Giusto per avere alcuni dati:<br />una chiesa violata con distruzione di crocefisso e statua della madonna<br />decina di auto e motorini bruciati<br />due case date alle fiamme<br />una sede del ministero della difesa bruciata<br />20metri cubi di sanpietrini divelti<br />130 feriti tra forze dell'ordine e manifestanti<br />decine di negozi distrutti e saccheggiati, tra cui un alimentari<br />un tricolore strappato<br /><br />E' ora di svegliarsi cari ragazzi di Destra e caro Governo. Scendiamo noi in piazza centrando l'obiettivo della crisi, e impegnamoci in prima persona per uscire da questa situazione. Bruciare auto, magari di poveracci che non arrivano a fine mese, non serva a nulla.Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-17466599900605410402011-10-05T09:49:00.001-07:002011-10-05T09:51:50.338-07:00RICORDANDO NANNI E GLI ALTRI MORTI DI STATO..31 anni fa l'addio all'attivista di Tp. Oggi in carcere si muore ancora, ma ora la società non è più sorda<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWStYCh560qCELDG2-BfLwhBKX29fpCn-wBu6I8Vp2OQSn9fwVXl2b1A3oNAc1bqzf-bNsQ1MrR6KaA8TVcSL72UXH1o6u691tzNk2QZntyhnr55Peqv27FwDkF6i84q_AR3bdiERy9p8Z/s1600/37144_1599601319425_1517801303_1472064_2802889_n.jpg"><img style="cursor:pointer; cursor:hand;width: 280px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWStYCh560qCELDG2-BfLwhBKX29fpCn-wBu6I8Vp2OQSn9fwVXl2b1A3oNAc1bqzf-bNsQ1MrR6KaA8TVcSL72UXH1o6u691tzNk2QZntyhnr55Peqv27FwDkF6i84q_AR3bdiERy9p8Z/s400/37144_1599601319425_1517801303_1472064_2802889_n.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5524298372324283266" /></a><br /><br />"Fascista suicida in carcere. Era implicato nell'omicidio Serpico". Il trafiletto uscito il 6 ottobre del 1980 sul Corriere della Sera non dice nulla ma, in qualche modo, dice tutto. È una notiziola, una "breve", che già di per sé spiega: il fatto non è importante. Secondo elemento: il ragazzo deceduto non è una persona, è "un fascista". Terzo punto: il tizio è morto suicida. Non un accento di dubbio o perplessità. Infine: il fascista era comunque "implicato nell'omicidio Serpico". Insomma, non uno stinco di santo. Così, trentuno anni fa, il principale quotidiano italiano liquidava la morte di Nazareno De Angelis, detto Nanni, uscito cadavere da una cella in cui era stato sbattuto con l'accusa (infondata) di aver ucciso un agente. Aveva 22 anni. <br /><br />Trentuno anni dopo<br />Dopo tanti anni da quel triste giorno molte cose sono cambiate. Alcune in meglio, altre in peggio. Altre ancora sono rimaste tali e quali. Il sistema carcerario è probabilmente peggiorato. Le leggi speciali degli anni di piombo non ci sono più, gli abusi delle forze dell'ordine sì. L'antifascismo, nei media, persiste ma, bontà loro, ormai solo in pochissimi sono davvero convinti che uccidere un fascista non sia reato. I casi recenti che hanno visto morire Gabriele Sandri, Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi hanno trovato una vasta eco sui media, suscitando sdegno e preoccupazione in strati trasversali della società civile. Gabriele, l'ultras ammazzato da un poliziotto pistolero all'autogrill. Stefano, il piccolo pusher di periferia martirizzato fra celle, tribunali e ospedali. Federico, il giovane problematico che incontrò una pattuglia della polizia e ne uscì massacrato. Tre storie diverse, tre ragazzi diversi, con l'unico filo conduttore di aver cessato di vivere dopo aver avuto a che fare con lo Stato e i suoi servitori. <br /><br />Lo sdegno in libreria<br />Gabriele, Stefano e Federico, ovviamente, non sono le prime vittime degli abusi di Stato. Sarebbe bello fossero le ultime, in ogni caso. Ma sappiamo bene che la previsione è sin troppo ottimistica. Sta di fatto che rispetto a qualche anno fa anche semplicemente l'eco mediatica di fatti come questi è aumentata esponenzialmente. Facendo un giro in libreria, l'impressione è che sul tema dei cosiddetti "omicidi di Stato" la sensibilità stia cambiando. Facciamo una panoramica: negli ultimi tempi sono usciti Quando lo Stato uccide, di Tommaso Della Longa e Alessia Lai (Castelvecchi), 11 novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri - Una giornata buia della Repubblica, di Maurizio Martucci (Sovera), Vorrei dirti che non eri solo. Storia di Stefano mio fratello, di Ilaria Cucchi e Giovanni Bianconi (Rizzoli), Quando hanno aperto la cella. Stefano Cucchi e gli altri, di Luigi Manconi e Valentina Calderone (Il Saggiatore), È stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia, di Filippo Vendemmiati (Promo Music), Aldro, di Francesca Boari (Corbo Editore). Solo una piccola selezione, fra i tanti saggi che affrontano l'argomento. Per non parlare dei saggi più articolati che affrontano la delicata questione della crisi del sistema carcerario. È il segnale che qualcosa si sta muovendo. <br /><br />Una volta, invece...