In politica estera anche l'Uganda tiene una linea compatta e responsabile. La nostra opposizione invece, dal Pd a Fli e Idv, ha speculato sugli accordi bilaterali fatti dall'Italia con la Libia e la Russia, che ci hanno portato enormi vantaggi commerciali, energetici, economici, oltre al controllo dei flussi migratori verso Lampedusa. Hanno preferito anteporre all'interesse nazionale il solito antiberlusconismo e hanno scoperto che Gheddafi è un tiranno proprio quando l'Italia trasformava la Libia in un neo-protettorato grazie a un trattato di amicizia. Come se lo Yemen, l'Arabia Saudita, l'Iran, la Siria, la quasi totalità dei paesi africani, Cuba, la Cina, mezza Asia, mezza America, fossero territori governati da repubbliche democratiche e non da un manipolo di dittatori che soggiogano miliardi di persone conculcandone le libertà fondamentali, i diritti civili e politici. Come se tutte le potenze occidentali non intrattenessero con queste nazioni, che non conoscono nemmeno il significato della parola "democrazia", rapporti commerciali e non ci concludessero cospicui affari, fregandosene altamente delle popolazioni oppresse.
Così, per l'istantanea soddisfazione di vedere messo in croce un nemico politico, hanno finito per danneggiare la nostra comunità facendo il gioco di quelle potenze straniere che stavano soffrendo l'iniziativa dell'Italia, finalmente emancipata da un pluridecennale rapporto di subalternità internazionale che durava dal secondo conflitto mondiale. Non si trattava di fare la guerra agli Stati Uniti o alla Francia, che restano nostri partner indiscussi, ma di andare sul mercato e spuntare prezzi per l'energia più convenienti di quelli che ci erano imposti dalle multinazionali "tagliagola" degli infingardi alleati occidentali.
Oggi fa piacere constatare che i diritti democratici delle popolazioni civili valgono un intervento militare e attendiamo le relative conseguenze sullo scacchiere internazionale per sceicchi, rais, dittatori, militari e comunisti. La sensazione è che, grazie anche all'importante contributo dell'opposizione italiana, qualcuno non abbia potuto tollerare la nuova centralità acquisita e abbia forzato la mano non già per liberare un paese da uno dei tanti dittatori che ci sono sul pianeta, ma per rovesciare una sorta di "neo-protettorato" che l'Italia aveva costruito in Medio Oriente con metodologie pacifiche e abilità diplomatica. Ma, certo, gridando al carnefice con il "libro verde" e mettendo strumentalmente la questione sul piano dei cittadini oppressi, l'Italia non aveva grandi scelte alternative, né poteva svincolarsi dalla risoluzione Onu n. 1973 che avrebbe trovato applicazione, davanti a casa nostra, anche senza di noi, rimaneggiando ulteriormente il nostro non irresistibile peso geopolitico. Sarebbe stato meglio schierare i Tornado al fianco dei Mig libici e contro i caccia francesi, piuttosto che lasciarli a terra a marcire e veder sfrecciare aerei altrui sul nostro cielo.
E' la dura legge della politica estera che tutti nel mondo e per secoli hanno fatto, nessuno escluso, cercando di tutelare interessi nazionali e non già ponendo con ipocrisia fastidiosa mere questioni di carattere filosofico. Ma stavolta a farlo è stata l'Italia e aver sottratto alle multinazionali dell'energia un mercato quasi esclusivo di 60 milioni di utenti e uno tra i più efficaci sistemi industriali del pianeta ha fatto saltare la mosca al naso, come dimostra anche la solita spocchia francese, così simile a quella che - in politica interna - rende odiosa la sinistra alla maggioranza degli italiani.
Ai cugini francesi non basta aver interferito negli affari italiani, ora vogliono primeggiare, guidare loro la missione internazionale a 200 km dalle coste della Sicilia, ripescano la vanagloria e la prosopopea bonapartista ed è forse per questo che non saranno mai leader di nulla e di nessuno.
E poi c'è un'altra "anomalia", il totale disinteresse con cui viene trattata la questione profughi, lasciandola nelle sole mani italiane. Non si tratta forse delle stesse persone meritevoli di aiuto e difesa dai miliziani di Gheddafi? Dunque, se non ho capito male, quelle persone sono meritevoli di aiuti umanitari, fino all'intervento militare, finché sono sulla terra ferma, ma quando si trovano in mezzo al mare e cercano la fuga dal rais, possono tranquillamente finire tra i pesci... L'ipocrisia non ha davvero confini. Intanto attendiamo con trepidazione analoga risoluzione Onu verso la Cina, per liberare i milioni di 'ospiti' dei Laogai (campi di lavoro forzato). Perché l'Onu la farà, giusto? E la Francia andrà a bombardare Pechino come nazione capofila, giusto? Dalle mie parti chi si accanisce contro armate straccione e si volta dall'altra parte di fronte a eserciti più poderosi e ben più efferati verso i civili li chiamano ... ... (provate voi a dare la definizione giusta). Viva l'Italia
FABIO RAMPELLI (deputato An - PDL)
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