Nei momenti felici di una grande nazione, la gioventù prende gli esempi; nei momenti difficili, li da.

giovedì 30 dicembre 2010

SI ALL'ESTRADIZIONE DI BATTISTI!


La nostra presidente nazionale, Giorgia Meloni, ha lanciato la mobilitazione: tutti in piazza se il Brasile non dovesse concedere l'estradizione per il terrorista Cesare Battisti, e la Giovane Italia risponde positivamente a questa "chiamata alle armi" del ministro della Gioventù.
Che concetto di sovranità è quello secondo il quale un criminale che ha commesso un crimine nel nostro paese e per il quale è stato condannato nel nostro paese, non debba scontare la pena appunto nel nostro paese? Le reminescenze dell'ideologia degli anni di piombo si fanno ancora sentire purtroppo in molti intellettuali nostrani, che continuano a schierarsi contro le decisione del governo italiano che vorrebbero l'ex membro dei PAC (Proletari armati per il Comunismo) estradato in Italia, mentre il presidente brasiliano Lula risponde invece picche. La decisione a riguardo sarà presa nelle prossime ore da parte delle autorità sudamericane, e se dovesse essere negativa, i giovani di destra saranno pronti a scendere in piazza contro questa negazione del diritto internazionale che lede i diritti dell'Italia, nonchè delle vittime di questo terrorista.

Cesare Battisti, che porta il nome del ben più degno di fama patriota irredentista del Trentino ucciso dagli austriaci durante la prima guerra mondiale, fu un terrorista comunista rivoluzionario, che riuscì ad evadere dalle nostre carceri dove stava scontando l'ergaSTOLO per 4 omicidi commessi durante gli anni di piombo, ergastolo che ovviamente deve ancora finire di scontare nelle nostre prigioni.

Attualmente in Brasile gode dello status di rifugiato politico, situazione assolutamente ignobile che ribalta la realtà: non esiste da noi nessun regime autoritario che perseguita un martire della libertà, ma è esattamente il contrario: esiste un regime democratico che vuole renbdere giustizia alle vittime di un rivoluzionario pluriomocida sovversivo. Questa scandalosa situazione, che si era già verificata con la prima fuga di Battisti in Francia, è uno schiaffo a tutti i parenti delle vittime dei PAC che ancora oggi chiedono giustizia. Torregiani,Santoro,Sabbadin,Campagna.. Questi i nomi delle 4 vittime accertate dagli inquirenti, a cui ovviamente si sommano le accuse di attività eversiva, rapina a mano armata e aggressione a mano armata.

ESTRADIZIONE SUBITO!

venerdì 24 dicembre 2010

BUON NATALE A TUTTI I MILITANTI E SIMPATIZZANTI!


Giovane Italia Varese augura a tutti i militanti, gli iscritti, i simpatizzanti e a chi legge soltanto il nostro blog, buone Natale e buone feste! Dopo un anno di successi ci auguriamo di poter passare un 2011 ancora più ricco di iniziative e di soddisfazioni!

Stefano Clerici
Matteo Sabba
Giacomo Cosentino
Leslie Mulas
Matteo Tempesta

mercoledì 22 dicembre 2010

VOLANTINO CONTRO I FALSI RIVOLUZIONARI




Stamani la Giovane Italia Varese e Valceresio hanno volantinato fuori dalle scuole della zona per prendere posizione contro lo spettacolo di guerriglia urbana di alcuni "sinistri" soggetti accaduta a Roma il 14 dicembre. Questi falsi rivoluzionari, che scendono in piazza armati di bastoni e pronti a scontrarsi con la polizia, sono solamente ragazzini annoiati provenienti da famiglie benestanti o, nella migliore delle ipotesi, anarchici organizzati, che sono "CONTRO" a priori su ogni cosa. La legge Gelmini, la TAV, la fiducia al governo, ma anche più semplicemente la presentazione di un libro, la conferenza di un sindacalista a loro avverso ecc, ogni cosa diventa spunto per creare casino in città a scapito dei cittadini e dei lavoratori (che i signori manifestanti dicono di voler difendere).