<br />Come si ragionava, invece, qualche decennio fa? L'opinione pubblica becera e qualunquista non si curava (e in fondo non si cura) di ciò che accade al di là del ristretto orizzonte perbenista cui essa appartiene. Ultras, spacciatori, immigrati, ma anche attivisti politici o persone impegnate nel volontariato sono, per motivi diversi, al di fuori di questa sfera d'attenzione. Ciò che accade a quei tizi non fa testo, forse è anche giusto. Comunque meglio a loro che a me, pensa il piccolo borghese. Ma qui stiamo parlando del ventre molle della Nazione, fatto di meschinità gelatinosa ed egoismo sociale. Quello che è più interessante notare è invece il cedimento verso il becerismo da parte dell'opinione pubblica illuminata, progressista, che dagli anni '70 a oggi continua a dar lezioni. Quando ad Acca Larentia Stefano Recchioni (diciannove anni) cadeva sotto i colpi del capitano Sivori, ad esempio, Il Messaggero si affrettava a spiegare: «Stefano Recchioni, seppur non iscritto formalmente al Msi, era un elemento piuttosto attivo nella piazza, definito tra i più "turbolenti". Era stato arrestato dal terzo distretto di polizia nell'agosto del 1976 [...]. Il processo fu celebrato l'anno scorso e Recchioni ne uscì assolto per insufficienza di prove» (9 gennaio 1978). Era un turbolento, se lo meritava, par di capire. E quando Alberto Giaquinto veniva colpito alle spalle dal poliziotto Alessio Speranza, Lotta Continua poteva scrivere (inventando tutto di sana pianta): «[...] Uno dei fascisti si è girato impugnando una pistola di grosso calibro, ma non ha fatto in tempo a premere il grilletto che uno degli agenti ha fatto fuoco, colpendolo alla testa. Poco dopo il giovane è stato identificato in Alberto Giaquinto, 22 anni [in realtà ne ha meno di 18 - ndr]. La sua appartenenza alle squadracce fasciste è stata rivelata alla stampa dalla sorella» (11 gennaio 1979). In "inchieste successive", il foglio comunista parlerà di rampolli viziati e violenti, di rapine e spaccio d'eroina. E si trattava di un ragazzino ucciso dalla "odiata" polizia, nel corso di una manifestazione contro una sede della "odiata" Dc. Ma evidentemente, all'epoca, Sofri e compagni avevano un odio più forte. Che poteva giustificare ogni cosa. Persino l'abuso poliziesco e reazionario.<br /><br />Adriano Scianca da "il secolo d'italia"Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-51519406464074147662011-10-01T11:22:00.000-07:002011-10-01T11:27:49.355-07:00SOLIDARIETA' AL POPOLO KAREN CHE LOTTA CONTRO CINA E BIRMANIA!Il "nuovo" governo birmano sorride alla comunità internazionale promettendo aperture e facendo incontrare con gli inviati europei e americani i suoi uomini più presentabili, di solito anziani politici impotenti, dai modi gentili e dalle rassicuranti strette di mano. Intanto, mentre Aung San Suu Kyi per la gioia dei mezzi di comunicazione del regime assiste alle partite di calcio internazionali nello stadio di Rangoon, decine di battaglioni del Tatmadaw, l'esercito del Myanmar, sferrano una massiccia offensiva contro le minoranze dell'Est del Paese, provocando la fuga di decine di migliaia di civili e la distruzione di interi villaggi. Da cinque giorni le truppe birmane stanno martellando le posizioni del Kachin Independence Army con artiglieria pesante (mortai da 81 e 120mm, cannoni da 105mm) lungo la direttrice del nuovo gasdotto che nelle intenzioni di Cina e Myanmar dovrà portare il gas birmano fino alla provincia dello Yunnan. <br />Una operazione "per commissione" si potrebbe dire, se non fosse che tra i maggiori beneficiari di questa vera e propria pulizia etnica non ci sono soltanto le compagnie energetiche cinesi ma anche i generali birmani, sempre molto attenti alle sorti del loro portafogli personale. La prossima area di operazioni sarà, invece, molto probabilmente alcuni chilometri più a Nord, a ridosso dei cantieri cinesi della Diga di Myitsone, ciclopica struttura che prevede l'inondazione di una superficie di territorio più ampia di Singapore e la distruzione di decine di villaggi Kachin.<br /><br /><a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJVTxdfqTIv3R5qGb70F_FiWWMcR32rvf9EdbRal78cXrXe05e0xLIEw4NogS9ZonCF1REDQPKQ2mZD0a2SvPgMGo50BwDfusRXLqa6DjJb1p1sNDzgCpbjESUJtbdK2NWd6ePK0VCdSTg/s1600/karen.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 220px; height: 175px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJVTxdfqTIv3R5qGb70F_FiWWMcR32rvf9EdbRal78cXrXe05e0xLIEw4NogS9ZonCF1REDQPKQ2mZD0a2SvPgMGo50BwDfusRXLqa6DjJb1p1sNDzgCpbjESUJtbdK2NWd6ePK0VCdSTg/s400/karen.