Nei momenti felici di una grande nazione, la gioventù prende gli esempi; nei momenti difficili, li da.

martedì 26 ottobre 2010

I GIOVANI DETTANO LA LINEA AL PARTITO!

Da "IL TEMPO" di lunedì 25 ottobre 2010

E adesso i giovani dettano la linea al Pdl Un passo avanti Circolare interna per strutturare il movimento sul territorio. Il partito ancora discute Ichele De Feudls • «Noi pensiamo ai fatti. La nostra politica non passa mica da Porta a Porta ma la viviamo per strada, davanti alle scuole e nelle università».
Marco Perissa, dirigente nazionale di Giovane Italia, rivendica il pragmatismo dei ragazzi del Pdl mentre il partito discute ancora, tra beghe e litigi, come strutturarsi sul territorio. Gli under 30 del centrodestra, invece, hanno già tracciato la rotta movimentista per il proprio autunno caldo. Con una circolare (datata 14 ottobre) i coordinatori nazionali Giorgia. Meloni e Francesco Pasquali hanno indicato le prossime tappe organizzative per dare nuovo slancio al movimento giovanile, sintesi di Azione Giovani (ex An) e Forza Italia Giovani. Ci sono date, tesseramento e cabine di regia da formare in ogni provincia, e soprattutto una visione «pesante» dell`organizzazione: Ogni Comune avrà un coordinatore per poter propagandare sul territorio campagne d`opinione e mobilitazioni.

Il testo parla chiaro: «Per ottimizzare i tempi e permettere alle realtà territoriali di affrontare l`autunno con tutti gli strumenti necessari alla crescita ed alla affermazione della Giovane Italia vi chiediamo di assolvere questo compito entro e non oltre il 30 di ottobre. Laddove tale data non venisse rispettata alla nomina dei dirigenti provvederà direttamente la cabina di regia nazionale». Insomma se ci sarà qualche impasse, interverrà direttamente la direzione nazionale.
«Saremo di stimolo al partito», spiega Perissa. "Il modello? Quello di Azione Giovani - puntualizza il dirigente romano con un lungo "cursus honorum" nell`attivismo studentesco -.
Aspiriamo a consolidare una struttura organizzata capillarmente che possa superare le precedenti coop- tazioni e garantire spazi a chi materialmente produce politica e dibattito di idee tra le nuove generazioni».
Francesco Pasquali, riferimento del mondo berlusconiano, rivendica lo stretto rapporto con il partito: «La nostra circolare non vuole essere nessuna accelerazione.
Il riferimento è il Pdl, ma noi viviamo la politica con più incoscienza e leggerezza».
Consigliere regionale del Lazio, classe 1976, è consapevole che l`unificazione di due storie politiche comporterà anche frizioni e confronti duri. «In caso di divergenze - taglia corto Pasquali - come sulla politica estera, o sul Medio Oriente, seguiremo la via, democratica. Al momento abbiamo in cantiere già le prime campagne d`opinione.
Incarneremo un nuovo ambientalismo, votato alla rivoluzione energetica».
Qui il tasto potrebbe diventare dolente. Nel mondo degli ex Azione Giovani sono presenti anche forti sensibilità contro il nucleare.
«Ma non dobbiamo dimenticare che al riguardo il programma del governo parla chiaro», chiosa. Pasquali.

Andrea Volpi, coordinatore nazionale di Azione universitaria, ritiene le ultime circolari di Giovane Italia «la conseguenza di una scommessa che abbiamo fatto: costruire un movimento politico vero, radicato nei luoghi dove i giovani cercano la politica. E le prossime iniziative nazionali toccheranno temi per noi essenziali come il lavoro, gli atenei e le campagne contro i baroni, la famiglia, il diritto alla casa...».
Perissa non crede che l`aver lanciato un tesseramento (il costo sarà simbolico 5 o 6 euro) genererà deformazioni da vecchia partitocrazia: «Sarebbe un errore guardare al passato.
Non bisogna riproporre schemi del vecchio correntismo, ma aprire l`organizzazione a tanti ragazzi che non hanno esperienze pregresse e vogliono impegnarsi per dare un contributo al cambiamento del nostro paese».
:sy -0 Perissa li modello è quello di Azione Giovani.
Vogliamo superare le cooptazioni e garantire spazi a chi davvero produce politica Pasquali Rispetto ai grandi, viviamo con più incoscienza. In caso di divergenze, come sul Medio Oriente, decideremo in modo democratico [.]

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