Nei momenti felici di una grande nazione, la gioventù prende gli esempi; nei momenti difficili, li da.

domenica 10 aprile 2011

ESPULSIONE IMMEDIATA PER GLI IMMIGRATI COLPEVOLI DI GRAVI REATI!

Un uomo di 53 anni, Walter Allavena di Ventimiglia e' intervenuto per difendere il figlio da un'aggressione ed e' stato ucciso a calci e pugni. L'omicidio e' avvenuto nella notte in localita' Torri a pochi chilometri da Ventimiglia. Secondo una prima sommaria ricostruzione Allavena e' stato accerchiato da un gruppo di alcuni romeni che prima avevano molestato il figlio ventenne, ed e' stato picchiato brutalmente. Quattro romeni sono stati fermati con l'accusa di omicidio preterintenzionale. I fermati hanno un'eta' tra i 19 e i 37 anni, tutti residenti nella zona di Ventimiglia. Ora, sara' l'esito dell'autopsia, che verra' fissata domani dal pm marco Zocco, a chiarire le cause del decesso.

Secondo quanto ricostruito tutto sarebbe iniziato quando il figlio ventenne della vittima, che si trovava in compagnia di alcuni amici, ha avuto una discussione - sembra a causa di un cane - con alcuni giovani. Tra i ragazzi ci sarebbe stata una piccola rissa, ma poi si sarebbero allontanati.

Gli immigrati tuttavia sarebbero tornati indietro fino a pochi metri da casa di Allavena, dove avrebbero rintracciato il ragazzo picchiandolo. Il padre del giovane sentendo le urla e' uscito dall'abitazione ed e' intervenuto per sedare il pestaggio. E' a quel punto che gli immigrati si sarebbero accaniti contro Walter Allavena.

"Sono arrivati in gruppo ieri sera verso le 23,30 mentre eravamo ad una festa di paese. Volevano attaccar briga. Erano ubriachi. Volevano toccare il nostro cane che si e' spaventato e per questo uno di noi lo ha preso in braccio. Poi hanno iniziato a picchiarci. Ce l'avevano soprattutto con Claudio, il figlio di Walter": all'uscita dal commissariato a parlare e' Luigi, uno degli amici di Claudio Allavena, il figlio di Walter, l'idraulico di 53 anni ucciso a calci e pugni mentre cercava di difendere il ragazzo. "Il papa' di Claudio e' sceso e allora sono andati addosso a lui e lo hanno picchiato", conclude Luigi. "Ho sentito le urla e mi sono precipitato per vedere cosa fosse successo, ma quando sono arrivato il corpo di mio cognato era gia' steso a terra": questa e' invece la testimonianza di un parente della vittima, Sergio Cortese. "Erano ubriachi e non sono del paese. Ho saputo che gia' la settimana scorsa dei romeni avrebbero avuto dei battibecchi con mio nipote Claudio e Walter stanotte era intervenuto per portarlo via". Tra le altre voci anche quella di Flavio Dario, intervenuto piu' volte per cercare di sedare la rissa "ho visto che picchiavano selvaggiamente Walter con calci e pugni. Non si fermavano. Walter e' caduto a terra. Ho chiamato il 118 ed ho cercato di rianimarlo seguendo le loro indicazioni, ma non c'e' stato niente da fare". Intanto tra gli abitanti di Torri, un borgo medievale di duecento anime, a pochi chilometri da Ventimiglia, c'e' sgomento per quanto accaduto. In molti stamani sono arrivati davanti all' "Osteria del nonno", il locale dove era in corso la festa e fuori dal quale e' iniziata l'aggressione che si e' conclusa ad un centinaio di metri, sotto l'abitazione degli Allavena.

"Era un gran lavoratore, un brav'uomo, che oltre a dedicare il tempo alla sua famiglia era impegnato nel volontariato e per la comunita'": cosi' la gente di Torri, piccolo borgo medievale a pochi chilometri da Ventimiglia, descrive Walter Allavena, di 53 anni, l'idraulico ucciso a calci e pugni mentre cercava di difendere il figlio da un gruppo di immigrati romeni. "Non e' solo una tragedia per questa famiglia, ma per tutti noi - dicono ancora -. In questo paese non e' mai successo niente. Qui dormiamo ancora con finestre e porte aperte. Sono venuti da fuori a creare problemi". E anche le voci su Claudio, figlio della vittima descrivono un giovane "serio, che non aveva mai creato problemi". In commissariato si continuano ad ascoltare dieci romeni. Tra loro c'e' anche un immigrato che abita a Torri con moglie e figli e che si sarebbe prodigato per cercare di sedare l'aggressione.

La Giovane Italia DA SEMPRE chiede sicurezza per la nostra gente, e sicurezza vuol dire punizioni esemplari per chi commette questi atti vigliacchi e crudeli. Sperando che il magistrato di turno non rimetta subito in libertà gli assassini rei di questo efferato omicidio, continueremo a chiedere, a gran voce, LA CERTEZZA DELLA PENA, e la ESPULSIONE DALL'ITALIA E RECLUSIONE AL PAESE D'ORIGINE PER GLI IMMIGRATI CONDANNATI PER REATI GRAVI. Chi arriva in Italia è ben accetto, ma le leggi vanno rispettate. Perciò, sperando che prima o poi i nostri governanti aprano gli occhi, noi non retrocederemo di un passo dalla nostra posizione sull'argomento.

PRIMA LA SICUREZZA DEGLI ITALIANI!

Nessun commento:

Posta un commento