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5658591999395461378" /></a><br />Il gioco delle parti continua, e tra gli attori principali c'è l'Unione europea, che continua a ignorare quello che accade veramente in Birmania. Continua a ignorare che soltanto nell'ultimo mese di guerra sono stati denunciati 37 stupri commessi dai soldati birmani ai danni di donne (e bambine) Karen, Kachin e Shan. E si parla soltanto dei casi documentati e verificati. L'Unione europea, allineata sulla posizione della Germania e della influente organizzazione non governativa "Friedrich Ebert", una fondazione legata al partito socialdemocratico tedesco e con sorprendenti canali di comunicazione con il regime birmano, continua a ignorare che per le minoranze etniche non è previsto alcun futuro nel disegno dei generali di Rangoon. Quello che interessa veramente, quello che fa gongolare i banchieri è l'ampia garanzia di business assicurata dal governo birmano, che ha intrapreso una decisa manovra di privatizzazioni nazionali e di aperture al mercato internazionale. <br />Per questo fa sorridere amaramente la posizione "pacifista" della Fondazione Ebert: gli aderenti all'organizzazione sostengono che non si debba dare alcun supporto ai movimenti armati delle minoranze etniche (le quali, per inciso, rappresentano almeno il 40 per cento della popolazione birmana), in quanto questo non farebbe altro che prolungare la guerra. Tra gli obiettivi ufficialmente dichiarati della Fondazione c'è anche quello del perseguimento di una "globalizzazione solidale", posizione in perfetta sintonia con la filosofia della Chevron e della Total, le multinazionali che da lungo tempo sfruttano le risorse energetiche dei territori Karen e Shan facendo trasferire in "villaggi modello" i civili che si rifiutano di lasciare la loro terra. Un'iniziativa che si traduce in una sorta di deportazione, presentata sotto vesti, appunto, "solidali".<br /><br />I Karen stanno respingendo gli attacchi birmani lungo un'altra importante "linea commerciale", quella della grande strada in costruzione tra la città thailandese di Kanchanaburi e il porto birmano di Tavoy. L'Unione Nazionale Karen, per bocca del suo segretario nazionale, la signora Zipphora Sein, aveva annunciato qualche giorno fa che la guerriglia avrebbe impedito il proseguimento dei lavori a meno che non fossero state rispettate alcune condizioni fondamentali per la tutela del territorio e per il rispetto dei diritti degli abitanti del distretto attraversato dai cantieri. I camion delle compagnie coinvolte nella costruzione erano stati bloccati dai guerriglieri Karen. Tra questi, diversi automezzi carichi di materiale cinese destinato alle grandi opere nell'area portuale birmana. Un'area in cui si sentirà ben presto parlare anche il tedesco: nel giugno di quest'anno, infatti, il direttore della fabbrica di armi e munizioni "Fritz Werner", Joerg Gabelmann, ha incontrato alti ufficiali della giunta birmana per stringere un «accordo di reciproca collaborazione su porti e aeroporti». <br /><br />Si tratta di una situazione da cui emergono almeno due dati o, meglio, due conferme. La prima è che le elezioni celebrate in Birmania quasi un anno fa non hanno cambiato né metodi, né intenzioni, né fisionomia del governo. Benché il mondo occidentale le abbia salutate come un passo positivo verso la democrazia, il Paese è ancora solidamente nelle mani di una giunta militare ben lontana da quell'aura di accettabilità che in molti, ora, vorrebbero conferirle. Il secondo dato è che la guerra che questa giunta porta contro le minoranze etniche - e che miete vittime tra contadini, allevatori, monaci, donne e bambini che chiedono solo di restare a vivere sulla terra che abitano da sempre - è molto meno lontana di quanto appaia, è tutt'altro che una questione interna. Si consuma lungo le vie dei grandi affari internazionali che passano, sì, per la giungla, i villaggi e le province del Myanmar, ma che puntano direttamente a Pechino, Shangai, Bangkok, Tokio, Parigi, Berlino, Mosca, Londra, Tel Aviv, alla California, a Singapore e a tutti i luoghi in cui quegli affari vengono concepiti in collaborazione con la giunta militare e con la distrazione delle democrazie occidentali.<br /><br />Franco Nerozzi - Comunità solidarista Popoli OnlusGiovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-9002345467114571072011-09-21T10:52:00.001-07:002011-09-21T10:59:50.610-07:00Rosario Livatino, martire della Mafia. Per non dimenticare.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCuWtNHIV4fdEbqegpvGR8xUiQZVCsiQ6akUngbOaheQ-rIxPl1yVAfPZZVASnnU5Et0tBagUtST9_VGdaPFZSycUNQJzIcZYMq49j7uds84pzjD-quZoYxKxp9aknWDm0gqJEHD3wcqhG/s1600/rosario_livatinosito.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 289px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCuWtNHIV4fdEbqegpvGR8xUiQZVCsiQ6akUngbOaheQ-rIxPl1yVAfPZZVASnnU5Et0tBagUtST9_VGdaPFZSycUNQJzIcZYMq49j7uds84pzjD-quZoYxKxp9aknWDm0gqJEHD3wcqhG/s400/rosario_livatinosito.