Certe scene di guerriglia sono inammissibili, e noi urliamo con forza la diversità dei nostri valori rispetto a questi ragazzini delinquenti, che niente hanno a che vedere con la maggioranza degli studenti, e che usano come unico linguaggi oquello della violenza. A milano, ad esempio, ogni scusa è buona per bloccare strade o ferrovie: i centri sociali e gruppi anarchici creano casino quasi settimanalmente nella città, per protestare contro un provvedimento comunale, del governo Berlusconi, o più semplicemente per aggredire ragazzi di destra che volantinano fuori da una scuola o da un'università, nel nome di un'"antifascismo" anacronistico e senza senso.

La nostra gioventù è diversa, sventoliamo alti Valori e Ideali quali Patria, Merito, Rispetto, Famiglia, Onore e Lealtà, Impegno, Militanza, Storia ecc.

Il volantino, che è stato molto apprezzato dai ragazzi, sarà distribuito anche nelle scuole di Busto e Gallarate dopo le vacanze.

Se abbiamo dato fastidio a qualcuno,tanto meglio, vuol dire che abbiamo raggiunto il nostro scopo; stare antipatici a certa gente è per noi solo motivo di vanto.

martedì 21 dicembre 2010

SOLSTIZIO D'INVERNO

Il Sole Invitto torna a brillare sulle tenebre, sorgendo dalla madre Terra.

Il significato spirituale del solstizio è presente in tutte le religioni e le tradizioni europee e asiatiche, e segna il trionfo della luce sulle tenebre. I Pagani e i Cristiani vedono in esso una RINASCITA; il sole, il bene, Cristo, torna a splendere sulla luna, sulla notte, sul male, dopo che la notte più lunga è passata. Da questo giorno in poi le giornate cominciano ad allungarsi e le ore della notte sono meno di quelle del giorno.



Proprio nel momento in cui l’oscurità è più profonda,
possiamo trovare il seme della luce, della promessa, della speranza.


POCHI SGUARDI NOBILI VEDRAN L'AURORA.

venerdì 17 dicembre 2010

I FALSI RIVOLUZIONARI.

Che tipo di rivoluzionari sono coloro i quali distruggono banche, camionette della polizia e automobili in sosta e mentre fanno tutto ciò indossano un giubbotto monclèr, scarpe Nike,un jeans e un casco firmato?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che dicono di essere contro il potere dalla parte dei più poveri e poi distruggono automibili, motorini, negozi, infischiandosene dei proprietari che magari stavano ancora pagando le rate del mutuo o che non hanno i soldi per fare le riparazioni?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che assaltano in 20 un finanziere per terra da solo tentando pure di rubargli la pistola (chissà per fare cosa poi..)?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che prendono a colpi di pala un furgone della polizia col volto coperto e poi, una volta arrestati, la prima cosa che dicono è "sono minorenne, non ho fatto nulla"?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che denunciano i tagli alla cultura, e dicono di amare il sapere, e poi praticano danni per 20milioni di € alla città di Roma e imbrattano con lo spray palazzi del 1500?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che lanciano fumogeni in testa a un oratore di un convegno e devastano le nsotre città ma non vengono arrestati nè procesati perchè il loro papà è un giudice del "sistema"?

Che tipo di rivoluzionari sono quelli che si alzano al mattino, salutano i genitori ricchi, escono dal loro attico nel centro di Milano, saltano le lezioni al rinomato liceo classico Parini di Milano, si mettono un casco e menano un poliziotto che vive in un monolocale in periferia in affitto che prende 1200€ di stipendio al mese?


La risposta è semplice,sono FALSI RIVOLUZIONARI.

Sono VIGLIACCHI che non sanno cosa sia l'impegno, nè il rispetto per gli altri, nè la cultura.

I veri rivoluzionari sono altri, sono quelli che si prendono la responsabilità delle loro azioni, e che viaggiano a volto scoperto, in paesi molto più pericolosi del nostro. Un pensiero va ai coraggiosi monaci birmani, ai tibetani, al popolo Karen, agli esuli cubani, e a tanti altri che lottano contro veri regimi dispotici per le loro libertà.

