Nei momenti felici di una grande nazione, la gioventù prende gli esempi; nei momenti difficili, li da.

mercoledì 21 settembre 2011

Rosario Livatino, martire della Mafia. Per non dimenticare.


Ventuno anni fa, moriva, ucciso da un commando di sicari mafiosi, Rosario Livatino, giovane sostituto procuratore di Agrigento.

Inchieste scomode erano partire dall'ufficio di Livatino, come quella sulla cosiddetta "tangentopoli siciliana", e, si dice, anche filoni di inchiesta che coinvolgevano parti deviate di Stato e massoneria in contatto con la mafia sicula.

Mancava circa un mese al giorno del suo 38esimo compleanno; Rosario uscì di casa, quel 21 settembre del 1990, senza scorta, a bordo della sua auto, e fu affiancato lungo la strada per Agrigento daun automobile di sicari, che lo uccisero sparandogli in volto.

Rosario è un grande esempio per tutti noi, esattamente come lo sono i giudici Falcone e Borsellino, di un uomo che ha dato la sua vita per un sacrosanto ideale, quello della giustizia, per lottare contro il vigliacco e infame intreccio tra Mafia e Stato sul quale ancora oggi non è stata fatta luce.

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