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5654874065647786754" /></a><br />Ventuno anni fa, moriva, ucciso da un commando di sicari mafiosi, Rosario Livatino, giovane sostituto procuratore di Agrigento.<br /><br />Inchieste scomode erano partire dall'ufficio di Livatino, come quella sulla cosiddetta "tangentopoli siciliana", e, si dice, anche filoni di inchiesta che coinvolgevano parti deviate di Stato e massoneria in contatto con la mafia sicula.<br /><br />Mancava circa un mese al giorno del suo 38esimo compleanno; Rosario uscì di casa, quel 21 settembre del 1990, senza scorta, a bordo della sua auto, e fu affiancato lungo la strada per Agrigento daun automobile di sicari, che lo uccisero sparandogli in volto.<br /><br />Rosario è un grande esempio per tutti noi, esattamente come lo sono i giudici Falcone e Borsellino, di un uomo che ha dato la sua vita per un sacrosanto ideale, quello della giustizia, per lottare contro il vigliacco e infame intreccio tra Mafia e Stato sul quale ancora oggi non è stata fatta luce.Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-73152599620622229462011-09-20T10:36:00.000-07:002011-09-20T10:41:49.984-07:00L'ambasciatore palestinese "L'Italia deve assumere un ruolo di primo piano nel Mediterraneo"<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKo0fnjxKZ1k8VqcGEFQPObEckROQHvOXZD8t-nFPesfBAGg5JkYypI975S1FH9Hj8j0GQPHmrFC_DYSMiPeZPlYt3WgjFWlAC5cjmA3Qx1vU0qITc279cPp8P0qGPZ2YUyfYlIqKcmkr/s1600/SEIPrim0010620110917.JPEG"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 344px; height: 400px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhwKo0fnjxKZ1k8VqcGEFQPObEckROQHvOXZD8t-nFPesfBAGg5JkYypI975S1FH9Hj8j0GQPHmrFC_DYSMiPeZPlYt3WgjFWlAC5cjmA3Qx1vU0qITc279cPp8P0qGPZ2YUyfYlIqKcmkr/s400/SEIPrim0010620110917.JPEG" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5654498211410297634" /></a><br />«Come popolo palestinese abbiamo scelto di rivolgerci all'Onu perché è la sede della legalità internazionale». Il 23 settembre l'Anp formalizzerà la richiesta di riconoscimento dello Stato della Palestina. Alla vigilia di questo atto, che tanto fa dibattere la comunità internazionale, l'ambasciatore palestinese in Italia, Sabri Atayeh, spiega perché «dopo anni di tentativi abbiamo scelto questa via, che è la più trasparente e impegnativa possibile, invece di dar vita, ad esempio, a iniziative politiche unilaterali». «Chiediamo - sottolinea - che venga riconosciuto quello che è un nostro diritto. Siamo ormai forse l'unico popolo ancora sotto occupazione».<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Il riconoscimento prevede anche quello di Israele?</span><br />Certamente. Da tempo invochiamo due Stati per due popoli, e il riconoscimento di Israele è un passo indispensabile per la nostra esistenza come Stato.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Il mondo arabo sta vivendo un momento di profonda trasformazione, la vostra iniziativa alle Nazioni Unite va vista come un portato della cosiddetta Primavera araba?</span><br />Nasce prima della primavera araba, in un certo senso la anticipa, è autonoma. Tuttavia oggi si inscrive in questo grande e importantissimo scenario e credo che soprattutto l'Europa debba tenerne conto. I Paesi occidentali, soprattutto europei, hanno appoggiato sin dall'inizio le rivoluzioni democratiche di Tunisia, Egitto, Libia e altri Paesi arabi. Sarà difficile spiegare a questi Paesi un eventuale voto contrario al riconoscimento dello Stato palestinese. Offrirebbe il fianco a una strumentalizzazione anti occidentale, che avvantaggerebbe solo le forze meno democratiche presenti nel mondo arabo.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Le democrazie occidentali appaiono titubanti, e anche l'Italia non ha ancora dichiarato come voterà. Eppure solo pochi mesi fa la vostra delegazione qui a Roma, per volere del presidente Napolitano, è salita a grado di missione diplomatica e la Svezia vi ha riconosciuto un'ambasciata, per non parlare dell'impegno di un anno fa di Obama, proprio all'Onu.</span><br />L'upgrading delle nostre rappresentanze diplomatiche è stato un passo importante di cui siamo grati. Tuttavia occorre distinguere queste iniziative più istituzionali dal piano politico. L'Europa ha da sempre avuto una prudenza politica nel trattare la costituzione reale dello Stato palestinese, prudenza che però è mal interpretata da Israele e letta come un'approvazione di fatto del suo operato nei nostri confronti. Credo che l'Europa debba comunicare meglio questa sua prudenza, sgombrando il campo dai possibili equivoci e sottraendosi a strumentalizzazioni.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Lei parla di Europa come di una realtà con una politica davvero comune. Eppure le difficoltà ad accordarsi sono sotto gli occhi di tutti...