Quelli che vediamo distruggere le nostre città non sono rivoluzionari, ma ragazzini annoiati o, al massimo, delinquenti imbevuti di ideologia anarchica. Gente senza idee nè ideali, con cui il nostro governo è, ancora una volta, troppo tenero, e con cui i nostro moralisti e i nostri benpensanti ancora una volta simpatizzano, comodamente, dai loro salotti negli attici dei quartieri bene di Roma,Firenze,Bologna,Milano...

Onore ai poliziotti che rischiano la pelle per 4 soldi in più, senza che nessuno faccia niente per migliorare la loro condizione. Onore ai ragazzi e agli studenti che difendono le loro idee pacificamente o per lo meno in maniera coerente. Perchè si può essere contro il sistema,ma non con un padre magistrato che ti evita il carcere quando fai casini, sennò non sei un rivoluzionario, ma solo uno stronzo.


venerdì 10 dicembre 2010

Patriottismo NAZIONALE, non costituzionale.

Un bell’applauso per la Costituzione. Se vuoi figurare da buono e giusto, copriti dietro la Costituzione. Da Fazio alla Dandini, dalla Scala ai Tetti universitari, dalla Camera ai Teatrini, dalla Scuola ai Cortei, citare la Costituzione e magari leggere un suo articolo garantisce l’applauso automatico del pubblico e la finta commozione del presentatore. Ricorda Petrolini: Costituzione! Bene, bravo bis. Costituzzione, per dare più forza, Bravo! Grazie!... e via dicendo. Un paese di pappagalli ammaestrati. Anche la mobilitazione di piazza della sinistra di domani ha come parola chiave e titolo di accesso la Costituzione.

Ora non aspettatevi che io sberleffi la Costituzione; mi limito a coglionare gli usi impropri e meccanici, gli abusi e la retorica che fioriscono intorno alla parolina magica. Non disprezzo affatto la Costituzione. Articolo primo, perché è la Costituzione del nostro Paese e va rispettata. Punto secco. Articolo secondo, perché è una buona Costituzione, con principi validi, e fu una buona sintesi, il miglior compromesso possibile fra le culture più significative del tempo: la cultura cattolica e i suoi principi cristiani, la cultura liberale e i suoi principi laici, la cultura socialista e i suoi principi egualitari. Accanto alle tre culture visibili c’era pure un convitato di pietra, innominabile ma presente nella Carta: era la cultura della nazione e dell’umanesimo del lavoro, della funzione sociale della proprietà e della partecipazione agli utili, della salvaguardia dell’ambiente e dell’economia sociale di mercato. Ma non si poteva citare perché ricordava Gentile e Rocco, Bottai e il passato Regime, anche se poi dal Concordato al Codice, dalle leggi in difesa dell’ambiente alla riforma della scuola, molto della Legge veniva da lì. Infine, ci piacerebbe che la Costituzione fosse rispettata in tutti i suoi articoli e non solo in quelli che si citano. Per esempio il diritto alla vita e la sua difesa, la tutela e la promozione della famiglia, il rispetto dei doveri, il riconoscimento della partecipazione, la regolamentazione di partiti e sindacati... Pensate che il primo a citare gli articoli della Costituzione nei dibattiti politici, a portarla nell’arena polemica dell’opposizione, fu uno che era fuori dell’Arco costituzionale. Dico Almirante, che chiedeva l’osservanza degli articoli 39,40 e 46 della Costituzione.

Dunque, rispettiamo la Costituzione, perché è la nostra legge e perché lo merita.
Ma come tutte le carte e i compromessi, non fu dettata sul Monte Sinai da Dio in persona, e nessuno può arrogarsi il ruolo di Mosè. Le costituzioni possono mutare nella parte più dinamica, sono figlie della storia e non reliquie eterne. La forma parlamentare della nostra repubblica può ad esempio evolvere in forma presidenziale, il riconoscimento della privacy, i diritti dei single e degli omosessuali, all’epoca non previsti, sono oggi inevitabili; la denatalità e la senilità della nostra popolazione vanno tenute in conto, così come la considerazione che la Repubblica fondata sul lavoro non è più costituita in maggioranza da lavoratori, tra pensionati, ragazzi, disoccupati e persone a carico.
Modificare la Costituzione non è peccato mortale. Ma il punto non è ancora questo. Il punto è proprio quello da cui siamo partiti. Si può davvero pensare che un paese debba sentirsi unito e solidale nel nome della Costituzione, si può davvero credere che l’amor patrio si riduca al patriottismo costituzionale, come pensano in troppi nei Palazzi, da Napolitano alla sinistra tutta e ora a Fini?