</span><br />Personalmente sono convinto che l'Europa abbia un ruolo rilevantissimo nel mondo, soprattutto sulle decisioni di politica internazionale. Di più, mi sento di rivolgere un appello in particolare alle autorità italiane perché sia proprio l'Italia a ricoprire un ruolo di avanguardia nel trattare i nodi geopolitici del Mediterraneo e della politica mediorientale, rafforzando la posizione europea. L'Italia, Paese amico di Israele e di tutti i Paesi del Mediterraneo, ha le carte in regola per farlo.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Come legge l'attivismo della Turchia?</span><br />Come il frutto dell'arenarsi del processo di ingresso in Europa. Sono convinto che, in gran parte, Erdogan stia cercando un ruolo ancora più forte proprio in vista della sua interlocuzione con l'Europa.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Non crede a un ritorno dell'Impero Ottomano, come talvolta si sente dire?</span><br />No. Non credo che ci siano spazi per una reale regia turca del Mediterraneo. Inoltre, dopo la Primavera araba, sarà molto difficile che un Paese arabo accetti ingerenze o influenze pesanti da parte di altri Stati, sarebbe in contraddizione con il principio di autodeterminazione che le rivoluzioni democratiche hanno inteso affermare.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">E poi fra arabi e turchi non sempre è corso buon sangue…</span><br />Diciamo che non sempre c'è stata simpatia. Però è indubbio che le posizioni decise che il premier Erdogan ha preso anche di recente sono di estrema importanza e gliene siamo grati.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Lei parla di paesi arabi, ma si tratta anche di paesi islamici, e l'islam è un collante cui lo stesso Erdogan fa esplicito riferimento.</span><br />La Palestina è per metà, e forse di più, cristiana. In malafede, ne sono sicuro, in molti tendono a dimenticarlo, ma la Palestina è la terra dei cristiani, basti pensare a Betlemme. Noi stessi palestinesi, quando parliamo della nostra terra in modo familiare, la chiamiamo "al muqaddasa", terra santa, e non facciamo allusione solo alla moschea di al Aqsa e alla spianata delle moschee, ma anche ai luoghi di Gesù e dell'Antico Testamento. Da sempre viviamo insieme, e come un solo popolo festeggiamo il Ramadan e il Natale.<br /><span style="font-weight:bold;">Ha fatto riferimento a Gerusalemme, al Quds, in arabo, la Santa, ma anche la contesa, visto che Israele la vorrebbe coma capitale dello Stato ebraico.</span><br />Nella risoluzione presentata all'Onu, accettiamo che Gerusalemme possa essere anche capitale di Israele, doppia Capitale, un po' come Roma per l'Italia e lo Stato vaticano.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">La pensa così anche Hamas?</span><br />La questione di Hamas, al di là delle strumentalizzazioni, è una questione in sé poco rilevante. Mi spiego: è un partito di opposizione, un partito estremista se si vuole, ma di opposizione al nostro stesso governo. E gli accordi si fanno con i governi. Noi stessi non abbiamo mai sollevato al governo Netanyahu il problema dei partiti estremisti di Israele. Eppure ci sono.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Come quelli che vorrebbero trasferire in territorio palestinese gli arabi che vivono in Israele?</span><br />Ad esempio. Gli arabi che vivono in Israele sono israeliani. Pensare diversamente sarebbe ritornare a logiche quasi di deportazione.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Che cosa vi aspettate davvero con il voto dell'Onu?</span><br />Che questo passaggio formale importantissimo possa rilanciare il negoziato diretto con Israele, che noi vogliamo più di tutto. Sappiamo bene che senza questo rapporto diretto con il governo israeliano l'esistenza, non solo sulla carta, del nostro Stato è impossibile. Per questo ci auguriamo che il voto della settimana prossima ci permetta di riprendere questo negoziato e di portarlo davvero a buon fine, per il bene nostro, di Israele e di tutto il mondo.<br /><br />Serena Forni Tajé dal "Secolo d'Italia" 17-09-2011Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-25337989607032008582011-09-16T06:35:00.000-07:002011-09-16T06:43:04.936-07:00ALEMANNO: PROTESTO PER AIUTARE IL PDL E IL GOVERNO, DA DESTRA, CONVINTAMENTE.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97UPKYoSkSxOZ3PzvaMAnfJAXZr-sO1Mjpr-mecjzrcnGLCVoReM51jTNnn9j-Q3AOtZPwSrnLKSrDO2gMS7FJerM-4m54hlJnt8wUCZ5Ne5N8s5zCV7SoJhuN_8bYhTJe91OudABGDlq/s1600/Gianni-Alemanno.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 298px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh97UPKYoSkSxOZ3PzvaMAnfJAXZr-sO1Mjpr-mecjzrcnGLCVoReM51jTNnn9j-Q3AOtZPwSrnLKSrDO2gMS7FJerM-4m54hlJnt8wUCZ5Ne5N8s5zCV7SoJhuN_8bYhTJe91OudABGDlq/s400/Gianni-Alemanno.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5652952523585526690" /></a><br />Alemanno sindaco in piazza contro Alemanno esponente del Pdl? Per molti commentatori, la presenza del primo cittadino di Roma alla manifestazione indetta oggi dagli enti locali contro la manovra si riassume in questa scissione esistenziale. Che però è del tutto falsa, spiega l'interessato. «Nella mia posizione - spiega - c'è autenticità e buonafede, io cerco non lo scontro ma il dialogo con il governo per trovare una soluzione».<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Sindaco, oggi in piazza contro il governo?</span><br /><br />"No, la nostra protesta non è contro nessuno ma propositiva e costruttiva. L'Anci e le Regioni non sono partiti politici, ma organizzazioni di rappresentanza di istanze istituzionali. Il loro ruolo - e la nostra intenzione - è di fare un accordo con il governo, non di sfasciare la manovra. Dico di più, è importante che il governo si mostri più reattivo nei confronti delle nostre ragionevoli sollecitazioni proprio per stanare, invece, quelli che vogliono rendere questo confronto strumentale in chiave anti-governativa."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">C'è questo atteggiamento di ascolto che sollecitate?</span><br /><br />"Da parte di alcuni certamente sì. Maroni e Letta sono sicuramente quelli che hanno dimostrato più interesse. Anche perché il ministero degli Interni è l'istituzione preposta a confrontarsi con gli enti locali."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Ma queste sollecitazioni a ripensare, ad esempio, i tagli agli enti locali non arrivano fuori tempo massimo?</span><br /><br />"No. Era indispensabile per il Paese che la manovra fosse approvata per evitare ulteriori speculazioni finanziarie. Aver fatto questa elementare considerazione, peraltro in linea con quanto sollecitato dal Capo dello Stato, mi è valso da parte de il Riformista l'appellativo di "Gianni Bifronte". Questo dimostra l'autenticità e la buonafede della mia posizione, che cerca non lo scontro ma il dialogo con il governo per trovare una soluzione."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Ma la manovra ieri è passata senza modifiche…</span><br /><br />"Ma con l'approvazione di un ordine del giorno molto chiaro e forte presentato dai partiti della maggioranza, e in particolare dall'onorevole Saltamartini, che chiede l'istituzione di una commissione paritetica che riveda daccapo tutti i temi economici e istituzionali che riguardano il rapporto tra enti locali, Regioni e il governo. Gli effetti più negativi della manovra entreranno in vigore dal primo gennaio prossimo, quindi abbiamo tutto il tempo di rettificare gli interventi sugli enti locali affinché la politica dei tagli non provochi effetti dannosi per gli interessi dei cittadini sul territorio.<br /><br /><span style="font-weight:bold;">La stampa ha preferito rappresentare la sua come una posizione di contrasto…</span><br /><br />"Credo di aver invece fatto un favore al centrodestra, dando la giusta rappresentazione del problema e offrendo una soluzione nell'ambito delle normali relazioni istituzionali. Ritengo che sia necessario mettere sull'avviso l'esecutivo rispetto agli effetti gravi e indesiderati che si produrranno nei rapporti con i cittadini."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Cioè?</span><br /><br />"Se il governo fa tagli diretti sul welfare ha la diretta percezione degli effetti che ne derivano, ma se opera tagli a Comuni e Regioni spesso non si rende conto dell'impatto sociale devastante di questa riduzione di spesa. Se ci dimezzano i fondi per il trasporto pubblico locale, il risultato è quello di mandare in default aziende come l'Atac, oppure di applicare tariffe che non sono socialmente accettabili. Se ci bloccano gli investimenti per evitare di sforare il patto di stabilità, l'effetto è quello di bloccare risorse già disponibili per gli investimenti sul territorio (43 miliardi di euro su tutti i comuni, di cui 10 già disponibili) e quindi di dare un altro colpo alla già debolissima crescita del Paese. Questo significa anche bloccare i pagamenti per avanzamento lavori alle imprese, congelare i cantieri già aperti e così via…"<br /><br /><span style="font-weight:bold;">E quindi che proponeva di fare nella manovra? </span><br /><br />"Credo che dopo l'aumento dell'Iva, sia imprescindibile una tassazione sui grandi patrimoni e un aumento dell'età pensionabile. Già nel 2001 io proponevo l'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie che soltanto quest'anno è stato introdotto, perché chi lavora e fa impresa non può essere tassato più di chi ha rendite o patrimoni improduttivi. Questo è non solo iniquo, ma al contrario una logica di sviluppo economico.. "<br /><br /><span style="font-weight:bold;">E le pensioni?