No, per tre ragioni. Primo, perché ciò che unisce un popolo non può derivare dall’alto, da una Carta voluta dai partiti, ma deve venire non dirò dal basso ma dal profondo, dalla vita, la storia e l’anima di un popolo.
Secondo, perché la Costituzione è una Legge, un sistema di regole da osservare e da rispettare, ma le regole non suscitano amore, non generano una comunità calda e partecipe. La Costituzione è un regolamento per sentirsi concittadini, ma non è l’essenza dell’italianità e della cittadinanza. Sarebbe come dire che l’anima di una città è nei cartelli stradali che regolano la circolazione, tra permessi e divieti; o al più che la sua essenza sia nelle mura di cinta e non nelle piazze, nelle chiese, nelle torri e nei campanili, nella vita e nelle persone che la abitano e la animano. Terzo, perché la Costituzione è nata appena il 1948, è troppo recente per suscitare l’amor patrio, soprattutto per un paese speciale, così ricco di storia come l’Italia. No, il patriottismo costituzionale è la riduzione di un amore a carta bollata, di un’appartenenza a un regolamento, di una grande storia millenaria a una piccola repubblica sessantaduenne. L’unico vero patriottismo che può suscitare amore è il patriottismo della tradizione, che comprende la nostra vita, la nostra memoria storica e le nostre culture, le nostre tradizioni civili e religiose, la nostra lingua e i nostri usi, i nostri artisti e letterati, sovrani e condottieri e il popolo nella sua integrità, le diverse italie che compongono l’Italia e ne fanno la ricchezza, la vita e il carattere. In una parola la civiltà. Se permettete, l’Italia è Dante prima di Calamandrei. Voi che vi credete depositari della Cultura, avete un’idea così tristemente notarile dell’amor patrio, negando la cultura e la civiltà che lo sostanziano. Restituite l’amor patrio alla luce del paesaggio, alla natura e alla cultura, non sequestratelo nei regolamenti, nelle aule e nei tribunali. Lasciatelo correre per le vie e le campagne, per il mare e per i monti d’Italia, non chiudetelo nei Palazzi, tra i custodi della Costituzione. L’amor patrio è anima e corpo, non è carta e articoli di legge.

di Marcello Veneziani da Il giornale.

domenica 5 dicembre 2010

ZAPATERO, I MILITARI E IL DIRITTO DI SCIOPERO. DOPPIOPESISMO PURO.

Cronaca dei fatti: i controllori di volo di una nazione decidono di punto in bianco uno sciopero selvaggio, quindi non preanunciato, dopo 4 giorni dalla adozione di un provvedimento sindacale che a loro non va proprio giù. In poche ore gli aeroporti precipitano nel caos, centinaia di partenze e arrivi cancellati, migliaia di viaggiatori bloccati a terra con agiunta di ripercussioni sugli orari di altri aeroporti europei. Il presidente della Nazione colpita dichiara lo stato di emergenza, il cui ultimo precedente risale al governo dittatoriale che esisteva 30 anni prima, e manda i militari a prendere il controllo delle torri di controllo. Da quel momento i controllori di volo scioperanti sono sottoposti a legge marziale: i militari gli impongono di tornare a lavorare, altrimenti saranno giudicati da tribunali militari secondo la legge marziale. Risultato più che ovvio --> sciopero rientrato.


Proviamo a calare questi due esempi in due nazioni europee ora.