</span><br /><br />"Chiaramente l'età pensionabile va rivista. I limiti attuali sono anacronistici e non rispecchiano la realtà sociale dei nostri tempi. Espellere una donna di sessant'anni dal mondo del lavoro non è una tutela, è una vessazione."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Ma in qualche modo sarà necessario ridurre anche i costi degli enti locali…</span><br /><br />"Ma questo si può fare in altro modo, senza creare dissesti. Alleggerire la struttura si può: sfoltendo e riducendo la stratificazione di strutture che si è generata dalla nascita delle regioni in poi, ma anche riducendo la quantità di enti previdenziali e presenze statali sul territorio. In altri termini via le province, che devono diventare solo enti di secondo grado rappresentative dei comuni, e meno uffici territoriali degli enti statali. Altro che uffici di rappresentanza di Ministeri al Nord…."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">C'è anche il nodo delle municipalizzate…<br /></span>… <br />"Che vanno sicuramente liberalizzate, ma se si fa come previsto nella manovra saremmo costretti a una svendita. Questa manovra deve essere l'occasione per infrangere le resistenze lobbistiche che hanno impedito nei decenni il cambiamento, anteponendo la difesa di rendite di posizione all'interesse collettivo. Bisogna scuotere la Lega, che è stata all'inizio il motore del federalismo e oggi sembra invece farsi portavoce del ritorno al centralismo. Non possiamo perdere questa occasione anche per restituire un ruolo al Pdl, che deve essere quello di stimolare un rilancio dell'azione di governo, aprendo un confronto sull'agenda delle riforme con tutti coloro che ci stanno, nella maggioranza di governo e nell'opposizione."<br /><br /><span style="font-weight:bold;">Lei si fa promotore di questa proposta con Alfano?</span><br /><br />"La fondazione e i circoli della Nuova Italia si riuniranno dal 23 al 25 a Roma per elaborare, assieme agli interlocutori politici e istituzionali, una serie di proposte rivolte al Pdl e al Governo. Il primo incontro pubblico sarà tra me, Gasparri e Angelino Alfano, proprio sul Pdl come partito di partecipazione. Ma ci confronteremo anche con Casini e Vendola per dimostrare la diversità dei valori che c'è tra i vari schieramenti politici. È solo così che si supera l'antipolitica: bisogna restituire alla Politica la sua vera capacità di rappresentare valori e idee alternative senza per questo sottrarsi al confronto e alla ricerca costruttiva del Bene comune."<br /><br />Marcello De Angelis da "il Secolo d'Italia" , 15/09/2011Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8042891638250288748.post-75284638917155375792011-09-11T16:35:00.000-07:002011-09-11T16:43:30.889-07:0011 Settembre. Dieci anni dopo l'occidente è il nemico di sè stesso.di Marcello Veneziani<br /><br /><br />Dieci anni fa finiva il mondo. Era una giornata qualunque, non s'avvertiva aria d'apocalisse ma di fine estate. E invece finiva il mondo. La svolta millenaria che temevamo da bambini per il Duemila arrivò l'anno dopo. E arrivò come una fiction, in tv, e noi increduli a vedere e capire se era davvero un film di genere apocalittico o la realtà nuda e cruda. Poi ci convincemmo che non era la fine del mondo ma era finita la fine della storia, proclamata un decennio prima; la storia ricominciava, alla grande. Islam contro Occidente. Terza Guerra Mondiale diffusa. Non più est contro ovest ma sud contro nord, non più comunismo ma fanatismo para-religioso, non più scontro di superpotenze ma focolai di guerra e terrore disseminati nel mondo. Avvertimmo l'11 settembre come l'inizio di una nuova sanguinosa storia mondiale, il campanello d'allarme di una chiamata globale alle armi. E invece no, continuarono guerre e guerrette, conflitti locali, qualche attentato, ma la guerra mondiale non venne. Da allora ricominciò l'età dell'insicurezza, ma la mobilitazione totale fu un falso allarme.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizMXMlGoGEpJJwh06XVmMnVsQ07nOzsKRb3dMFGrafk6fKPcw4gz8SE7H114vfoHQ2rPTK66u7T3fRwKlk3dcID2hsih0E0-umjAl6NZ_NJFegpC0KdwuktCHq3pQQmA0wWStYpRGWlKyh/s1600/11-settembre-2001-37-large.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 222px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizMXMlGoGEpJJwh06XVmMnVsQ07nOzsKRb3dMFGrafk6fKPcw4gz8SE7H114vfoHQ2rPTK66u7T3fRwKlk3dcID2hsih0E0-umjAl6NZ_NJFegpC0KdwuktCHq3pQQmA0wWStYpRGWlKyh/s320/11-settembre-2001-37-large.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5651251574843859554" /></a><br /><br />E adesso cosa resta di quell'11 settembre, che bilancio ci lasciò a ripensarlo dopo dieci anni? Per cominciare non fu uno scontro di civiltà, la civiltà islamica d'oriente contro la civiltà cristiana d'occidente. E non lo fu dall'inizio. Se i fanatici dell'Islam avessero voluto dichiarare guerra alla civiltà cristiana avrebbero colpito la Basilica di San Pietro o - per prendere due piccioni con una fava - la cattedrale di New York, non un santuario della finanza e della tecnica, un simbolo della potenza americana e occidentale, le Due Torri. I fanatici volevano colpire la supremazia occidentale, il materialismo d'Occidente, l'irreligione e la superbia occidentali, non la fede e la civiltà cristiana.