ITALIA: Berlusconi proclama la legge marziale contro gli scioperanti. I sindacati parlano di attentato alla libertà di sciopero, le opposizioni scendono in piazza, manifestanti di vario tipo (studenti, precari, disoccupati, sindacati, collettivi, centri sociali) sfilano davanti al Parlamento e devastano Roma scontrandosi con la polizia, mentre nelle altre città d'Italia vengono fatti oggetto di lanci di uova, petardi e bombe carte sedi del PDL, la sede di Libero e il Giornale che hanno difeso l'iniziativa del governo, comuni gestiti da amministratori di centrodestra, Fini parla di "attentato alla costituzione" e Casini di "reazione spropositata". I giornali di sinistra lanciano titoloni in prima pagina con immagini di manifestanti insanguinati e foto di militari che maltrattano i controllori di volo e i titoli sono eloquenti: "E' GUERRA" titola l'Unità, "GOLPE MILITARE" titolano invece il Manifesto, la Repubblica parla di "FINE DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA" e il tg3 manda in onda tutta la notte speciali interviste e servizi dove i manifestanti e i controllori di volo accusano i militari di "indicibili violeze nei nostri confronti".


SPAGNA. Dopo l'intervento dei militari, proclamato dal vicepresidente spagnolo (Zapatero infatti non ha osato farsi vedere in tv dopo la faccenda) la situazione negli aeroporti sta lentamente tornando alla normalità. Il partito di Zapatero, il partito socialista, continua a governare e la gente plaude all'intervento dei militari che ha posto fine a uno sciopero selvaggio fatto da circa 150 persone che hanno bloccato decine di migliaia di persone paganti.


LASCIO A VOI LE CONCLUSIONI...




mercoledì 1 dicembre 2010

LEGGE GELMINI 2010 PER L'UNIVERSITA', ECCOLA NEL DETTAGLIO

La legge Gelmini per il riordino dell'università è ormai cosa fatta. Con voti favorevoli e contrari il DDL è passato alla Camera ed ora tornerà al Senato per un'ultima lettura che non dovrebbe destare problemi, nè grandi modifiche.

Da giorni sui tg scorrono le immagini di sedicenti "studenti" che manifestano in strada contro la legge che secondo loro ucciderebbe l'università pubblica, ricercatori salgono sui tetti delle facoltà, protestanti bloccano ferrovie e autostrade, e tutto per cosa? Il problema è proprio questo: al di là degli slogan, nessuno sa in concreto cosa propone questa legge. Partendo dal presupposto che l'università Italiana è agli ultimi posti delle graduatorie europee e mondiali per qualità della didattica e per servizi offerti agli studenti, e partendo quindi dal presupposto che chi si oppine a questa legge vorrebbe quindi lasciare tutto così come è attualemente, passiamo ad esaminare i punti chiave della nuova università:

MERITO

il 7% del FFO (fondo finanziamento ordinario), ovvero dei soldi destinati alle università italiane, verrà distribuito da oggi in base al merito: una parte, i 2/3 in base alla qualità della didattica, e l'altro terzo in base alla qualità della ricerca. I finanziamenti non saranno quindi più tutti uguali università per università, ma le più virtuose riceveranno più soldi, con buona pace delle università che fino ad ora ciucciavano soldi allo Stato con scarsi risultati.

CODICE ETICO e PARENTOPOLI

Questo punto, molto caro alla nostra componente universitaria, Azione Universitaria, prevede finalmente un blocco al sistema dei professori "BARONI". Basta con parenti assunti nella stessa università. Non potranno essere chiamati da un ateneo come professori coloro che hanno «parenti e affini» fino al «quarto grado compreso» con un professore che appartiene al dipartimento o alla struttura che bandisce il posto. Tra l’altro, non potranno essere chiamati ad insegnare in un ateneo coloro che sono parenti del «rettore, del direttore generale o di un consigliere di amministrazione».

RICERCATORI

Basta ricercatori che vivono di rendita perchè assunti da un amico, o perchè non sono controllati. Per evitare fannulloni e discriminazioni tra chi produce molto e chi produce poco o nulla, da ora in avanti chi sarà assunto come ricercatore lo sarà per un massimo di 6 anni e al termine di questo lasso di tempo se l'università lo riterrà valido (in base alla sua attività di ricerca svolta durante gli anni) lo assumerà come professore associato. La nuova legge abbassa l’età in cui si può diventare professori da 36 a 30 anni con lo stipendio che passa da 1.300 a 2.100 euro. Per gli attuali ricercatori sono stimate quindi 4.500 assunzioni come associati. I ricercatori dovranno inoltre riservare 500 ore all’insegnamento integrativo e ai servizi per gli studenti. Le modalità vengono decise dagli atenei.

AUMENTI DI STIPENDIO

Gli aumenti di stipendio saranno legati al merito, sia per professori associati che per ricercatori (che erano stati cancellati dalla manovra di Tremonti). Ci sono 18 milioni per il 2011, 50 per il 2012 e altrettanti per il 2013. Gli scatti vanno solo ai prof migliori: in caso di valutazione negativa, si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi. L'idea di fondo è stata adattata anche per le scuole superiori, dove i prof migliori potranno guadagnare fino a uno stipendio mensile in più all'anno.

RECLUTAMENTO PROFESSORI

Cambiano le modalità di assunzione. Basta con le raccomandazione e le "pacche sulla spalla" per poter insegnare: si introduce l’abilitazionea livello NAZIONALE sia per chi vuole diventare prof associato sia per chi vuole diventare prof ordinario. L’abilitazione sarà attribuita da una commissione nazionale i cui membri sono scelti tramite sorteggio, sulla base di specifici parametri di qualità fissati dall’ANVUR * (Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, ente pubblico vigilato dal ministero dell’Istruzione). Ai bandi di assunzione di ogni università potranno accedere solamente coloro che sono stati abilitati da questa commissione e la selezioni si baserà sulla valutazione di pubblicazioni,ricerche e curriculum degli aspiranti professori. Gli ordinari andranno in pensione a 70 anni, gli associati a 68.

DOCENTI

Basta con i docenti che se ne fregano dei diritti degli studenti. Basta ore di lezione saltate e orari di ricevimento non rispettati. I docenti avranno l’obbligo di certificare la loro presenza a lezione. I docenti a tempo pieno dovranno dedicare al complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio per gli studenti. Infine i docenti saranno valutati anche dagli studenti e le loro valutazioni serviranno a considerare scatti di stipendio meritocratici ai prof.

RETTORI

I rettori potranno rimanere in carica un solo mandato, per un massimo di 6 anni. Il rettore deve rappresentare l’accademia nel suo complesso, perciò è eletto fra i professori ordinari. Se il rettore non ha amministrato in modo adeguato l’ateneo, può essere sfiduciato dal Senato accademico con una maggioranza di almeno due terzi.

FONDO PER IL MERITO STUDENTI

Sarà costituto un Fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e gestire, con tassi molto bassi, prestiti d’onore per gli studenti (per questo si vede anche la collaborazione col ministro della Gioventù Giorgia Meloni) Le borse di studio vengono assegnate per concorso: chi vorrà accedere dovrà superare un test. Infine il 10% delle borse di studio sarà erogato dalle regioni agli studenti residenti.

RUOLO CDA E SENATO ACCADEMICO

Distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e Consiglio di amministrazione: il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Il Cda avrà un massimo di 3 componenti esterni se i membri sono 11 (2 se sono meno di 11), rappresentanti per lo più del mondo delle imprese. Si aggiungono poi i rappresentanti degli studenti. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, e deciderà anche sull’attivazione o soppressione di sedi e di corsi di studio; potrà adottare provvedimenti disciplinari su professori e ricercatori. Il presidente del Cda potrà essere esterno. In poche parole Senato didattica, CDA spese e finanze.

AL MASSIMO 12 FACOLTÀ PER ATENEO

Basta con le università che creano facoltà inutili e frequentate da 15 studenti.
Le facoltà potranno essere al massimo 12 per ateneo e i settori scientifico-disciplinari, attualmente 370, saranno dimezzati. Ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine (di norma in ambito regionale) per abbattere i costi.

SPESE E AMMINISTRAZIONE DELL'ATENEO

Le università che gestiscono i fondi in maniera poco trasparente subiranno un taglio dei finanziamenti, mentre quelle che andranno in rosso saranno direttamente commissariate. Inoltre le università che hanno conseguito stabilità e sostenibilità del bilancio, nonchè risultati di elevato livello nel campo della didattica e della ricerca, potranno sperimentare propri modelli funzionali e organizzativi, comprese diverse modalità di composizione e costituzione degli organi di governo.

*i membri dell' ANVUR sono nominati dal presidente della Repubblica.