<br /><br />Poi sarebbe facile e anche veritiero evocare quell'evento come l'aggressione dei fanatici ad una civiltà liberale fondata sui diritti dell'uomo, sul rispetto della vita e della libertà e sul ripudio della violenza e della guerra. Ma è una mezza verità. L'altra metà fu che l'Occidente si era imbarcato in una sciagurata guerra nel Golfo, con propaggini afghane e mediorientali, che fu giustificata da nobili principi, mossa da interessi geo-economici e commerciali e condotta con brutali violazioni e palesi cecità: bombe sui civili e su luoghi antichi e sacri di civiltà, stragi, errori strategici e militari a ripetizione, violazione di tradizioni e usi altrui, sanzioni ed embargo su medicinali e cibi a popolazioni inermi. La guerra a Saddam resta a mio parere, e so di non esprimere la linea del Giornale di allora e di adesso, una guerra sbagliata, atrocemente sbagliata. Mi riconobbi allora e mi riconosco ancora adesso nelle parole del Papa e non mi accodai allora e né mi accodo adesso alle utopie autolesioniste del pacifismo. <br />Va poi detto che la guerra tra Islam e Occidente, non solo non coinvolse né tutto l'Islam né tutto l'Occidente, ma giovò alla fine solo ai Terzi: da quella guerra semifredda con l'Islam non uscì infatti rafforzata né la supremazia americana e occidentale e nemmeno dall'altra parte la forza dell'Islam; ma crebbe il ruolo di Soggetti Terzi, come la Cina o l'India. Tra i due litiganti, i terzi godettero e godono ancora. La tensione mondiale, la ridefinizione dei ruoli, non favorì nemmeno lo sviluppo di una Forza Europea. Crebbe il Mercato Europeo, con la sua Moneta, non la sua forza politica, strategica e militare. Il suo ruolo restò secondario e privo di unità.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk5wdbJbG4g2BjigNnoktSjA6BT2r1UJVgmIzCkTLyiKlEe49IR_MOgnwyT7pwvIfhckeLJuKYlmLLQ82xYRRuJy0vpRut0tJc-9h4QZShIqO-Pct_WcUl2K83bKwLvDdZpEeYzC_vvhaW/s1600/images.jpeg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 298px; height: 169px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk5wdbJbG4g2BjigNnoktSjA6BT2r1UJVgmIzCkTLyiKlEe49IR_MOgnwyT7pwvIfhckeLJuKYlmLLQ82xYRRuJy0vpRut0tJc-9h4QZShIqO-Pct_WcUl2K83bKwLvDdZpEeYzC_vvhaW/s320/images.jpeg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5651251637784950962" /></a><br /><br />Anche dopo l'11 settembre i pericoli maggiori che corre l'Occidente non provengono da nemici esterni ma dalla stanchezza dell'Occidente stesso, il consumismo esasperato, le speculazioni in borsa, l'economia irreale, i suoi squilibri sociali, la perdita di riferimenti superiori e di legami sociali, la corruzione interna e il nichilismo. L'occidente continua a farsi del male da solo, e continua ad essere il Nemico principale di se stesso.<br /><br />Ripensando a quell'11 settembre vorrei dire infine un paio di cose. I cosiddetti kamikaze non avevano nulla a che fare con gli eroi giapponesi, colpivano in modo feroce obbiettivi civili, seminavano e ancora seminano terrore tra la gente inerme e innocente. Emerse tuttavia la vulnerabilità della Tecnica e del Guscio occidentale: isolati fanatici con minime armi possono infliggere catastrofi a superpotenze mondiali, mandare in cortocircuito interi sistemi difensivi. Un uomo disposto a morire è più forte di un Apparato così potente e sofisticato. Tragica e beffarda rivincita dell'Umano contro la Tecnica proprio sul terreno del Disumano.<br />Invece i pompieri di New York scrissero una pagina mirabile di coraggio, amor patrio, dedizione e solidarietà. Invidiai l'orgoglio americano, mi sentì anch'io, nel dolore e nell'orrore, americano, nonostante tutte le mie riserve storiche, geopolitiche e culturali sull'americanizzazione del mondo.<br /><br />Ma restano ancora ombre misteriose su quell'11 settembre. Diffido dei complottismi fantasiosi e ancor più dei negazionismi dissennati, ma resta oscuro l'attentato al Pentagono, l'abbattimento di aerei civili, insieme ad altre cose. Possiamo però dire che quell'allerta è oggi in larga parte rientrato. Se neanche l'uccisione di bin Laden ha prodotto reazioni e ritorsioni vuol dire che quel pericolo forse è passato o rientra tra altri, possibili motivi di insicurezza.<br />Uso il forse perché gli anniversari hanno sempre qualcosa di inquietante e qualcuno starà pensando di accendere o spegnere pericolose candeline.<br /><br />(tratto dal Giornale)Giovani di Destra Varesehttp://www.blogger.com/profile/03477143723784529014noreply@blogger.com0